mercoledì 1 giugno 2011

Cervelli: cotti e mangiati


Due miei conoscenti sono morti per un tumore al cervello. Diego C. aveva 48 anni. Luigi S. ne aveva 54. Il primo ebbe una vita irreprensibile, attivista ACLI, insegnante, pacifista: fumava poco. Il secondo ebbe una vita sregolata di tossicodipendente e spacciatore, finendo poi per mettere la testa a posto e farsi assumere dal Comune come spazzino. Paragonando le loro vite e sapendo che sono morti dello stesso male, non posso che farmi venire in mente il vangelo di Matteo, capitolo 24 versetti 40 e 41, laddove dice: “Allora di due uomini che si troveranno nel campo, uno sarà preso e l’altro lasciato. Di due donne che saranno a macinare alla mola, una sarà presa e l’altra lasciata ”.
 
Quali altri fattori saranno sopraggiunti per far sì che due persone dagli stili di vita completamente diversi siano decedute a causa della stessa malattia? Credo che non lo sapremo mai, ma si può ipotizzare che in entrambi i casi il loro sistema immunitario abbia ceduto, soverchiato da troppi attacchi alla loro integrità fisica. In fondo, anche un insegnate cattolico, moderato fumatore, tendenzialmente astemio, potrebbe subire uno stress tale, prolungato, da ottenere l’abbassamento delle proprie difese immunitarie.
Poiché dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ho imparato a diffidare e siccome lo stesso articolo del Corriere esordisce parlando di ricerca sugli animali, credo di avere tutte le ragioni per dire che delle autorità sanitarie in genere è meglio non fidarsi. Ciò non toglie che l’OMS non abbia detto la verità, quando parla di pericolosità delle frequenze elettromagnetiche. Si può fare disinformazione anche dicendo mezze verità, come spiegato qui:
Del resto, che i campi elettromagnetici non facciano bene alla salute se ne parla da molto tempo, tanto che ecologisti e salutisti raccomandano di non tenere radiosveglie sul comodino, di non usare i forni a microonde e di mettere le stesse sveglie a batteria lontano dal letto in cui si dorme.
Sulla nocività dei cellulari si discute forse fin da quando Martin Cooper ne inventò il prototipo, nel lontano 1973. Ecco un esperimento di cui tempo addietro venni a conoscenza: si prendono due cellulari, li si fissa su un supporto a venti centimetri di distanza l’uno dall’altro, si pone tra i due un uovo di gallina. Si attiva la comunicazione tra l’uno e l’altro. Dopo quaranta minuti l’uovo è sodo. Se non vi spaventa l’idea di consumare quaranta minuti di credito telefonico, potete provare!
Io, pur senza essere laureato in medicina, immagino che l’albume e il tuorlo dell’uovo siano fisiologicamente molto simili alla materia grigia del nostro encefalo. Il corpo umano è fatto per il 70 % d’acqua e immagino che un flusso costante di elettroni che passi attraverso un liquido, influisca sulla composizione del liquido stesso. Se poi quel liquido è fatto di cellule cerebrali, delicate, impalpabili e imperscrutabilmente misteriose, posso legittimamente sentirmi preoccupato delle conseguenze di tali modificazioni molecolari.
Uso questi paroloni per fare un po’ lo….sborone, ma in realtà io non so nulla di ciò che avviene a livello di fisiologia del cervello. So solo che gli animali cosiddetti da laboratorio devono essere lasciati in pace, poiché l’uomo non ha diritto di disporre delle loro vite, né tanto meno di torturarli per il nostro (presunto) vantaggio. Oltretutto, gli istituti di ricerca producono risultati opposti a seconda di chi li paga e come posso io accettare i loro esiti se so in partenza che l’industria che li finanzia vuole un certo risultato e non un altro?
Basta vedere come si sono protratti gli studi sulla nocività del fumo, con processi infiniti in cui esperti prezzolati venivano chiamati dai giudici a testimoniare sulla pericolosità della nicotina. Per lunghi anni le industrie del tabacco sono riuscite a farla franca fino a quando un’estrema sentenza di tribunale ha decretato che il fumo fa venire il cancro ai polmoni, obbligando le industrie di sigarette a pagare risarcimenti milionari. Ma nel frattempo milioni di persone sono decedute per tumore ai polmoni.
Qui sta succedendo la stessa cosa: alcuni esperti dicono che le radiazioni fanno male, altri che non lo fanno e altri ancora che bisogna continuare con la ricerca. Ovvero, reiterare le torture sugli animali e continuare gli studi epidemiologici sulla popolazione umana. Fra qualche anno sapremo, forse, la verità.
Intanto si potrebbe inquadrare il fenomeno in un’ottica complottista e ipotizzare che l’uso dei cellulari è stato voluto e incrementato, complice le industrie del settore e il loro business, dall’élite mondialista che ha in programma di ridurre l’umanità. Se mettiamo insieme i vari pezzi del puzzle: il nucleare, gli OGM, i pesticidi, il marasma elettromagnetico in cui sguazziamo, le irrorazioni di veleni note come scie chimiche e magari anche il fluoro nei dentifrici e gli additivi chimici nei cibi, ne otteniamo un quadro in cui nell’occidente ricco le malattie degenerative la fanno da padrone e lo sfoltimento della popolazione mondiale risulta essere garantito. Un lento stillicidio di avvelenamenti mirati ad ammalare e uccidere. Non vanno poi dimenticati i disastri pilotati della natura, che ormai di naturale hanno ben poco, se pensiamo a tutte le armi climatiche in possesso dei militari al servizio dell’élite.
Se, come spesso si legge nei forum di discussione dei siti alternativi, l’unica possibilità che abbiamo come singoli di fermare l’allegra macchina da guerra degli Illuminati, che procede a passo spedito verso il Nuovo Ordine Mondiale, è quella di contrastare il disastro planetario verso cui ci stanno conducendo con singoli atti di disobbedienza e opposizione, allora diventa necessario fare scelte radicali di controtendenza: chiudere il conto in banca, diventare vegetariani, fuggire dalla città finché siamo in tempo, adottare stili di vita morigerati e sobri e, dulcis in fundo, gettare il telefonino alle ortiche.
Lo annuncio qui in diretta, da questo pulpito: da oggi rinuncio al cellulare. Ci stavo pensando già da tempo. Tutti voi che avete il mio numero, buttatelo via e non chiamatemi più!

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