lunedì 31 ottobre 2011

Le perfide trappole dell’Homo salvaticus














Nei giorni scorsi, il fratello degli animali Edoardo Stoppa, di Striscia la Notizia, ha presentato un paio di servizi sugli archetti del bresciano. Si tratta, per chi ancora non lo sapesse, di rudimentali ma efficacissime trappole atte a catturare piccoli uccelli boschivi, principalmente pettirossi. Vengono fabbricate durante l’estate dai privati cittadini che le useranno durante l’autunno e possono essere sia di legno che di metallo. L’arco serve a caricare lo strumento della tensione necessaria a farlo scattare nel momento in cui il piccolo uccello vi si poserà attratto dalle bacche di sorbo rosso usate come esca. Il posatoio, di una decina di centimetri, sistemato in posizione strategica, cadrà sotto il peso dell’uccellino, che rimarrà imprigionato con una o entrambe le zampe spezzate. A cominciare da quel momento, inizierà la sua agonia, che potrà durare qualche ora, se è fortunato, o anche un paio di giorni, se il bracconiere non visita regolarmente le sue trappole.
In autunno, tradizionalmente, certe valli della provincia di Brescia sono disseminate di migliaia di tali micidiali ordigni, chiamati archetti.

venerdì 28 ottobre 2011

Il DNA di Spartaco





Fa più notizia un uomo attaccato da un cinghiale durante una battuta di caccia o un cinghiale che vende cara la pelle ribellandosi al destino di vittima?
Secondo le regole del giornalismo, se un cane morde un uomo, non interessa a nessuno, ma se un uomo morde un cane è una cosa mostruosa e i mostri - altra regola - vengono sbattuti in prima pagina.
A volte si usa dire che quello tra uomini e animali è un rapporto difficile, ma dire difficile è un eufemismo. In realtà, a ben guardare, si tratta di imperialismo bello e buono. La madre di tutti gli imperialismi e quello degli USA sul resto delle nazioni è acqua fresca se paragonato all’imperialismo umano nei confronti delle bestie.

mercoledì 26 ottobre 2011

Non c’è più religione!



La discussione seguita all’articolo in cui parlavo dell’osceno vezzo di alcune popolazioni dell’estremo oriente di mangiare cani e gatti, ha preso una piega inaspettata:
Un utente di Stampa Libera che si firma Lupo nella Notte ha preso le difese dello sciamanesimo, da me considerato espressione arcaica di quello stesso antropocentrismo dominante nelle società odierne.
In pratica, il lettore afferma che il vero sciamanesimo non uccide animali, ma porta chi lo pratica ad instaurare un rapporto di armonia con la natura, anzi di vera e propria immedesimazione con l’animale totemico.
Eppure, in base alle mie limitate conoscenze, mi risulta che ovunque nel mondo siano presenti tracce residuali di sciamanesimo, il sacrificio di alcuni animali è contemplato, previsto e praticato.

lunedì 24 ottobre 2011

Barboni e barboncini



In 15.000 anni, grazie a meticolose selezioni, siamo riusciti ad ottenere diverse razze di uomini. Oggi abbiamo gli uomini da compagnia, da caccia e da guerra, quest’ultimi i più pericolosi e malvagi, per i quali da tempo si chiedono severe regolamentazioni. Poi ci sono gli uomini da pastore, che sono diventati una minoranza e gli uomini da fienile, che sono praticamente estinti. Abbiamo, poi, gli uomini da guardia, messi davanti alle banche e gli uomini guida per ciechi. Ultimamente abbiamo creato speciali corpi di uomini da disastro, chiamati anche uomini molecolari, e da salvataggio in mare: i primi hanno un fiuto eccezionale e riescono a salvare molti cani sotto le macerie o a ritrovare un cane scomparso solo annusando un pezzo di stoffa appartenuto al soggetto. Una variante è quella degli uomini da valanga che sono stati dotati di una vaschetta di biscotti per cani, appesa al collo, molto utile in caso di trauma. I secondi, da salvataggio in mare, sanno nuotare benissimo e si gettano indomiti tra i flutti, per salvarci dall’annegamento. L’ultima moda pare sia diventata l’Homo-therapy, nella quale uomini particolarmente pazienti e per nulla aggressivi vengono messi a contatto dei malati, specie cuccioli, allo scopo di rasserenarli e di farli sentire a loro agio. Vi è chi ha proposto di usarli anche nelle prigioni, per responsabilizzare i detenuti e alleviarne la noia.

sabato 22 ottobre 2011

Sono una spia dei talebani



Domani al mio paese finisce l’annuale sagra di San Simone. Come tutti gli anni, il mio Comune cerca di darle una parvenza culturale. Non so se ci riesce, perché soprattutto la sera si spande nell’aria l’odore della carne bruciata, segno che molti animali sono stati assassinati, frammisto alla musica e agli schiamazzi degli ubriachi. Per i bambini non mancano le frittelle di mele e lo zucchero filato, oltre alle giostre e al lancio della pallina per cercare di centrare la boccia con il pesce rosso (non l’hanno ancora vietato?). Io ho fatto incetta di pane austriaco, con la crosta ricoperta di semi. Ma la cultura dov’è?
Anche se con la caduta del muro di Berlino molte caserme sono state chiuse, il Friuli resta terra militarizzata e i Lancieri di Novara, che hanno la caserma poco fuori Codroipo, non potevano mancare. Stamattina ho avuto la sorpresa di vedere allestito in piazza giardini un loro stand, con tanto di gazebo mimetico. Giovani soldati, sia uomini che donne, fungevano da public relations e io non potevo farmi scappare l’occasione. Alle elementari il mio maestro ci portava a far visita all’aeroporto della Pattuglia Acrobatica Nazionale, in occasione del 4 novembre, festa della Vittoria. All’epoca non ci facevano salire sui G 91 [1], ma ho letto sul giornale che in anni recenti a pochi fortunati bambini tale privilegio viene concesso.

venerdì 21 ottobre 2011

L’ultimo dittatore



Le cime dei monti attirano i fulmini, dice un vecchio adagio. Che mi veniva in mente quando pensavo alla fine ingloriosa di un Andreotti o di un Craxi. Nella civile Europa ai governanti che rubano o contribuiscono a mandare sul lastrico l’economia del paese, si concede benignamente l’esilio. Al massimo li si processa ignominiosamente, ma mai vengono condannati a morte. E’ il privilegio che i veri padroni del mondo concedono ai loro lacchè: aver salva la vita purché se ne vadano fuori dai piedi quand’è l’ora.
Sembrerebbe quindi, secondo le leggi imperscrutabili della Storia, che solo i veri leader vengano uccisi a furor di popolo. Sulla fine di Hitler ci sono dei dubbi, ma Giulio Cesare, Mussolini, Ceausescu, Saddam Hussein e tanti altri hanno avuto a che fare con il boia, con o senza “regolare” processo. Evito di proposito di citare Osama Bin Laden perché è un personaggio fittizio morto probabilmente di malattia nel dicembre del 2001. Con Napoleone è stata fatta un’eccezione e, forse, che li si condanni a morte o li si mandi in esilio, dipende dalla popolarità del soggetto in seno alla loggia massonica a cui era affiliato, giacché sono loro, i massoni, quasi sempre i registi degli eventi politici più significativi, soprattutto quando ci sono di mezzo soldi e potere.

mercoledì 19 ottobre 2011

L’ambigua natura della violenza



Il collega blogger Jacopo Castellini così si è espresso recentemente: “Con la violenza si potrà creare solo altra violenza” [1], frase che esprime lo stesso concetto gandhiano secondo il quale “occhio per occhio rende tutto il mondo cieco”.
Di per sé, tale condivisibile enunciato rappresenta una caratteristica lampante – oserei dire lapalissiana - della violenza, ma a un più attento esame si scopre che la violenza mostra molte sfaccettature e in certi casi può essere valutata persino positivamente. In realtà, la violenza è uno di quei comportamenti umani che ci fanno cadere nella più completa incertezza. Tanto per cominciare essa cambia di significato se è commessa su di noi o su altri. Cambia ancora di valore se è commessa sulla nostra etnia o su altre. E cambia ancora, diametralmente, di sostanza se è commessa sulla nostra specie o su altre.

lunedì 17 ottobre 2011

Laboratorio Italia



Qui qualcuno sta cercando di farci diventare schizofrenici. Da una parte stanno facendo prove tecniche di rivoluzione e dall'altra mandano messaggi subliminali instillando nella popolazione l'idea che manifestare dissenso verso le istituzioni sia cosa malvagia.
In uno dei paesi PIGS, la Spagna, è nato il movimento degli Indignados e in un altro, l'Italia, i banchieri stanno mettendo a punto la migliore strategia che conoscono, la più collaudata e remunerativa, per neutralizzare il dissenso e demonizzare chi si ribella allo status quo.
Poiché è in gioco il loro potere, la questione è di vitale importanza, i banchieri stanno attuando la madre di tutte le repressioni e indicano agli altri gruppi di potere, ovvero alle altre logge massoniche, la strada da seguire per domare quell'animale mostruoso chiamato folla, che talvolta eufemisticamente viene chiamato dai borghesi opinione pubblica e dai socialisti popolo.
L'Italia come laboratorio del Nuovo Ordine Mondiale.

venerdì 14 ottobre 2011

I ladri sono quì



“I ladri sono quì”, con l’accento sulla i, appariva scritto sul muro della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia nel 1977. Avvenne nel periodo in cui noi baldi giovani desiderosi di cambiare il mondo ci trovavamo presso il Collettivo Casa Rossa, in via Verdi, a Codroipo. Io ci andavo più che altro per socializzare e fumare spinelli a gratis, ma c’erano anche i compagni duri e puri che si riunivano in un’altra stanza. A quell’epoca non capivo molto di politica e di economia (Oddio, non è che adesso ci capisca molto di più!), ma una cosa la capivo: alla Sinistra non piacevano le banche, perché evidentemente connesse con il capitalismo. Gl’incontri presso la Casa Rossa e le trasmissioni dell’annessa Radio Talpa durarono fino al 1981, quando uno dei nostri fu catturato all’interno dell’appartamento dov’era prigioniero il generale Dozier, a Padova. Cesare, di cui avevamo perso le tracce da qualche mese, era uno dei carcerieri. Con il suo arresto (è tuttora in carcere perché riconosciuto colpevole anche dell’omicidio Taliercio), gl’incontri presso la Casa Rossa finirono, insieme alle trasmissioni di Radio Talpa.

giovedì 13 ottobre 2011

Alice e il cappellano matto



Siccome non leggo i quotidiani, né locali, né nazionali, non sarei venuto a sapere di un convegno interessante tenutosi nel mio Comune il dieci settembre scorso, se non avessi sfogliato distrattamente il mensile “Il Paese”, distribuito gratuitamente a tutte le famiglie della zona. L’incontro pubblico è stato organizzato da “Assisi Pax International”, un’associazione cattolica che si prefigge di diffondere la cultura della pace. E fin qui non ci sarebbe nulla di strano se non fosse per le cariche ricoperte da alcuni partecipanti al convegno. Se volete saperne di più, potete leggere l’intero resoconto qui:
…..ma vi consiglio di tenere a portata di mano un secchio per vomitare. Ci dev’essere qualcosa che non mi torna se ad essere premiati come diffusori di pace sono dei militari in carriera. Nel caso specifico si tratta del presidente locale dell’ANAC, Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, insignito dell’Arbor Pacis, mentre al sindaco del Comune, che ha concesso i prestigiosi locali della Villa Manin di Passariano, è stata donata la Palma d’argento. A consegnare i premi, un padre cappuccino.

martedì 11 ottobre 2011

Gli altri sono il nostro inferno



Lo diceva Jean Paul Sartre: “L’enfer c’est les l’autres”.
Ma chi sono questi altri, conosciuti anche come il nostro prossimo, che ci è stato richiesto – contronatura – di amare come noi stessi?
Gli altri sono:
1) Il vicino di casa troppo invadente e dispettoso [1]
(sottocategoria: i gatti o i cani del vicino rispettivamente da avvelenare o da prendere a fucilate);
2) L’automobilista che osa sorpassarci [2];
3) Il funzionario pubblico che ci fa penare per darci un certificato richiesto dalla pubblica amministrazione;
4) Il legislatore che taglia i finanziamenti agli insegnanti di sostegno e li aumenta all’aeronautica militare;
5) Il partner che, dopo il matrimonio, subisce un processo di mostrificazione [3];
6) I genitori o i figli che si rivelano impossibili da sopportare [4]
(sottocategoria dei figli: quelli non ancora nati che vengono abortiti e quei cani che, divenuti troppo ingombranti, vengono buttati via).
Di questo parleremo.

sabato 8 ottobre 2011

Le corna di Dio



Un Hare Krisna una volta fece un’arguta osservazione: se Dio avesse voluto che noi mangiassimo gli animali, li avrebbe creati già cotti!
Da questa intuizione potrei partire per chiedere come mai Dio, a Noè appena uscito dall’Arca, disse che avrebbe potuto mangiare gli animali senza avvisarlo della pericolosità di alcuni di essi. E cioè, perché non ci mise in guardia del fatto che forse gli animali si sarebbero opposti al suo volere? Che eretiche, queste bestie!
Come mai non avvisò i superstiti del Diluvio che anche tra i pacifici bovini si sarebbero annidati pericolosi maschi aggressivi che non si sarebbero lasciati macellare tanto facilmente, ma che avrebbero venduta cara la pelle?
Forse Dio voleva che gli uomini si accorgessero da soli quali animali sarebbero stati facili da uccidere e quali no, ma se avesse aggiunto una postilla, fra le tante astruse avvertenze del Levitico e del Deuteronomio, quei due allevatori piacentini morti il 5 ottobre scorso sarebbero stati più attenti e forse sarebbero ancora vivi:

giovedì 6 ottobre 2011

Buongus-thai



La prima obiezione che i benpensanti (che di solito sono anche buongustai) fanno è che ogni cultura ha le sue proprie norme dietetiche. Come ebrei e musulmani non mangiano maiale, gli indù non mangiano mucche e gli inglesi carne di cavallo, così vi sono popoli che mangiano di tutto, perché non hanno sviluppato norme etiche che pongano divieti di sorta. Se tale ragionamento è valido per ebrei, indù e musulmani, non è valido per i cristiani ai quali la religione non vieta di mangiare carne di cane, di gatto o di cavallo. Tanto è vero che in periodo di guerra, stando ai racconti dei nostri nonni, si mangiava ciò che capitava, compresa se necessario la carne umana.
Se noi occidentali ci rifiutiamo di mangiare carne di cane e gatto non è per motivi religiosi, ma per un tabù che si è venuto creando spontaneamente in virtù del fatto che quelle due specie sono entrate di prepotenza nella nostra sfera affettiva, uscendo dai ruoli meramente utilitaristici della guardia, della caccia e della gestione delle greggi o, nel caso del gatto, del controllo dei roditori. Tuttavia, al di là delle motivazioni, è vero che ogni cultura ha le sue norme in fatto di consuetudini alimentari. Le notizie che ci giungono dall’estremo oriente non sono per niente piacevoli:

lunedì 3 ottobre 2011

Il vivente fratello che mi divora



Pensavo che con il sito Scienza Marcia, laddove afferma che le associazioni animaliste sono state create dagli Illuminati, il complottismo avesse raschiato il fondo del barile e invece ho scoperto che c’è un livello ancora più basso, un sottofondo del barile, fatto di mistificazioni e contorsionismi, che si allontana ancora di più dalla realtà.
E’ questo:


Ne esamineremo i contenuti nei dettagli. Intanto, mi preme dire che se non argineremo questa tendenza alla dissacrazione e continueremo a farci del male in un insensato gioco al massacro, finiremo per farci ridere dietro dalle generazioni a venire, se ce ne saranno, per aver perso il lume della ragione e non aver saputo fronteggiare la marea di falsità messe di proposito in circolazione su internet. Infatti, nulla mi vieta di pensare che, nello stesso modo in cui trasmissioni come “Mistero”, di Italia Uno e “Voyager”, di RAI 2 hanno lo scopo di confondere le idee del pubblico, mescolando intenzionalmente il sacro e il profano, cioè le sciocchezze con i problemi seri, così da portare i telespettatori a rigettare entrambi, siti come Saigon2k e Scienza Marcia hanno la stessa funzione di annacquare la verità, rimescolare le carte e gettare discredito su persone oneste che nulla hanno a che fare con i piani degli Illuminati, ponendo il sospetto reciproco, di orwelliana memoria, a base dei rapporti di convivenza tra i presunti cercatori di verità.