giovedì 10 novembre 2011

Il cenacolo della salamandra (parte prima)



Il fattore cigno nero
Il fumetto The secret è pieno zeppo di archetipi, a cominciare da Eros e Tanatos. Amore e morte. La ragazza di Adam Mack, infatti, muore a pagina tre, durante un litigio, ma riappare sotto forma eterica già a pagina diciannove, per comparire di tanto in tanto lungo tutto il percorso degli otto albi della miniserie.
Il grullo Adam, invece di levare un peana della vittoria per essersi tolto dalle scatole una rompiballe simile, fa il tenerone incazzoso per tutti gli otto fumetti, andando alla ricerca della sua innamorata con ogni mezzo possibile. Qui vediamo un altro archetipo all’opera, che Hollywood ci ha presentato in tutte le salse: il poliziotto vedovo che muore di nostalgia e che confonde i suoi doveri d’ufficio con la vendetta privata da portare a segno contro i cattivi che gli hanno ucciso la moglie. O contro il Fato che ha fatto la stessa cosa. Ma un uomo fedele non è un po’ un fenomeno contro natura? Sì, ma alla femministe sioniste e ai registi gay piace così!
 
Comunque, come espediente, anche se non originalissimo, ci può stare. In fondo, anche Ulisse bramava tornare da Penelope, esattamente come Mack desidera incontrare di nuovo Soul. Evidentemente, altro archetipo, tira più un pelo di **** che una pariglia di buoi. E infatti, grazie a questo espediente della ricerca dell’anima, Adam entrerà in contatto con personaggi interessanti, un po’ inventati e un po’ tratti dalla realtà. Prima di conoscerli, però, va detto che in questa storia ci sono altri archetipucci: quello della fine del mondo, per esempio, rappresentato dall’undici settembre. Furono già i profeti biblici a proporre il tema dell’attesa dell’intervento divino, ma anche loro lo avevano adottato dalla fine di Atlantide, di cui non avevano coscienza ma che già a quell’epoca aleggiava nell’inconscio collettivo dei popoli. Asteroide o punizione divina fa lo stesso, l’importante è che su questa Terra si stia come d’autunno sugli alberi le foglie. Qualcosa di molto brutto – lo sapete – è successo 11.500 anni fa.
Il Nostoi greco [1] ci mette le ali ai piedi e ci obbliga a tornare a casa, mentre l’apocalisse giudaico-cristiana c’induce a un ravvedimento dei nostri peccati, così da farci trovare preparati di fronte al giudizio divino, o al caso che ci farà sopravvivere all’impatto della cometa, in mezzo a milioni d’altri che non avranno avuto lo stesso privilegio. Sempre che di privilegio si tratti.
Nel primo episodio di The secret la ricerca e il pentimento in vista della fine, rappresentata come un cigno nero, s’intrecciano. Di questi tempi, tra crisi economiche e paventato NWO, sembra che l’archetipo della fine del mondo sia quello predominante. Anche gli otto albi di Star Comics portano il loro granello d’incenso sull’altare della trepidante attesa. A volte – lo confesso – ho come la sensazione che gli Illuminati che tanto detestiamo siano grandi esperti di archetipi e simbologia occulta, oltre che di manipolazione mentale, ma questo non significa che Giuseppe Di Bernardo faccia parte del loro piano. Anzi, anche lui come tutti noi sta cercando di portare alla luce della consapevolezza collettiva quei meccanismi che la cricca massonica attuerebbe comunque, indipendentemente dai nostri sforzi di denuncia.
Infine, oltre allo stereotipo del detective vedovo e perennemente innamorato, c’è in Adam Mack anche un po’ di Doctor House, con quel suo vizio d’impasticcarsi per smorzare le voci dello Spirito Guida, da lui misconosciuto. A pagina 75 c’è anche la riproposizione di una scena di Matrix, con Adam Mack che si lascia mettere elettrodi in testa, collegandosi con la veggente Hopi, che non poteva mancare e che si trova sia in Matrix che in Minority Report, arzilla fumatrice nel primo caso, paranoica allucinata nel secondo. Di Conrad Malcor, preso di sana pianta da “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, parlerò più avanti, ma c’è ancora un archetipo che mi preme evidenziare: i sacrifici umani. Nel primo episodio se ne portano a termine ben tre. Curiosamente, le tre ragazze-agnello vengono uccise all’interno dei cerchi nel grano, non in onore di una divinità precisa ma nel tentativo di esorcizzare il potere che i cerchi avrebbero di risvegliare il cuore dell’uomo dal suo sonno millenario (pag. 87). Mai sacrifici cruenti sono stati fatti per un motivo più inconsistente.
Nel primo album, che segnerà la strada anche per i seguenti, ci sarà in definitiva molto Tanatos e poco Eros, a cominciare dai 2974 morti delle torri gemelle. Anzi, niente Eros del tutto, ma va bene così. Se volevamo Eros ci compravamo i fumetti di Milo Manara.

Predatori di anime
Nel secondo episodio alcuni tasselli del puzzle vanno al loro posto. Si viene a sapere che Soul Sewell, fidanzata di Adam, in realtà non morì in seguito allo schianto, vero o olografico, del Boeing contro il WTC, ma fu rapita dagli alieni un attimo prima dell’impatto. Come Adam sia riuscito a sopravvivere rimanendo in coma e riportando una eterocromia alle iridi oculari, resta un mistero, ma comunque si tratta di una licenza poetica meno fastidiosa della spada di legno trovata da Soul bambina in fondo al lago, dato che normalmente, a parte l’ebano, il legno galleggia.
Veniamo anche a conoscere la storia di Conrad Malcor che, una volta liberato dall’ospedale psichiatrico, va a raggiungere il Circo Spaziale, dove può riabbracciare Malachia, il prete rasta e Lucien, il tuttologo sapientone. Se Malcor, con la sua ossessione bulimica per i muffin ai mirtilli ricorda Dustin Hofmann in “Rain Man” che andava pazzo per lo sciroppo d’acero, la comitiva stravagante del Circo Spaziale, sempre in fuga con i campers, ricorda gli ufologi a cui chiedevano consulenze Fox Mulder e Dana Schelly. In fondo, similis similem amat, e il potenziale Guerriero della Luce Adam ha bisogno di qualcuno che lo guidi, anche se si ostina a fare lo scettico ad oltranza.
D’altra parte, lui era così anche da piccolo e lo si capisce quando offrì a Robin, la sorella maggiore di Soul, di darle una gabbia in cui mettere il pettirosso che ogni giorno andava a trovarla. La bella citazione di William Blake, secondo cui se un pettirosso viene messo in gabbia il cielo s’arrabbia, fa capire quanto sensibili siano le bambine e quanto rozzi siano i maschietti. Qui entriamo in ragionamenti ormonali avulsi dalla nostra storia, ma io devo ancora sentire casi di bambine che strappino le ali alle mosche, che uccidano lucertole e diano fuoco ai gatti. Niente niente, quando le femministe affermano che la psiche femminile è superiore a quella maschile, in riferimento agli aspetti etici dell’animo umano, mi sa che c’azzeccano di brutto.
E’ curioso però che il protagonista si rifiuti di accettare il ruolo di Guerriero di Luce, ma anche questo è un cliché spesso utilizzato nei film, con il protagonista che non sa di essere dotato di un grande potere, salvo poi accorgersene nel momento del bisogno, sullo stile di “Eroe per caso”. Adam è un criptoeroe, molto più accattivante di quelli in calzamaglia e patentino, giacché ognuno può riconoscersi in lui, anche il più scialbo dei Fantozzi.
Tuttavia, sarà proprio Adam, dopo che la caduta dal secondo piano l’aveva mandata in coma, a liberare Robin dallo stato vegetativo e lo farà magicamente durante uno dei suoi viaggi in compagnia del Carlino Guida [2]. In quelle sortite oniriche dentro la mente di Adam ne succedono di tutti i colori ed è difficile trovare dei significati e rimanere ancorati alla realtà, mentre come Robin sia entrata in coma è del tutto verosimile. Incinta al terzo mese, suo marito Harry Lloyd si era messo in testa che stesse covando un essere mostruoso, risultato delle interferenze aliene che sia lei che sua sorella Soul avevano subito. Harry, che era anche medico, chiede la collaborazione di Malcor per far abortire sua moglie. Malcor accetta, anche se riluttante, perché non aveva bisogno della prova dell’esistenza degli alieni, impossessandosi di un loro feto da mettere in formalina. Accettando di aiutare il disperato marito di Robin, Malcor commette quell’errore fatale che lo condurrà dritto dritto in manicomio, e che porterà invece Harry in prigione, dal momento che Robin sul più bello si sveglia dalla narcosi e si getta dalla finestra, non senza che i veri padri del nascituro, a bordo dell’immancabile disco volante, non intervengano per impedire l’infanticidio. Una volta all’ospedale, i medici definiranno quella di Robin una gravidanza isterica. Succede anche a certe cagnette!
Adam, uccidendo il Minotauro rettiliano in uno dei suoi sogni peggiori, in compagnia dell’immancabile Spirito Guida dal muso rincagnato, farà uscire il pettirosso dalla gabbia toracica del mostro e Robin, nello stesso istante, dallo stato vegetativo in cui era condannata a vivere. I credenti nell’anima umana saranno contenti, ma io che non ci credo liquido il tutto come una delle tante trovate romanzesche e delle licenze poetiche che si perdonano agli artisti, compresi gli scrittori di fumetti.
Anche Adam bambino, la notte in cui con le due sorelle si era inoltrato nel bosco, vivendo l’esperienza del missing time, aveva subito un’interferenza aliena mediante impianto di chip nell’osso sfenoide. Lasciate alle 23.55 le tende in giardino, dove avrebbero dovuto dormire grazie a un’improbabile autorizzazione della severa madre delle bimbe, si svegliano tutt’e tre alle 23.40, accorgendosi di essersi addormentati in una radura della foresta. Malcor, al quale le due sorelle si erano rivolte qualche anno più tardi, riferendogli questa stranezza, spiega il fenomeno con la scarsa accuratezza con cui gli alieni riportano a casa gli addotti. Interferendo nel fluire del tempo, per praticare interventi invasivi sui soggetti, non sono o non possono essere precisi nella scelta del momento in cui far ripartire l’orologio temporale. In fondo, pare che i Grigi, principali responsabili dei rapimenti, siano solo delle macchine e non dei veri organismi viventi. Anche i robot possono sbagliare! 


Note:

2 commenti:

  1. Il tuo articolo è di gran lunga più interessante di "Archetipi" di Elémire Zolla ed andrebbe pubblicato sulle prime pagine di tutti i giornali.
    La costruzione del cervello avviene, come nelle costruzioni Lego, attraverso archetipi creati dalla stupidità umana e che, alla fin fine, regnano sovrani ispirandosi sempre ai plebei concetti di buono e cattivo, di giusto e sbagliato e/o di un "prezzo" da pagare per essere felici.
    Maschi e femmine, sapienti ed ignoranti, ricchi e poveri ... ci si muove sempre in questa sciocca dualità di una vita che oscilla tra alti e bassi, più e meno, come una corrente elettrica.
    L'anima esiste. Molti di questi "archetipi" vorrebbero indicare, attraverso la simbologia esoterica, la "chiave" per accedere ad altre dimensioni più nobili ed eteree (senza spread e btp), chiave disponibile (e te pareva) solo a pochi iniziati "meritevoli" di essersi guadagnati la possibilità del paradiso (le caste).
    Si sta per compiere probabilmente il ciclo dei Maya ed io mi auguro tanto che la storia della fine del mondo sia vera (come ascensione e non morte fisica) ed interrompa finalmente l'eterno luogo comune secondo cui l'inferno è qui ed il paradiso è altrove.
    Non riesco ancora a spiegarmi l'imperfezione e la fallacità degli umani in tutta questa perfezione planetaria stellare galattica che ci circonda.
    I grigi sono solo delle macchine come la gran parte degli umani che, a mio avviso, altro non sono che un'accozzaglia di replicanti robot.
    I grigi hanno sferrato l'attacco finale (in Italia -> Monti) verso un popolo inetto, inerme e mansueto come una mucca da latte.
    Sono solo macchine ma ... stanno vincendo!
    Pochi padroni ... una mare di schiavi.
    Un reset! Ci vuole un reset!
    Ciao.

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  2. E' interessante quello che dici, Gianni, anche se su alcuni punti il mio pensiero si discosta dal tuo.
    Per esempio, vado ripetendo che l'anima non esiste, attirandomi così il disprezzo di molti lettori di Stampa Libera, sito - come sai - con cui collaboro.
    Tuttavia, leggendo le tue parole, mi è venuto in mente che forse, anche se dico di non crederci, potrebbe esserci un angolino (nella mia anima?) che mi fa credere in essa, anche se ho deciso di presentarmi al mondo come agnostico miscredente.
    Chissà, forse è solo un problema di comprensione dei termini, cioè bisognerebbe mettersi d'accordo bene su ciò di cui stiamo parlando.
    Riguardo agli archetipi (di Elemire Zolla ho letto solo "I letterati e lo sciamano") non ne so molto, ma che il cervello venga inquinato da preconcetti e luoghi comuni, quello sì, me ne accorgo continuamente ed è verissimo, purtroppo. Di tali preconcetti mi fanno arrabbiare maggiormente quelli specisti, ovvero razzisti verso gli animali. Ma ne riparleremo ancora sicuramente.
    Ti saluto e grazie per i complimenti.
    Ciao

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