martedì 26 marzo 2013

L'altra faccia della disoccupazione



Testo di Caterina Maggioni

 

A proposito di lavoro.
In questi ultimi mesi abbiamo deciso di assumere un nuovo autista. Il compito da svolgere è: fare le consegne ed incassare. La ricerca del nuovo collega è stata meno scontata di quello che immaginavamo. Inizialmente abbiamo dato la priorità al marito di una conoscente. Lei lavora in quattro posti (fa le pulizie), lui  è in cassa  integrazione, hanno quattro figli e non sanno più come andare avanti. Dopo una settimana di prova lui ci comunica che preferisce aspettare la fine della "disoccupazione" e rinuncia al lavoro.
Abbiamo allora contattato un altro conoscente sempre in cassa integrazione. Ci spiega che è molto interessato in quanto è il suo settore ma che, grazie alla disoccupazione, ha ottenuto una forte scontistica dal "dentista" e quindi o lo teniamo "così" o rinuncia al lavoro. Naturalmente noi "così" non lo possiamo tenere. Nel frattempo mettiamo un'inserzione su Internet. Il primo colloquio è stato un disastro: spieghiamo che per iniziare ci sono minimo quattro giorni alla settimana, che a seconda degli ordini ricevuti è facile che ci siano degli straordinari e, soprattutto, che entro breve tempo il sabato sarà fisso e intenso in quanto riaprono le attività turistiche. Se gli avessimo buttato un secchio d'acqua ghiacciata in faccia l'espressione sarebbe stata meno sconvolta. Il Sabato? Si, a dirla tutta, anche spesso la domenica (ma ho evitato di dirlo). Beh, ha tagliato corto spiegandoci che ha la disoccupazione ancora per qualche mese e avrebbe accettato solo se lo prendevamo "così" (Un'altro! ho pensato).


A questo punto io e i colleghi ci siamo guardati in faccia e abbiamo cercato di capire dove stavamo sbagliando.  Considerando i tempi stretti si decide di cambiare strategia: proviamo con i giovani, massimo 21 anni. Per farla breve un altro clamoroso fallimento: chi tassativamente il martedì e venerdì doveva finire entro un certo orario per via della palestra, chi ha considerato che fare consegne e incassare comporta troppa responsabilità (!?), chi ogni tre ore doveva fermarsi a mangiare perchè così ha sentenziato il suo personal trainer (!?).
Basita, avevo davvero tante domande che mi frullavano per la testa: cosa sta succedendo? E' ignoranza, ipocrisia o paura? O tutto insieme? Davvero il Sistema sta tentando (riuscendoci) di trasformarci in Creature impaurite e senza spina dorsale? Davvero se viene offerto un lavoro praticamente sicuro la paura porta un disoccupato a voler tenere il piede in due scarpe (chiedendo con noncuranza di andare contro la legge) perchè non si sa mai? Persone adulte con responsabilità familiari che dicono NO e giovani in cerca di lavoro che mettono ridicoli paletti perchè la palestra viene prima!
Quando sentivo piccole/medie imprese sostenere che fanno fatica a trovare personale ero restia a crederci.
Tutti vediamo come il Sistema sta riducendo questo meraviglioso Paese, come fanno queste imprese a non trovare manodopera con migliaia di disoccupati in crescendo? Si riferiscono forse a questa nuova realtà? A questa dilagante paura che trasforma la soddisfazione di un individuo nell'aver trovato lavoro a chiedere "di prenderlo così" perchè di base non si fida?
Come giustamente mi è stato fatto notare: "si prospettano scenari apocalittici con milioni di disoccupati disperati e allora diventeranno valide le ataviche leggi della sopravvivenza". Naturalmente ne siamo tutti consapevoli.
Sono però altrettanto convinta che questo nuovo pericolosissimo paradigma è da debellare al più presto.
Rinunciare al lavoro perchè ipoteticamente un domani potrebbe andare male è una chiara dichiarazione di fallimento mentale. Essere "licenziati" come azienda da potenziali dipendenti/colleghi che scelgono la disoccupazione è velenoso per tutti, è un virus altrettanto, se non più mortale.
Fino a che punto il Sistema vuole plasmare le menti? Perchè un individuo sceglie di stare col fondoschiena sulla poltrona, la birretta sul tavolino e il telecomando in mano autoproclamandosi "un vero professionista" nel proprio settore per abbassarsi ad accettare lavori di media responsabilità e rinunciando a quest'ultimo? (Sentito con le mie orecchie).
E' un mondo parallelo che non conoscevo, un piccolo ma forte pugno nello stomaco.
Nessuno deve fraintendere. Qui non è contestata o messa in dubbio la dilagante crisi ma è esposta una sequenza di avvenimenti del tutto inaspettati che porta a ragionamenti seri ed importanti su come il Sistema sta velocemente annichilendo le menti. Tutto questo non è frutto del caso ma un importante specchio della Società sul quale è doveroso ragionare e trovare soluzioni a breve termine.
I mass-media drogano le menti e annullano la personalità. Fra le prove effettuate, in un paio di occasioni, è stata lampante "la pigrizia": dopo il secondo giorno i cenni di "stanchezza" erano palesi.
E' un'ipotesi, ma penso che il ragionamento fosse: chi me lo fa fare se dall'altra parte ho la disoccupazione che mi permette di dormire fino a mezzogiorno? Questo lo affermo perchè è stata una percezione non solo mia.
Quindi stiamo molto vigili, questo nuovo "virus", integrante del primo (la disoccupazione) è altrettanto letale.


Caterina Maggioni

8 commenti:

  1. .... e assumere un paio di persone part-time che si turnino tra il pomeriggio e il mattino o il sabato e la domenica?

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    1. Ciao Loto,
      stiamo parlando di una micro-azienda con due furgoni. Il part-time in questo contesto purtroppo non è applicabile.. si fanno una media di 250 km al giorno.. in estate si arriva tranquillamente ai 400. T'immagini se si fanno i turni? Non è applicabile in questo contesto :-)

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    1. Ciao Giulio,
      è stato trovato un ragazzo alla fine. Noi siamo in brianza e tu?

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    2. dal friuli... un saluto e grazie per la risposta.

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  3. In attesa che Cat risponda, vi posso raccontare che anni fa mi ero rivolto a una grossa ditta di corrieri espresso per vedere se mi assumevano (avevo un Renault Trafic). Mi hanno fatto provare il lavoro stando seduto a fianco di un loro dipendente, con un loro mezzo. Correva come un pazzo e quando si fermava lasciava il motore del furgone acceso. Consegnava il pacchetto, si faceva fare una firma per ricevuta e via di corsa a fare la prossima consegna.
    A metà giornata, lo guardo e gli dico: "Per favore, fammi scendere che questo lavoro è troppo frenetico per me".
    Lui mi guarda con occhi stralunati ma non fa commenti.

    Forse anche in quel caso valeva il principio: "Boia chi molla".

    E questa è stata la mia esperienza, subito troncata, come fattorino.

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    1. Corrieri come la tnt esempio sono, dal mio punto di vista, uno dei mercati più schiavizzanti e sottopagati che ci possano essere sul mercato oggi. In effetti questi Individui devono correre come matti per, mercato odierno, guadagnare - se si può usare questa espressione- € 6,34 all'ora comprensivo di ferie, contributi, tredicesima.. sintetizzato poco più di € 3,80 all'ora netti a conti fatti ..Non so quando hai fatto la prova tu se era così e non so se il tuo collega era italiano... oggi è uno schifo del genere... e c'è una tale competizione (visto che il meccanismo adottato dai "Grandi"/Sistema, che danno un'apparente sicurezza, è giocare al ribasso perchè "ce ne sono tanti", soprattutto stranieri)che queste aziende possono tranquillamente e meschinamente giocare al "ribasso"... Questo è il Sistema, le micro-aziende sono altro.

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    2. Sì, era italiano e correva perché una volta finite le consegne, poteva andarsene a casa dalla sua famiglia. Prima finiva e prima smontava dal lavoro.

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