giovedì 7 marzo 2013

Tartarughe in salsa tartara

Anni fa mi restò impressa la scena di un documentario in cui un selvaggio seminudo catturava una tartaruga, la decapitava e ne suggeva il sangue dal collo decapitato portandola alle labbra ed alzandola sopra la testa come fosse una borraccia. Archiviai quella scena, come molte altre compiute da uomini primitivi, nel file orrori degli uomini.
Oggi vengo a sapere che la britannica Tesco, una catena di distribuzione di generi alimentari fra le più grandi del mondo, una multinazionale del settore, per accontentare i clienti vogliosi di carni esotiche non si fa scrupoli a mettere in vendita carne di tartaruga preparata sul momento, in pratica davanti ai clienti, come avviene in certi ristoranti giapponesi in cui il serpente viene inchiodato su un’asse di legno, sotto gli occhi del consumatore, scuoiato con un abile gesto della mano armata di coltello e sottoposto alla successiva lavorazione volta a renderlo edibile.
Non ho capito dove le tartarughe palustri vengano offerte, se in Cina, come m’immagino, o in Europa, ma se con le proteste internazionali si è riusciti a introdurre una politica etica alla NIKE, per far sì che smettesse di sfruttare i bambini lavoratori, non vedo perché non si dovrebbe obbligare anche la TESCO a darsi delle regole che evitino almeno le efferatezze alimentari, che nel caso delle tartarughe uccise senza neanche prima decapitarle è la norma.
Oltretutto, se si tratta di una multinazionale con dirigenti inglesi ci si aspetterebbe che un minimo di sensibilità zoofila ci sia già, come una specie di retroterra culturale, a meno che anche la zoofilia dei sudditi di sua maestà la regina non sia un luogo comune del tutto privo di fondamento.

Non mi pare che la foto della tartaruga aperta come una scatoletta, e del tutto cosciente, sia un fake. Dagli esseri umani, specie da quelli con gli occhi a mandorla, mi aspetto questo ed altro.
Le due pagine Facebook inglesi che ne parlano sembrano del tutto affidabili e non penso che metterebbero in giro immagini sconvolgenti se non ci fosse una base di verità dietro tutto ciò. C’è sempre il rischio dell’inganno, come nel caso dei gattini in bottiglia di qualche anno fa, ma quando si tratta di alimentazione, sapendo che in Cina sono capaci di mangiare cervello di scimmia viva, posso ritenere almeno verosimile che le tartarughe vengano macellate senza alcun riguardo per la loro sofferenza e, sapendo quanto siano coriacee e resistenti, come anche altri rettili e anfibi, m’immagino che ci possano mettere anche un’ora prima di morire, come dicono gli estensori della denuncia.
Senza andare tanto lontano, anche dalle mie parti, per esempio a Rivis di Sedegliano, quando c’è la sagra delle rane, gli addetti alla cucina le decapitano senza tanti complimenti e anche nel loro caso la morte non è istantanea, come sa chiunque abbia mai allevato o tenuto in terrario gli anfibi (io da ragazzo lo facevo).
Dunque, penso di poter cogliere un’analogia nel fatto che chi detiene il potere cerca di accontentare tutti, finanziandoli, e, in politica, accontenta la Destra e la Sinistra contemporaneamente, oppure i comunisti e i capitalisti nello stesso momento mentre, in fatto di alimentazione, viene incontro sia alle anime belle che trovano deliziose le tartarughe vive come animali da compagnia, che le anime materialiste che trovano deliziose le tartarughe in salsa tartara (o le rane in guazzetto) e si accontenta dei pochi attimi di piacere gustativo pensando magari di essere un buongustaio.
 
Noi restiamo ammirati dalla bellezza della natura e dalla magia degli animali e, pensando alle tartarughe, mai ci  verrebbe in mente un’utilizzazione diversa da quella di tenerle in terrario o libere in casa o in giardino, ma non essendo gli esseri umani tutti come noi, la ditta Tesco e le altre consorelle impegnate a dar da mangiare all’umanità non si fanno scrupoli a venire incontro anche alle esigenze dei consumatori edonisti e chiusi ad ogni argomentazione etica. A questo punto, non so se sono più immorali i buongustai che s’ingozzano di specie esotiche – e magari in via d’estinzione come gli anfibi – o i dirigenti delle suddette multinazionali privi di scrupoli.
Di fatto, le due pagine Facebook chiedono di firmare una petizione da rivolgere alla Tesco per fargli introdurre norme restrittive in fatto di vendita di tartarughe, ma se siamo ridotti a questo punto, a condurre una battaglia di retroguardia come questa, significa che rivolgere petizioni a quei dirigenti è pura perdita di tempo.
La faccenda non avrebbe nemmeno dovuto porsi, cioè in imprenditori di cultura anglosassone il problema non avrebbe neanche dovuto sorgere. Se è successo è perché a livello mondiale stiamo raschiando il fondo del barile e firmare anche quest’ennesima petizione lascia il tempo che trova.

Tuttavia, chi volesse farlo può andare qui:



Quando mi sono trovato in Madagascar, in uno dei miei otto viaggi che ho fatto in quell’isola, una domenica in cui nel ristorante in ristrutturazione, in mezzo alla boscaglia di Ankilibe, non c’era anima viva perché erano tutti a casa, avrei potuto caricare sul cestino della bicicletta e dentro lo zainetto quante più tartarughe potevo e allontanarmi indisturbato per liberarle lontano, nella brousse, ma non l’ho fatto perché ho dovuto scegliere tra la loro detenzione in un recinto come attrazione turistica, ma vive, e la loro breve libertà nella boscaglia per essere scoperte subito e mangiate.
E, tormentandomi per il dilemma, oltre per l’occasione che non mi si sarebbe più ripresentata, ho dovuto lasciarle dov’erano, dentro il recinto di pietre, piuttosto che togliermi la soddisfazione di liberarle sapendo che sarebbero andate incontro alla morte in pochi giorni, catturate da quei selvaggi che sono soliti nutrirsene.
Se il Madagascar, come anche il resto dell’Africa, presenta a noi antispecisti situazioni angoscianti in cui la nostra coscienza entra in conflitto, a causa del contesto in cui ci troviamo, l’Occidente dovrebbe presentare meno occasioni di conflittualità e di lacerazione morale, ma non è così, evidentemente. 
Oggi siamo invasi da musulmani ed ebrei, con le loro macellazioni rituali garantite dalle nostre leggi, da cinesi che cercano gatti per i loro ristoranti e da gente dell’est europeo che non ha rispetto né per gli animali, né per gli umani, come se non bastassero tutti i nostri meridionali che non hanno certo gli stessi sentimenti che abbiamo nel nord Italia. E’ di pochi giorni fa la notizia di un cucciolo ucciso a sassate da alcuni bambini di Paternò e, sempre in provincia di Catania, si è visto un elefante portato in giro dai circensi a mo’ di elemento pubblicitario. Che ci sia una relazione tra i due eventi? In Friuli non succede né la prima né la seconda cosa e se dovesse capitare i responsabili non sarebbero di origini friulane, ma di fuori.
Questo è un dato di fatto, ma se qualcuno vuole accusarmi d’essere razzista si accomodi pure.
Il giorno in cui verrò a sapere di bambini friulani o veneti che hanno ucciso a sassate un cagnolino, allora chiederò scusa a tutti, mi cospargerò il capo di cenere e mi farò frate.

Al momento non posso far altro che maledire i macellai, i dirigenti della Tesco e i buongustai in cerca di sapori esotici, ché a maledire gli amanti del prosciutto e del salame lo farò in altra occasione. Anche perché l’ho già fatto in passato, ma posso anche ripetermi, se necessario, in qualsiasi momento. Oltretutto, non conoscendo i nomi dei diretti responsabili, devo per forza generalizzare e se non volete che io faccia di tutta l’erba un fascio, ditemi, di grazia, nomi e cognomi di quei maledetti piccoli bastardi che ammazzano cuccioli a sassate e quelli dei cuochi che sventrano tartarughe per la Tesco, in modo ch’io possa divulgare le loro infami generalità.
Per quello che può servire.
Le tartarughe sono splendidi animali preistorici, arrivate fino a noi dagli abissi del tempo, ma vengono purtroppo ancora barbaramente uccise da uomini della preistoria, che non si capisce cosa ci stiano a fare su questa terra, dopo tutta l’educazione e gl'insegnamenti religiosi impartiti a destra e a manca.
A volte penso che fra poco, mio malgrado, arriveremo alla reintroduzione del cannibalismo. Chissà com’è la carne di bambino in salsa tartara?




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