martedì 21 maggio 2013

Delle spade faranno vomeri

  
Testo di Emilio Ditali


 
La Sagra dei Osei rappresenta per la mia città, Sacile, una sfortuna e nello stesso tempo una fortuna e una opportunità grandissima; una sfortuna perchè la sagra sacilese rapprenta, con la sua enorme storia e la sua tradizione, il simbolo delle sagre dove gli animali ed in particolare gli uccelli vengono usati, sfruttati, sgregati nelle gabbie, usati solo a scopo di lucro, a volte maltrattati, in base ad una visione antropocentrica del mondo che ci sta portando all'autodistruzione. La specie umana si ritiene la sola degna di sopravvivere in questa terra e convinta che le altre specie (e qui la religione ha una gravissima e storica responsabilità) servano solo alle proprie necessità. Vedere migliaia di animali in gabbia, allevati in cattività, oppure catturarli in natura tramite l'uccellagione (pratica fortunatamente ormai quasi estinta) per molte persone rappresenta una cosa normale; anche chi a una sensibilità marcata magari verso il suo cane o il suo gatto, non si rende conto che tutti gli animali percepiscono sofferenza, hanno paura, dolore, ecc., come ormai ampiamente assodato dagli etologi.

Ma la sagra potrebbe rappresentare anche la fortuna di Sacile; perchè Sacile possa avere infatti un futuro in campo turistico, con tutto l'indotto conseguente, occorre creare una caratteristica, che vada oltre alla risorsa naturalistica rappresentata dal fiume Livenza, al fine di rendere originale e ricercato questo sito non solo a livello locale ma in ambito europeo. L'ipotesi in questo senso è trasformare Sacile in una "birdland", cioè in una "terra degli uccelli". Una piccola città cioè che negli arredi, nelle strutture, nella museistica, nelle arti, nelle iniziative in generale, sappia rendersi caratteristica, originale, punto di riferimento europeo e mondiale per gli amanti degli uccelli, e non per cacciatori ed allevatori. Una cittadella luogo di incontri e di ritrovo per esperti, studiosi, appassionati, turisti; la sagra dei osei deve perciò, in questo contesto, uscire da una logica paesana e provinciale adeguandosi alla cultura ed alle sensibilità attuali, diventando il punto di riferimento europeo per gli esperti di ornitologia ma anche per gli appassionati della natura, che non deve esaurirsi nell'arco di una settimana ma avere una programmazione annuale continua. Una sagra in sintonia con l'evoluzione del rapporto uomo-ambiente. Può essere questa la scommessa per Sacile per gli anni futuri; un'occasione da cui ricavare livelli notevoli di economia e progresso.

Emilio Ditali 

3 commenti:

  1. Commette un errore madornale chi crede che la natura abbisogni della presenza dell'uomo, semmai è il contrario.

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  2. Il colmo è che chi organizza gli eventi fiera o altro non fa nulla per sensibilizzare e promuovere iniziative a favore dei grossi problemi per l'estinzione di certe specie di uccelli come passeri diminuiti in certe zone del 60% del quale la caccia è vietata da anni i Verdono Gardellini e molte altre specie sono sparite arrivano i pettirossi per svernare e non tornano più indietro e la colpa oltre ai pesticidi e dei rapaci gazze e corvi che mangiano le uova e i piccoli nel nido sono arrivati a insediare persino tortore e colombi e vogliono chiudere la caccia per fare in modo che non ci sia nessuno nelle campagne che veda le male grazie dei contaminanti!!!

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