mercoledì 15 maggio 2013

Disgusto africano

  
Testo di Pamela Owen



I cacciatori della Tourist Trophy  stanno pagando migliaia di sterline per andare a sparare  alle giraffe con fucili ad alta potenza e con gli archi.
I giganti della savana sono amati in tutto il mondo per il loro aspetto comico e la natura gentile.

Proprio come il personaggio 'Melman' del film Madagascar, sono un successo presso i bambini che amano i loro lunghi colli e le ciglia.

Ma la realtà ci mostra come decine di uomini  e  donne - anche con le famiglie – spendono molti soldi di viaggio provenendo da tutto il mondo, alcuni anche dalla Gran Bretagna, per uccidere le giraffe per sport.


I giganti gentili vengono rintracciati e uccisi, così che i turisti possano fare foto da portare a casa, dimostrando di aver ucciso gli animali.


Intere famiglie vanno a caccia e sembrano apprezzare  le loro foto scattate con la giraffa morta.

I cacciatori pagano fino all’enorme cifra di  10.000 sterline per avere la possibilità di uccidere le giraffe, preferendo i maschi perché sono più grandi.

I Club safari e le riserve di caccia chiedono una tassa di 1.500 sterline per trofeo, oltre alle guide e agli inseguitori che costano circa  1.000 sterline al giorno.
Le cacce durano normalmente da tre a cinque giorni e si vedono turisti che utilizzano fucili Winchester Magnum per uccidere gli animali.

La maggior parte dei cacciatori vola in Africa direttamente e comodamente dalle loro case in Europa o in America.

La caccia continua nonostante il numero degli animali stia crollando, benché zoologi di livello mondiale dicano che le  popolazioni di giraffa dei paesi in cui la caccia è legale - Sud Africa, Namibia e Zimbabwe - possono accettare prelievi sostenibili.

Le ultime statistiche mostrano che il numero di giraffe nel mondo è quasi dimezzato dal 1988, da oltre 140.000 a meno di 80.000.

Il dottor Julian Fennessy ha presentato tale dato in una relazione per l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Un altro recente rapporto IUCN suggerisce che la giraffa potrebbe aver già bisogno di essere annoverata tra le specie minacciate, perché alcune popolazioni vengono decimate in posti come l'Africa occidentale e la Repubblica Democratica del Congo.

Gli animali sono quasi sull’orlo dell'estinzione e non si trovano più in paesi come la Nigeria, Mali e Angola.


I turisti cacciatori portano spesso la casa la pelle o ingaggiano tassidermisti per montare le teste in modo che possano essere portate a casa come trofei.

Il dottor Fennessy ha fondato anche la Giraffa Conservation Foundation
, l’unico gruppo al mondo di conservazione della giraffa dedicato a tale specie.

Così si è espresso di recente: “Io non sono interessato alla caccia della giraffa, ma mi rendo conto che per i cacciatori è come la passione per il calcio ed equivale a una partita di squash
. E’ un argomento complicato. Ci sono un sacco di fattori da considerare.
La perdita di habitat e la frammentazione delle popolazioni dovuta a strade e insediamenti artificiali sono i principali fattori che minacciano la conservazione della specie.

Nei paesi dove la giraffa si può cacciare legalmente le popolazioni sono in aumento, ma in tutta l'Africa i numeri complessivi sono in calo allarmante.

Questo dimostra che se opportunamente gestita, con una politica corretta e seri controlli, la caccia può essere sostenibile.

In alcuni paesi africani la caccia legale può effettivamente aiutare le comunità locali per portare  soldi e mettere carne a loro disposizione.

Molto personale di caccia come guide, inseguitori e scuoiatori, che collaborano con i turisti sono pagati con la carne delle giraffe uccise.

Dopo che il turista ha pagato la tassa per il trofeo, la carcassa rimane a loro. Alcuni si accontentano della foto scattata accanto alla giraffa morta, ma altri pagano i tassidermisti per montare la testa in modo da poterla portare a casa come souvenir.

Altri  potrebbero voler portare a casa la pelle”.


Ha poi aggiunto: “Alcuni cacciatori provengono dalla Gran Bretagna, ma la grande maggioranza vengono da Nord America, Germania, Russia e Scandinavia.

La parte peggiore di questo tipo di caccia è il fatto che i cacciatori possono mancare il loro obiettivo e non riuscire ad uccidere la giraffa al primo colpo.

Se non viene colpito il punto giusto, allora si possono provocare  sofferenze all'animale.

Le guide potrebbero avere un secondo fucile, perché il loro compito è quello di uccidere l'animale rapidamente se il turista lo manca.

Le guide  devono valutare la capacità del cacciatore e interrompere la caccia se i turisti non  hanno le competenze per farlo umanamente.

Un altro fattore che decima la popolazione di giraffa è il bracconaggio.
I bracconieri fissano lacci di filo di ferro altezza degli alberi per intrappolare i  colli delle giraffe o per intrappolare i loro piedi, e le uccidono quando ritornano.

Questo porta a enormi sofferenze per gli animali, a volte anche per giorni”.



Pamela Owen 





 

11 commenti:

  1. chi sono le vere bestie?
    Se non in questa vita, prima o poi avranno il giusto giudizio.
    VERGOGNA!!!!
    Ma che razza di bambini sono? Quando ero piccola amavo fare le foto con animali vivi, vivi come il diritto che hanno tutti gli esseri viventi.
    VERGOGNA!!!!

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    1. Le colpe dei padri ricadono sui figli, dice il Vecchio Testamento.

      In questo caso, anche la malvagità dei padri si trasmette ai figli, in una tristissima perpetuazione del Male.

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  2. Buongiorno.
    Ho impressione che il Il dottor Fennessy, a discapito del gruppo creato, abbia le idee un po' contorte in merito al concetto di protezione animale... troppe giustificazioni nelle sue parole lasciano trapelare un'insicurezza in merito, ed una approssimativismo dannoso al fine della salvaguardia di una specie...
    Trovo nelle sue parole quella subdola complicità di molti medici ed infermieri che, a donne gravide non suggeriscono di smetter di fumare ma di diminuire a 3/4 sigarette al giorno, oppure a malati di cancro consigliano la carne rossa (non sono esempi inventati, purtroppo...)... dove sta la differenza tra i bracconieri, e i cacciatori europei? forse solo il fatto che i secondi pagano fior di euro, ma il fine è sempre lo stesso, e a parlar cosi' si scade nel ridicolo.
    Esempi come Paul Watson e il team di Sea Shepherd dovrebbero far capire cose significhi difendere animali indifesi ed in estinzione, senza compromessi...

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    1. Purtroppo, gli amibientalisti - e non solo quelli anglosassoni - ragionano come il dottor Fennessy, perché pongono al primo posto la specie, mentre noi poniamo al primo posto l'individuo.

      Quando ho visitato il parco Kruger in Sudafrica, mi sono stupito di trovare al suo interno, nei centri visita, riviste venatorie, snacks a base di carne secca di elefante e gazzella e insetti sotto resina, in quelle palline trasparenti che anche da noi i cinesi e gli africani vendono sui loro banchetti.

      Ho spedito una lettera di protesta alla direzione del parco e nella risposta che mi è arrivata c'erano le stesse considerazioni: che la carne serve agli abitanti del posto e che la cattura di insetti porta lavoro a molte famiglie, ecc.

      Insomma, antropocentrismo più sfrenato. Per certi versi, gli anglosassoni sembrao più indietro di noi nell'elaborazione etica dei rapporti uomo-animali.

      Se i dirigenti di un parco nazionale (e che parco!) mi diedero quelle risposte, puoi immaginarti gli altri biologi ed esperti vari.

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    2. Non è che lo sembrano lo sono più indietro di noi, se pensiamo che si tengono ancora stretta la regina.

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    3. I WASP hanno i loro pregi e i loro difetti, come tutti.

      Pregi: sono molto più zoofili degli altri popoli.
      Difetti: sono arroganti e presuntuosi.

      Se leggi "Un paese pericoloso", di John Kleeves (Stefano Anelli) ti rendi conto che gran parte del male sulla Terra è venuto dai puritani del New England e dalla loro visione del mondo di matrice veterotestamentaria.

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  3. Bastasse il contenuto di: "Un paese pericoloso", è sufficiente conoscere che a capo della c.d. massoneria mondiale c'è la regina Elisabetta, forse Anelli non lo sapeva.

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    1. Nel suo libro infatti non è menzionata.
      E per la verità, nemmeno io ho mai sentito dire che a capo della Massoneria internazionale ci fosse Queen Elizabeth.

      Qualcuno però dice che tiene i guanti lunghi fino al gomito per non far vedere le squame di rettiliana.

      Informazione risibile che inficia ogni altra seria considerazione sulle sue responsabilità criminali.

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    2. Appunto!!!
      Sono i beoti degli yankee che si sono posti al suo servizio ed a cascata ogni governante, come già indicato in precedenti commenti.

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    3. Probabilmente, l'esigenza di avere un re (o una regina) affonda le sue radici nella storia degli ominidi, che per affrontare meglio i clan nemici si affidavano a un capo. E' una storia millenaria e non riguarda solo gli anglosassoni.

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