venerdì 17 maggio 2013

Il business del karma





Nei Paesi di credo buddista è diffusa la cosiddetta “merit release”. Questa triste e crudele pratica consiste nella cattura di volatili di tutte le specie e dimensioni dai loro habitat naturali al fine di venderli, davanti a templi e monumenti, a religiosi e turisti desiderosi di migliorare il proprio karma attraverso la loro liberazione.
Nell’attesa i volatili restano imprigionati per giorni all’interno di anguste gabbiette sporche e spesso senza cibo né acqua a disposizione. I volatili, abituati a vivere in libertà e secondo i ritmi scanditi dalla natura, dopo il trauma della cattura si ritrovano quindi a condividere uno spazio ristretto e affollato. Lo stress, la malnutrizione e l’esposizione continua agli agenti atmosferici e al sole cocente conducono molto spesso alla morte degli animali. La vendita degli uccellini è affidata ad anziane donne che fanno leva sulla tradizione religiosa del posto, per la quale ridare la libertà a un volatile corrisponde ad alleggerire il proprio karma, allontanando il karma negativo. Naturalmente, le precarie condizioni di detenzione indeboliscono a tal punto i volatili che, anche se liberati, non sopravvivono.

9 commenti:

  1. Risposte
    1. Per venire incontro a una superstizione come quella del karma, si catturano, si detengono in condizioni disumane e si vendono a turisti e monaci uccelli che non hanno nessuna colpa e che il Buddha avrebbe trattato con rispetto, a differenza dei suoi adoratori.
      Va considerato, comunque, che i buddisti fanno anche di peggio.

      Elimina
  2. Ma il Buddha ed il buddhismo cosa c'entrano con tutto ciò? Da chiarire che il buddhismo non è una religione ma bensì una filosofia.
    Anche il mio parroco predicava:"Fate ciò che dico non quel che faccio".
    L'uomo sembra un re Mida satanico; tutto quel che tocca diventa letame.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sia nei paesi di religione cristiana, sia in quelli di filosofia buddista viene praticata l'uccellagione.
      Ne deduco che il cristianesimo e il buddismo non sono capaci di educare i propri fedeli.
      Quindi non hanno ragione d'esistere e farebbero meglio a scomparire, specie se si pensa che a dividere e a far combattere le persone fra loro, invece, ci riescono benissimo.

      Elimina
  3. Con i coltelli oltre che affettare il pane si potrebbe ammazzare, che facciamo?
    Gli eliminiamo?
    E con il codice della strada che è quasi sempre disatteso come ci comportiamo?
    Lo sopprimiamo?
    L'elenco si potrebbe allungare fino alla nausea.
    Sostanzialmente è l'uomo che non condivido, tutto il resto in se stesso sarebbe innocuo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cioè, secondo lei dovremmo tenere separata la teoria dalla prassi?
      Dovremmo assolvere buddismo e cristianesimo anche se buddisti e cristiani disattendono clamorosamente le dottrine in cui dicono di credere?
      Ho qualche dubbio in proposito.

      Elimina
  4. Quelli che si credono cristiani e non ottemperano gl'insegnamenti del Maestro sono semplicemente degli idioti, vale lo stesso per ogni altro "credente".
    Ma se lei va a scuola e non si applica cosa le succede?
    E' forse una questione di credo o di fede?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non voglio aver ragione a tutti i costi, ma quando qualche prete commette atti esecrabili, c'è sempre chi tira fuori la debolezza umana per giustificarlo.
      La Chiesa ci campa con queto pretesto, usandolo fin dalle sue origini, e i risultati sono una vergogna dietro l'altra.
      Troppo comodo!
      Non va bene così.

      Elimina
  5. Non ho mai posto i preti "sull'altare", me ne guardo, e se sbagliano ci penserà il karma a pareggiare il conto, non certo io o lei o chicchessia.

    RispondiElimina