venerdì 24 maggio 2013

Meno alberi, meno pioggia

 
Fonte: Blogeko



Il cosiddetto progresso è un clamoroso autogol: è un mostro che divora se stesso. E Belo Monte è il simbolo di questo processo.
In questi giorni sono successe due cose. Prima cosa, le tribù dell’Amazzonia brasiliana hanno dovuto cessare l'ennesima occupazione del cantiere per costruire la mega diga idroelettrica (oltre 11.000 MW) sul fiume Xingu che sconvolgerà la foresta in cui essi sono sempre vissuti.
Secondo, la prestigiosa rivista scientifica Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences) ha pubblicato uno studio secondo il quale continuare a distruggere l’Amazzonia per costruire dighe porterà ad una diminuzione della capacità di produrre energia idroelettrica. Meno alberi uguale meno piogge e meno acqua per fare girare le turbine.
La notizia della cessata occupazione del cantiere di Belo Monte è stata diffusa da Amazon Watch. In sostanza le autorità brasiliane prima hanno impedito a legali e giornalisti di entrare in contatto con gli occupanti e poi hanno autorizzato l’esercito ad effettuare lo sgombero anche con la forza. A quel punto gli indigeni se ne sono andati pacificamente, così come pacificamente erano arrivati.

Però la strategia energetica del Brasile – tante dighe idroelettriche in Amazzonia per produrre l’elettricità necessaria a sostenere lo “sviluppo” – conduce in un vicolo cielo. Lo suggerisce uno studio pubblicato in questi giorni negli Stati Uniti dal prestigioso Pnas Gli alberi – lo sappiamo tutti – sono una sorta di ponte d’acqua fra la terra e il cielo. Assorbono acqua dal suolo con le radici e immettono vapor d’acqua nell’atmosfera attraverso la traspirazione delle foglie: così dalle nuvole cadrà la pioggia e il ciclo potrà ricominciare.
Gli scienziati hanno calcolato l’impatto della distruzione della foresta (per costruire la diga di Belo Monte ne verranno allagati 500 chilometri quadrati) sulle precipitazioni, e dunque alla portata dei corsi d’acqua.
Risultato. In seguito alla deforestazione, entro il 2050 Belo Monte potrebbe veder diminuita anche del 40% la sua capacità di generare energia idroelettrica. Il mondo e il Brasile stabiliscano se il gioco vale la candela.

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