giovedì 30 maggio 2013

Ornitofobia


Quando pochi giorni fa ho trovato la notizia che stava per essere implementato l’ennesimo sfoltimento municipale di colombi, mi era venuta in mente la mezza idea di scrivere un articolo intitolato: “Treviso, la Calcutta d’Italia”, ma poi mi sono lasciato distrarre da altre cose.

Finché il 28 maggio è apparsa la notizia che le autorità aeroportuali olandesi hanno intenzione di assassinare 10.000 oche grigie, in un raggio di 20 Km dall’aeroporto internazionale di Amsterdam. Sarebbe la seconda mattanza che attuano, dopo quella dell’anno scorso, per impedire l’impatto dei volatili con gli aerei in fase di decollo, ovvero una specie di guerra preventiva che purtroppo incontra il favore di molti utenti dei giornali. Per lo meno nei commenti di quelli che ho letto su Repubblica e Corriere.

Anche i lettori del Gazzettino non scherzano, ma quello si sapeva. Si sa in particolare che il Veneto è tradizionalmente costituito da una massa di persone laboriose e ignoranti, che non hanno fatto altro che lavorare tutta la vita, facendo funzionare “l’Azienda Italia”, ma a detrimento della propria crescita intellettuale. Il Veneto è sempre stato serbatoio di voti della Democrazia Cristiana e una delle regioni più cattoliche d’Italia, per non dire del mondo, segnali inequivocabili della bassezza culturale e morale di cui ora si vedono i frutti.

Treviso in particolare, che ha espresso il sindaco Gentilini, autodefinitosi lo Sceriffo, è insieme a Vicenza una zona abitata da trogloditi cafoni e ignoranti, in cui le logiche venatorie la fanno da padrone nelle amministrazioni pubbliche. Dopo la guerra dichiarata alle nutrie è ora la volta dei colombi, che sono il bersaglio storico di minorati mentali che non si accorgono delle scie chimiche, dei pesticidi nei campi e nei cibi, ma che sono pronti a scatenare crociate contro il guano prodotto dall’animale sinantropo per eccellenza, che semplicemente considera le facciate dei palazzi come scogliere naturali su cui nidificare.
Come nel caso delle lamentele dei contadini che chiedono di tanto in tanto l’abbattimento dei cinghiali mi verrebbe voglia di bruciargli i campi di mais e soya, così con le misure anti-piccioni mi verrebbe voglia di abbattere le statue e i monumenti cittadini, alla maniera degli afgani con le statue dei Budda, solo che io non posso usare i cannoni e nemmeno altri mezzi più modesti, perché verrei considerato un vandalo e finirei nelle zozze prigioni di quegli zozzoni di esseri che si ostinano a definirsi umani.

Che i veneti siano zotici lo abbiamo visto pochi giorni fa a Vivaro di Dueville (VI), nel corso
di una nostra protesta contro l’ennesima fiera venatoria, ma se ora anche gli olandesi che hanno tradizionalmente una maggiore passione per gli uccelli, con i loro parchi naturali muniti di osservatori, e un’idea di gestione ecologica del territorio, con le migliaia di Km di piste ciclabili, si mettono a compiere stragi di volatili, non posso che ricredermi su quello che forse per me è stato un luogo comune, cioè che i popoli del centro e nord Europa siano più civili di quelli mediterranei.
Se poi penso a ciò che annualmente succede nelle isole Faer Oer, sotto la giurisdizione danese, con la mattanza dei globicefali, trovo conferma che bifolchi ignoranti e cattivi se ne trovino anche nel settentrione d’Europa, degni figli e pronipoti dei barbarici vichinghi e dei crudeli celti.
Per l’ennesima volta, questo genere di notizie, nazionali e internazionali, mi provocano un moto di repulsione e di frustrazione, per la stupidità che continua a contraddistinguere l’agire umano e per l’impotenza che mi vede rassegnato e passivo di fronte a tali progetti scellerati.
Sensazioni d’impotenza logoranti che alla lunga mi produrranno qualche malattia mentale, se già non è successo, ben sapendo che i pazzi solo coloro che non hanno rispetto per la vita e che mettono al primo posto gl’interessi dell’uomo rispetto a quelli degli animali.
Questi sono gli effetti dello specismo, su cui è inutile dilungarsi e anche l’appello, da me più volte reiterato, alla convivenza fra specie, sapendo che il pianeta Terra non è solo nostro, lascia ormai il tempo che trova, avendo come destinatari degli esseri solo apparentemente umani, bacati nel cuore e nella mente. Per non dire parassitati da entità aliene.
Se il problema delle oche si potrebbe risolvere facilmente lasciando crescere la
vegetazione, dato che le oche non si posano nell’erba alta, il guano sui monumenti non è risolvibile se non con la pulizia fatta periodicamente dagli operai comunali, in ore notturne, mediante potenti getti d’acqua, gli stessi operai che vengono impiegati in autunno per spazzare via le foglie delle alberature cittadine.
E’ vero che ci sono amministrazioni che con la scusa delle foglie sui marciapiedi tagliano gli alberi che furono piantati da amministratori precedenti - che sembra di essere in una scena del film “Idiocracy - ma in genere nessun Comune si lamenta delle foglie, evento naturale, mentre molti si lamentano dei piccioni.
Ditemi se non siamo circondati da pazzi furiosi!



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