lunedì 24 giugno 2013

Caro pediatra ti scrivo



Fonte: OIPA
 
Testo di Maurizio Conte


Cari colleghi, vorrei segnalarvi lo scarso interesse per le tematiche ambientali riferite alla salute umana da parte di molti medici che spesso sottovalutano alcune problematiche di importanza primaria per la stessa sopravvivenza della nostra specie.
Una corretta alimentazione è il primo elemento di prevenzione delle malattie e la ricerca ha ampiamente dimostrato che l'espressione dei geni può essere influenzata da stimoli provenienti dall’ambiente, quali la nutrizione, di cui, nella posizione privilegiata in cui ci troviamo, dovremmo occuparci in maniera più incisiva fornendo alle mamme corrette informazioni e sostenendo le loro scelte con l’obiettivo di abituare i loro piccoli a mangiare sano.

 
Il nostro Ministero dell’Ambiente ritiene preoccupanti i livelli di “Interferenti Endocrini” presenti in tutte le carni, pesce compreso e sappiamo bene quanto siano in costante aumento le patologie endocrine.
Sappiamo bene di essere ai primi posti in Europa per l’eccesso ponderale infantile (33,3% in terza elementare) e che la FDA ha da poco approvato l’utilizzo delle statine nell’ipercolesterolemia a partire dagli 8 anni di età.
La professoressa Franca Saccucci del Dipartimento Scienze Cliniche dell’Università Politecnica delle Marche, afferma che “la comprensione del ruolo dei nutrienti, o delle componenti bioattive del cibo nell’alterazione dei patterns epigenetici, ci potrebbe fornire una via per il mantenimento della salute attraverso la modulazione della dieta che è più fisiologica di qualsiasi farmacoterapia”, e allora aggiungo che non possiamo ignorare che la programmazione epigenetica del feto avviene durante i nove mesi di gravidanza sulla base delle informazioni ricevute dall’ambiente e dall’alimentazione.


Un report del novembre 2012 dell’Institute of Medicine statunitense ci conferma inoltre il trasferimento della resistenza agli antibiotici dal cibo animale agli esseri umani, mentre l’American Academy of Pediatrics ricorda che i pesticidi possono indurre nei bambini malattie croniche, alterazioni dello sviluppo neurologico, problemi comportamentali, difetti congeniti, asma e cancro.
Secondo l’American Dietetic Association, l’American Academy of Pediatrics e la Canadian Paediatric Society le diete vegane e latto-ovo-vegetariane ben pianificate soddisfano i fabbisogni nutrizionali dei neonati, dei bambini, degli adolescenti, ne promuovono uno sviluppo normale e sono appropriate anche in gravidanza e in allattamento.
Uno studio su quasi 400 infanti e bambini, il 75% dei quali figli di madri che hanno seguito un’alimentazione vegana per tutta la durata della gravidanza, ha riportato che il peso alla nascita e l’incidenza di bambini sottopeso erano paragonabili alla media della popolazione generale.


Ma dovremmo anche sapere che nelle donne vegane il latte ha un contenuto ridotto di inquinanti ambientali, che le gravidanze gemellari sono ridotte del 75% e che l’età del menarca è ritardata nelle adolescenti vegetariane.
Recentemente in un’aula dell'Istituto Superiore di Sanità ho partecipato come relatore al Seminario su "L'Alimentazione Vegetariana nelle varie fasi della vita" per sottolineare quanto possa significare in termini di prevenzione della salute pubblica e ambientale la riduzione del consumo di prodotti di origine animale. Così gli alimenti a base vegetale diventerebbero una strategica alternativa per ridurre non solo l’impatto umano sull’ambiente, ma anche gli elevati tassi di alcune malattie croniche come le malattie cardiovascolari (nei vegetariani il rischio di cardiopatia ischemica è ridotto del 32%) e alcuni tumori (per le donne vegane riduzione del rischio per tumori a seno, ovaie e utero del 34%) .
Umberto Veronesi ha dichiarato che “la prevenzione è uscita dall’orizzonte del SSN e che questo è un grosso limite perché noi dobbiamo guardare alle future generazioni”.
Mi auguro che almeno noi pediatri riusciremo a farlo e con maggiore impegno degli altri.

Maurizio Conte, pediatra


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