lunedì 24 giugno 2013

Il Giuda degli animali

 


Sebbene guardi poco la televisione, a volte mi capita di imbattermi per caso nel popolare programma Striscia la Notizia. E a volte mi è capitato di vedere qualche servizio dell’inviato che si occupa degli animali, Edoardo Stoppa, ribattezzato nel programma come “il fratello degli animali”.

Ogni volta ho avuto sempre da storcere il naso, a parte qualche caso su canili lager, che generalmente trovano un’accoglienza favorevole presso il grande pubblico o, più recentemente, sull’allevamento Green Hill, inquadrato però sempre in un’ottica zoofila (ovvero: la preoccupazione riguarda solo i cani di Green Hill: non c’è nessuna condanna delle inenarrabili crudeltà perpetrate in laboratorio su maiali, topi o ratti). Già qualche mese fa ho parlato di un pessimo servizio di questo inviato, ma nella puntata del primo dicembre è stato oltrepassato ogni limite al rispetto degli animali.


I due presentatori hanno annunciato il nuovo servizio parlando di un caso di maiali: questo mi ha incuriosito, anche se non mi aspettavo nulla di buono. L’inizio è già preoccupante: Edoardo Stoppa intervista un allevatore. Questi si lamenta perché il suo allevamento di maiali è stato messo sotto sequestro – a causa di un contenzioso con un fornitore di mangimi – e gli animali non vengono più nutriti adeguatamente, e chiede dunque di potersi occupare dei maiali in modo da non lasciarli morire. Ogni animale morto rappresenta per l’azienda una grave perdita economica e l’allevatore è ragionevolmente preoccupato per la propria attività.

Edoardo Stoppa parla di oltre 30.000 suini: si tratta pertanto di un allevamento intensivo, come testimoniano anche le immagini quando l’inviato stesso ne percorre i corridoi. Chi si interessa dei problemi degli animali conosce bene quali sono le condizioni di vita dei maiali negli allevamenti intensivi: sovraffollamento, sporco, sofferenza, stress, malattie e altro ancora. A ciò si aggiungono pratiche crudeli quali l’estirpazione dei testicoli, l’amputazione della coda, il taglio dei denti nei cuccioli e il confinamento in assoluta immobilità per mesi delle scrofe gravide. Una situazione di assoluta sofferenza per questi poveri animali.

Eppure, non è certo di questo che parla l’inviato di Striscia la Notizia mentre si aggira per
l’allevamento. Dapprima mostra un maiale morto, poi si preoccupa per i piccoli affamati: «tutto questo perché non hanno l’alimentazione giusta e non hanno le corrette cure sanitarie». Ma le «corrette cure sanitarie» di cui parla Edoardo Stoppa consistono in estreme terapie antibiotiche e gli animali hanno ben poco da rallegrarsene.

È giusto che lo stato di completo abbandono in cui sono finiti questi animali fosse denunciato, perchè un simile trattamento è certamente inaccettabile.  Ma tutto ciò che l’inviato mostra non è molto diverso dalle normali condizioni di vita di queste sventurate creature. Come si può ignorarlo? La tortura, la sofferenza immensa di questi maiali, la loro morte in un lurido macello: ciò dovrebbe essere cosa giusta e lieta?

Evidentemente sì, quando Edoardo Stoppa afferma, con un piccolo di maiale in braccio: «ci sono 5.000 cucciolotti come questo, che sono tutti condannati ad una morte probabilmente inutile». Non è difficile capire perchè per “il fratello degli animali” questa possa essere una morte inutile. Evidentemente l’utilità di un maiale per lui è quella che passa per un macello per far sì che un essere senziente finisca ricoperto di spezie in un piatto.

E più oltre aggiunge: «la maggior parte di queste scrofe purtroppo abortisce perché non ha le energie sufficienti per portare a termine il parto». Purtroppo? Io direi piuttosto per fortuna: quante innocenti creature salvate da una vita di tormenti! Edoardo Stoppa crede forse come i bambini che nell’allevamento crescano cuccioli per poi caricarli su un camion e spedirli in un parco giochi per tutta la vita? Non ha mai pensato che la carne che mangia (poiché non è né vegetariano né tantomeno vegano) proviene da animali brutalmente uccisi? Proprio da “cucciolotti” come quello che stringe in braccio?

Ma è l’allevatore a raggiungere l’apice dell’ipocrisia quando dichiara, sconsolato: «ci siam visti quasi violentati, anche dentro di noi, per questo sistema, perché gli animali…». Ed è a questo punto che, con una voce strozzata e mimando un pianto incipiente, si allontana disperato dalla telecamera.

Ed Edoardo Stoppa non manca di mostrare il suo rammarico, la sua solidarietà con l’allevatore, rattristato dalla tragedia personale di questo povero uomo. Dopotutto, come potranno ora i maiali non godere delle loro sofferenze di macchine da carne senza il bravo allevatore al loro fianco? Chi li porterà un domani alle soglie di un macello per vedersi la giugulare aperta?

Simili condotte come quelle di questo servizio sono totalmente inammissibili perché rendono lo sfruttamento e l’uccisione dell’animale per ingiustificabili fini umani più accettabili per lo spettatore: se un personaggio che si proclama “fratello degli animali” difende simili posizioni, tutto ciò allora non può che essere giusto e legittimo. Eppure siamo di fronte ad un evidente paradosso: si richiede che i maiali vengano riaffidati all’allevatore per curarli, quando invece sarà proprio nelle mani dell’allevatore che questi animali soffriranno pene cruente e infine verranno uccisi.

Queste situazioni sono frutto di una diffusa mentalità zoofila-protezionista per cui lo sfruttamento e l’uccisione dell’animale sono resi accettabili se eseguiti in condizioni di benessere adeguate. Ma chi stabilisce le condizioni di benessere? Non certo gli animali. Sono sempre gli sfruttatori. In questo caso le condizioni di benessere coincidono con quelle stabilite dall’allevatore: condizioni che implicano prigionia prolungata, pratiche di tortura e morte violenta.

Ed è proprio questa forma mentis, in cui gli animali sono visti come oggetti di proprietà dell’essere umano – certo oggetti da trattare bene, ma sempre oggetti rimangono – che genera simili casi: gli animali, in quanto oggetti di proprietà dell’allevatore, sono stati posti sotto sequestro, proprio come qualsiasi altro bene materiale. Ciò non dovrebbe affatto stupire: eppure Edoardo Stoppa è scandalizzato per questo, senza rendersi conto che egli stesso è parte del problema.

Riccardo

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