giovedì 18 luglio 2013

Onta su onta

 

Testo di Giuseppe Turrisi


Si alza il sipario e sullo sfondo c'è un bi-Napolitano che tace mentre Alfano va a riferire nelle aule di non sapere praticamente nulla, facendo una figura alquanto mediocre per non dire altro, tutto ciò per coprire un caso, dove c'è sicuramente la ragion di stato.
Due sono le cose, o lui non sa cosa succede sotto di lui, e quindi si dovrebbe dimettere, oppure i suoi sottoposti agiscono liberamente senza il suo consenso, che è anche peggio, quindi si dovrebbe dimettere, ma non lo fa perché altrimenti cadrebbe il governo. 

Qui le ragioni superiori (quelle usuraie bancarie di incassare) superano le ragioni di stato, quindi si procede e Napolitano garante, almeno del silenzio, continua a tacere. Dalla quinta di destra, si vede la Kazaka che se ne va via con un passaporto forse falso, e di fronte alla sua villa nella località di Casalpalocco vicino Roma c'erano perfino i servizi segreti israeliani, (israeliani? e come mai?), a momenti, tutti sapevano tranne Angelino Alfano che si arrabbia pure dicendo: "Voglio i Nomi!" a Roma gli direbbero come minimo...  a kazzako!!!!

Ma il teatrino della tragi-commedia è solo al primo atto, tra le quinte infatti sullo sfondo c'è Renzi che va a baciare le mani a sua maestà la Merkel (Renzi dalla Merkel?) mentre aspetta il 30 luglio data in cui la magistratura, che avendo già risolto i casi più gravi (ci sia concessa questa ironia), darà sentenza su Berlusconi e la sua ineleggibilità. Tipica azione, di disturbo e di distruzione utilizzata, quando non si possono usare altri mezzi più definitivi (tipico metodo "Strauss Kahn").

L'abilità di Berlusconi, anche se oramai è l'ultimo asso da giocare, è quella di aver detto tra le righe alla "ragion superiore": "se volete ancora mangiare dovete fare i conti con me", anche se loro stanno già pianificando il futuro "addestrando il primo burattino d'Arno".

Queste ovvie e banali tecniche nonostante siano sotto gli occhi di tutti, purtroppo non passano l'enorme muro fatto da semplici fette di prosciutto generosamente messe sugli occhi del popolo bue incapace di intendere e di volere, ma capace solo di lamentarsi e puntualmente distratto da notizie idiote. Si apre il secondo atto con la parte comica di un Calderoli scontatissimo che esprime (si fa per dire) delle opinioni sbagliate nel momento sbagliato sul ministro di colore e giù a nozze tutti i giornali e tutte le televisioni, che non aspettavano altro, pur di non parlare di argomenti rilevanti come il crak dell'eurotruffa e lo stupro continuo della sovranità italica.

Sullo sfondo un giudice calabrese di nome D'Amico che si va a "suicidare dolcemente" (almeno lui ha avuto i soldi per farlo) in Svizzera, la patria dei conti offshore, dei regolamenti bancari, del parlamento del popolo eletto e dell'eutanasia, ma comunque "neutrale". Sullo sfondo nel terzo atto, una Italia con la dignità internazionale ridotta al minimo storico, con la vicenda dei due marò che rasenta il ridicolo, dove ancora una volta l'immagine che ne esce fuori è quella di una nazione che sa solo prendere ordini dagli organismi internazionali e quando invece serve l'aiuto di questi, regolarmente spariscono, altro che principio di sussidiarietà.

Una Italia che forse non sa neanche contrattare in segreto, tutele per operazioni di aziende nazionali come l' ENI in Kazakistan, sotto ricatto di spie e di servizi segreti, che hanno il compito di tutelare gli amici d'oltre oceano affinché permanga lo stato di "sudditanza conquistato" nel 45.

L'INPS unico ente che ha azioni dirette in Bankitalia S.P.A., in attivo fino a prima dello scempio Fornero (forse complice?) va in rosso perché dovrà pagare le pensioni anche agli statali (INPDAP) dopo la fusione. Lo stato infatti pagava i contributi solo figurativamente, rimanenza giuridica, dovuta al fatto che prima erano coperti con moneta sovrana, mentre adesso dovranno essere presi o dalle tasche degli italiani o in prestito dagli usurai. Prima della scena finale sullo sfondo scorre la scritta "W il neoliberismo e la moneta euro-debito" entra il cerimoniere Letta di lui nipote Goldman, tra una riverenza e l'altra alle associazioni sovranazionali, continua a promettere "assoluzioni" celebrando inutili rinvii di funerali già annunciati.

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