martedì 17 settembre 2013

Mai che si sfracellassero sulla folla!

 
La "corsa a vuoto" di Ronciglione, detta anche "Palio di Ronciglione", è una corsa di cavalli senza fantino che si svolge nel centro della omonima cittadina situata in provincia di Viterbo, circa 70 km a nord di Roma.
Analogamente al Palio di Siena, le corse assumono il carattere di una disputa stracittadina.
I nove rioni (scuderie) della città presentano ciascuno due cavalli, che si contendono il palio in due giorni di corse.
Il primo giorno i diciotto cavalli corrono in tre '"carriere" (batterie) separate, da sei cavalli ciascuna: i primi due di ogni batteria e due sorteggiati tra i terzi classificati si sfideranno il secondo giorno, nella batteria finale da otto cavalli.

 
La corsa parte dalla piazza dove sorge il Municipio e si snoda lungo l'asse centrale della città il cui fondo è costituito da asfalto e da sanpietrini. Vengono svolti ogni anno due palii, uno estivo ed uno invernale. In quello invernale, in concomitanza con il Carnevale, si hanno la maggior parte degli incidenti dovuti, oltre alla pericolosità intrinseca del percorso, anche al manto stradale spesso bagnato dalla pioggia. I punti critici sono il passaggio attraverso la strettoia costituita dalla "Porta Romana" dopo la quale i cavalli accelerano lungo la semicurva costituita da Via Roma e dalla cosiddetta "curva del Gricio", una curva a 45 gradi in salita tra le case. In questa curva è raro che almeno un cavallo non perda il controllo della traiettoria e cada.

I controlli antidoping sono stati introdotti nel 2002 anche se, come negli altri palii, non si è a conoscenza di come e se vengano svolti.

A Ronciglione, nel marzo del 2011, il Ministero della Salute aveva negato l'autorizzazione allo svolgimento della corsa a causa, tra le altre cose, della mancata copertura del fondo stradale con materiale idoneo. Due giorni prima della gara la tradizionale sfilata delle maschere di carnevale era stata soppressa per la pioggia battente. In ogni caso, nonostante la mancanza di autorizzazione, nonostante la pioggia avesse reso ancora più pericoloso il fondo stradale, gli organizzatori ritennero di dover comunque far disputare la gara sul fondo bagnato e in uno degli incidenti una cavalla, di nome Tiffany, morì schiantandosi contro una delle transenne che delimitano il "campo di gara". La IHP - Italian Horse Protection insieme all'ENPA - Ente Nazionale Protezione Animali hanno in quell'occasione denunciato gli organizzatori per maltrattamento e uccisione di animali.

Poche settimane dopo alcuni volontari di una associazione animalista, il Coordinamento Antispecista del Lazio, sono stati aggrediti verbalmente e quasi fisicamente dalla popolazione locale mentre tentavano di porre una targa in memoria della cavalla deceduta.

Vale la pena ricordare che, in un altro evento folcloristico locale, la "Giostra della Quintana" che si svolge a Foligno in Umbria, proprio pochi giorni fa sono stati condannati fantini, veterinari e proprietari di allevamenti di cavalli per un esteso ricorso al doping. La lettura delle intercettazioni telefoniche fatte ai condannati prova la completa disinvoltura con cui i veterinari si accordavano con i fantini per "pompare" i cavalli e assicurarsi la vittoria e prova altresì la sicurezza delle persone coinvolte sulla non esistenza di controlli. In questo caso, per fortuna, avevano torto e sono stati tutti arrestati, ma la loro disinvoltura ci fa pensare che il doping sia un fenomeno estremamente esteso nelle competizioni folcloristiche locali. I vari palii italiani, dal più piccolo al più grande, muovono emozioni così forti (e talvolta anche quantità di denaro così ingenti) in parte della popolazione locale da far perdere a molti il senso della legalità, del buon senso e del rispetto per la propria professione.


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