martedì 24 settembre 2013

Niente pensione per Rachele

 


Questo articolo mi è stato ispirato dopo aver letto che il signor Andrea Signorelli, ex presidente dell’INPS percepisce una pensione di circa 90 mila euro al mese. E non è il solo; infatti di super pensionati – delle così dette pensioni d’oro – in Italia ce ne sono circa 100 mila, che ci costano intorno ai 13 miliardi di euro l’anno. Questo è almeno quanto mi risulta.
Allora,  facciamo un saltino qua e là… e iniziamo con quello che sembrerebbe una favola.

   Sino a fine novembre 1943, Mussolini rifiutò ogni appannaggio non solo a titolo personale, ma anche per le spese della sua segreteria. Il Ministro Pellegrini-Giampietro in una memoria pubblicata su Il Candido del 1958, ha scritto: "Nel novembre era stato preparato un decreto, da me controfirmato, con il quale si assegnava al capo della R.S.I., l’appannaggio mensile di 120mila lire. Il decreto, però, che doveva essere sottoposto alla firma del Capo dello Stato (a Benito Mussolini, nda), fu da lui violentemente respinto una prima volta. Alla presentazione, effettuata dal sottosegretario di Stato, Medaglia d’Oro Barracu, ne seguì una seconda del suo segretario particolare Dolfin. A me che, sollecitato da Dolfin e dall’economo, ripresentai per la terza volta il decreto, Mussolini disse: <Sentite Pellegrini, noi siamo in quattro: io, Rachele, Romano e Annamaria. Mille lire ciascuno sono sufficienti>.

Dovetti insistere nel fargli notare che, a parte l’insufficienza della cifra indicata, in relazione al costo della vita, occorreva tener conto delle spese della casa e degli uffici. Dopo vive sollecitazioni finì per accettare, essendo egli anche Ministro degli Esteri, solo l’indennità mensile di 12.500 lire assegnata ad ogni ministro. Nel dicembre del 1944, però, mi inviò una lettera  che pubblicò, rinunciando ad ogni e qualsiasi emolumento, ritenendo sufficienti alle sue necessità i diritti d’autore". 

Infatti a guerra terminata la moglie del Male Assoluto, data l’indigenza in cui si trovavano lei ed i figli, chiese allo Stato italiano (quello nato dalla Resistenza) la pensione del marito, in quanto, bene o male, era stato capo del governo per più di vent’anni. Ebbene l’INPS si trovò in difficoltà nell’assegnare la pensione in quanto il marito aveva sempre rifiutato qualsiasi emolumento. Questo ricordo è dedicato ai vari Andrea Signorelli e ai centomila suoi Gemelli.

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