lunedì 23 settembre 2013

Paradossale ma purtroppo vero

 
Fonte: Promiseland

Testo di Fabio Imperadore

Alle persone che ti circondano, con le quali parli di tutto quello che c’è dietro e attorno ad esempio alla macellazione di carne, fa uno strano effetto sentir parlare di argomenti scomodi.
Accenni, dopo una domanda di approfondimento fatta dal tuo interlocutore, a come vengono uccisi i manzi oppure a come vengono fatti soffrire, senza addentrarti troppo nello specifico e subito, di risposta, vedi la persona rifiutare quello che dici, facendo una faccia un po’ schifata, bloccandoti con la mano e pregandoti di fermarti, magari aggiungendo un “per carità non mi dire più niente. Queste cose non le voglio sentire… figurati vederle!”. Allora rimango allibito. Cosa c’è dietro questo comportamento? Non voglio additare e nemmeno biasimare nessuno. Quello che mi chiedo è se le persone hanno un comportamento coerente nella propria vita.



Ho riflettuto su questi argomenti, scervellandomi, e alla fine sono arrivato alla conclusione che esiste un tipo di uomo o un’area di uomini “particolari” che fanno parte della nostra quotidianità.

Sono quelle persone che affermano di amare gli animali, ma nello stesso momento li mangiano. Parlano magari del proprio gattino, di quanto è cresciuto, di quanto è carino, durante il pranzo, mangiando una bella fetta di controfiletto: come se ci fossero animali di serie A e di serie B.

Sono quelle persone che magari hanno in adozione un asinello, sfuggito alla macellazione, non mangiano né salame né salsiccia derivante da questo bellissimo animale, ma in compenso mangiano pesce e hamburger.

Sono quelle persone che non vogliono guardare la tristezza, la ferocia degli allevamenti e la macellazione di carne, ma che entrano tranquillamente in un locale in cui sono appesi alle pareti foto di maiali appena scuoiati, perché il locale fa tendenza.

Sono quelle persone che gridano allo scandalo parlando della corrida, ma poi sono i primi a farsi la grigliata la domenica comprando 10 kg di carne di maiale.

Sono quelle persone che si indignano, giustamente, con il vicino di casa che tiene alla catena il proprio cane, senza acqua e sotto il sole cocente, ma che poi vanno al lago la domenica a pescare.

Sono quelle persone superficiali che pensano che gli animali non siano uguali a noi e che si scandalizzano se noi affermiamo il contrario e, anzi, sostengono che sia giusto sfruttarli, anche se non utilizzano il termine “sfruttare” perché troppo negativo e troppo poco politically correct, preferiscono il più naturale “mangiare”), perché alla fine è sempre stato fatto così, fin dalla notte dei tempi, e comunque l’animale è stato abbattuto da qualcun altro!

Sono quelle persone che si girano dall’altra parte perché non hanno il coraggio di affrontare gli effetti delle proprie azioni, a cui da’ fastidio vedere, sapere e toccare con mano il fatto che siano parte attiva di un ciclo di produzione di sfruttamento degli animali.

Sono quelle persone che ragionano in maniera specista. Allora anche noi potremmo ragionare come loro, catalogarli in un sottosistema.

Sono proprio quelle le persone che appartengono al girone degli ignavi, coloro che non prendono mai posizione in nulla oppure solo in qualcosa. Sono proprio loro le persone ipocrite che non danno coerenza alle proprie azioni.
                                                                                                                                                                 
Sono quelle persone che non vogliono “guardarsi dentro” e che non vogliono migliorare la loro situazione o coltivare un comportamento più amorevole, che deve passare necessariamente da un profondo senso di umiltà e apertura mentale.

Mi permetto una riflessione.

Gli animali hanno la bocca ma non possiedono il dono della parola per farsi capire. Voi sì. Usatela non per mangiare animali ma per far fuoriuscire parole di pace, di amore, di armonia ma soprattutto di difesa in favore degli esseri che, purtroppo almeno per questa vita, non possono difendersi da soli.

Nessun commento:

Posta un commento