giovedì 24 ottobre 2013

E l'uomo creò Dio

 

Qualsiasi manuale di storia della filosofia comincia riconoscendo che circa 2600 anni fa in Grecia a partire da Talete accadde un fatto straordinario per la cultura occidentale: l'uomo cominciò a guardare il mondo con occhi diversi. Nacque la filosofia: il mitos fece posto al logos. Da quel momento, e per circa nove secoli, il pensiero filosofico poté liberamente tentare l'interpretazione del mondo e fu così che nacque l'episteme. L'avvento del cristianesimo (attraverso la verità rivelata) significò tout court il ritorno al mito. La fede veniva sostituita al logos che diventava inutile poiché la verità non andava più ricercata: essendo stata rivelata era sufficiente avere fede nella rivelazione. Successivamente, con Costantino che vide nel cristianesimo l'ideale Instrumentum regni e con Teodosio il quale promulgando nel 380 l'editto di Tessalonica, rese il credo niceno religione unica e obbligatoria dello stato, iniziò un lungo periodo che durò fino al Rinascimento, e oltre, in cui la verità asserita dal cristianesimo si impose come verità unica attraverso la persecuzione dapprima dei pagani, fino agli inizi del VI secolo, e poi con cinquecento anni di inquisizione, a partire dal XIII secolo, in cui tutte le eresie vennero estirpate. Bisogna attendere Spinoza e il suo Trattato Teologico Politico per trovare un significativo tentativo di demitizzare le sacre scritture e quindi le verità rivelate riconducendole alla sua genesi "mitica". 

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