sabato 5 ottobre 2013

Una omeopatica iniezione d’ipocrisia

 


MONTENARS. Sull’altare, accanto a crocifisso e messale, un cestino per gatti da cui proviene un insistente miagolio, poco più in là la gabbia contenente un coniglietto bianconero e due vasetti di vetro portati dai bambini: sotto il coperchio in uno si intravvede un moscerino, nell’altro un numero imprecisato di insetti di colore verde che a uno sguardo più attento si riveleranno cimici della soia.
E’ con questa insolita compagnia - alla quale si è aggiunta via via una miriade di bestiole - che don Dino Pezzetta, parroco di Montenars, ieri ha celebrato, per il quarto anno consecutivo, la messa dedicata agli animali nella ricorrenza di San Francesco d’Assisi.


Il sagrato della chiesa di Sant’Elena, un posto che più adatto allo scopo non potrebbe essere - ha visto arrivare alla spicciolata, condotti dai loro proprietari, cani di ogni razza, gatti racchiusi nei trasportini, vaschette con tartarughe, qualche canarino infreddolito.

Ma a catturare l’attenzione sono stati gli animali più grandi, quelli che per un pomeriggio hanno lasciato la stalla per salire fin lassù sotto il Cuarnan, dove la chiesa ricostruita si affaccia su una specie di balcone verso la pianura, su prato verdissimo, luogo ideale per accogliere tutti in un rito che sa di festa di campagna, dove la semplicità francescana è la parola d’ordine.

E così arrivano due cavalli del vicino agriturismo, la mucca e due vitelli di Ennio, l’allevatore. E ancora gli asinelli e le pecore, ai quali è riservato l’angolo sotto gli alberi. E alla compagnia si aggiunge un tacchino portato sottobraccio dal suo proprietario.

Davanti all’altare, accanto a galline e conigli, si radunano i bambini, tra cestini di frutta e di fieno che saranno distribuiti dopo l’offertorio. E’ una messa dedicata a loro, alle creature che San Francesco ci insegnò ad amare, e più in generale alla natura , «che il Signore ha voluto bella e buona e contro la quale noi commettiamo troppi peccati» ha detto don Dino, che ha anche chiesto a Dio di «farci fare pace con tutte le sue creature», non senza dimenticare i conflitti nel mondo e la tragedia di Lampedusa «quei morti per l’insensibilità nostra e di tutto il consorzio internazionale» ha ricordato il sacerdote.

Ma è una messa assolutamente unica quella che si celebra a Montenars, e ieri se ne è avuta riprova. La gente lo sa e anche ieri è accorsa numerosa, e ogni nuovo arrivato a quattrozampe è stato accolto con curiosità dai bambini entusiasti ma anche dagli adulti. Don Dino sa che non ci si può formalizzare troppo e così la sua messa è scivolata via veloce mentre i più piccoli si rincorrevano, le preghiere venivano coperte dall’abbaiare dei cani, dal raglio di un asino, dal miagolio dei gatti e dalle voci dei bimbi.

Non c’è stata neppure l’omelia, perché l’ottobre è già fresco e il tardo pomeriggio sotto i monti si fa sentire, ma ai cuori di tutti è giunto quel messaggio di pace e di amore per il Creato che don Dino chiede di testimoniare, anche con il piccolo gesto che anche ieri si è ripetuto allo scambio del segno di pace, con l a zampa del proprio fedele amico stretta in un gesto di affetto, in una promessa di amore reciproco che non può conoscere tradimento.

Nessun commento:

Posta un commento