mercoledì 6 novembre 2013

Tragico ed ironico destino

 
FONTE

Elin Krantz, era una ragazza conosciuta da tutti come una delle tante belle ragazze svedesi, bionda, sempre disponibile, allegra e sorridente. Purtroppo di Elin é rimasto solamente il cadavere, ritrovato dopo essere stato buttato vilmente nella terra, dove giaceva in stato di decomposizione da circa sei mesi. In questo caso sarebbe riduttivo parlare semplicemente di ironia della sorte. Stiamo parlando infatti di una donna che da sempre si batteva per una Svezia multietnica, finita violentata e uccisa da uno di quegli immigrati per la cui difesa aveva dedicato la vita. Possiamo soltanto immaginare che, probabilmente, negli ultimi attimi prima della morte, guardando il suo carnefice dimenarsi sul suo corpo quasi esanime, possa aver mutato le sue idee politiche; ma ormai questo non conta. Quel fatidico giorno di circa sei mesi fa, Elin e il suo assassino viaggiavano sul medesimo tram nel quartiere di Hisingen, prima di quel momento infatti i due non si erano mai visti. Il corpo della povera ragazza è stato ritrovato, con evidenti segni di violenza, in una zona boschiva non lontano dalla fermata di quello stesso tram. L’assassino africano, viveva in Svezia con lo status di “rifugiato”. 


Oggi il ventitreenne aspetta il suo processo in carcere, accusato di omicidio e stupro aggravato. Secondo l’accusa, l’aggravante deriverebbe proprio dall’estrema spietatezza impiegata nella commissione del delitto. Elin era una progressista convinta, era uno dei membri attivi della comunitá di Facebook “Ci piace la diversità”. Addirittura, secondo qualcuno si sarebbe resa protagonista, cantando l’inno nazionale svedese, in un video di propaganda per una campagna di sensibilizzazione a favore del “melting pot”. Quando si dice “oltre al danno anche la beffa”! Ad oggi i contribuenti svedesi sono costretti a mantenere l’africano in carcere in condizioni dignitose, nonostante il soggetto abbia dimostrato di non nutrire il minimo rispetto per la vita umana.

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