giovedì 12 dicembre 2013

Affittasi sogno

Un italiano che ho conosciuto ieri e che, nonostante abbia una storia interessante da raccontare esige l'anonimato, afferma che non si deve far sapere ai turisti quanto sia pericoloso il Madagascar. La mia opinione invece è che la verità debba venire prima di ogni altra considerazione, in virtù del principio che è preferibile un'amara verità piuttosto che una dolce menzogna. Qui comunque non sto parlando di criminalità, benché su tale tema ce ne sarebbero, di cose, da dire, ma dei rischi che si corrono volendo comprare case e terreni in Madagascar. Per arrivarere a Itampolo, come già accennato, ho preso un camion-brousse Mercedes modello 1932, con 10 cilindri che sviluppano 320 cavalli. Non sono riuscito a sapere la cilindrata perché probabilmente i francesi hanno un modo tutto particolare di trattare la tecnologia e per essi - e quindi anche per i malgasci - la cilindrata di un mezzo a motore non è determinante. Fatto sta che, bomba o non bomba, come cantava Venditti, siamo arrivati a Itampolo con un mandato esplorativo per conto terzi.

Quando mi sono recato all'appuntamento con i due fratelli sedicenti proprietari di un ettaro di terreno fronte mare, l'assassino a piede libero Lahindraza e l'orbo-da-un-occhio Misiazy, sapevo che non avremmo concluso niente di concreto, ma che avrei solo raccolto informazioni. Loro, pero', non lo sapevano e si sono arrabbiati con Max, fratello di Dongary, che per primo mi aveva messo al corrente dell'opportunità. Quando si vogliono comprare terreni in Madagascar, c'è da considerare che si possa trattare di una truffa, cioè che il venditore non sia il vero proprietario, che rimane all'oscuro di tutto. Di modo che, ci puo' essere un falso venditore e molti ingannati acquirenti. E poi sono dolori!
Ma la perfidia dei truffatori si spinge fino al punto di corrompere l'eventuale funzionario del demanio, che testimonia il falso all'atto di vendita, spartendosi poi il ricavato con il truffatore. Il vazaha pensa: siamo nell'ufficio governativo del catasto, o come diavolo si chiama l'apparato burocratico preposto alla compravendita di terreni, e quindi non ci possono essere dubbi. E invece no! L'unico posto su tutta l'isola dove si puo' essere sicuri di non venir truffati è a Tanà, la capitale. In tutte le altre città non si combina niente.
                                                                                                                                                               
Oltretutto, e qui veniamo al punctum dolens, Itampolo ha una delle più belle spiagge del Madagascar ma il mare non è balneabile per via delle grosse onde presenti tutto l'anno. Quasi quasi è meglio la spiaggia di Beheloka, dall'acqua color ametista, rispetto a quella di Itampolo, bella ma impossibile. In entrambi i casi la barriera corallina dista un centinaio di metri dalla riva e quindi Itampolo è ottima per le immersioni da parte degli appassionati di ittiologia. E anche da parte dei sub armati di fiocina, purtroppo. Per tale ragione, e soprattutto per la distanza da Tulear, Itampolo non ha mai avuto uno sviluppo turistico e l'unico albergo dotato di sette bungalow, con annesso ristorantino dal menù occidentale, è il Sud Sud, di proprietà di un malgascio, ma dato in gestione al francese Pierre. E' anche l'unico posto dove si trovino bevande ghiacciate, avendo il Sud Sud un generatore di corrennte, insieme a un dispositivo che sfrutta l'energia eolica. In francese, paneau aulienne.
Gli altri bungalow di Itampolo sono di un malgascio di etnia Merina, di nome Nanni', che pero' non li ha ancora completati per mancanza di soldi. Non ha ancora messo la toilette nelle camere e, se non ricordo male, non le aveva messe neanche quattro anni fa. Ha solo una latrina esterna per tutti i clienti. Spartano, troppo spartano per i miei gusti. Lui chiede 25.000 ariary a notte a differenza del Sud Sud che ne chiede 60.000, rispettivamente 8 e 20 euro.
L'ostacolo determinante, per chi volesse fuggirsene dall'Italia e investire in Madagascar, consiste nel fatto che per arrivare a Itampolo ci sono tre possibilità, due via terra e una via mare. La prima è quella che ho scelto io, con 15 ore di camion-brousse, viaggiando in cabina; la seconda con auto propria o a noleggio, usata per esempio da Avventure nel Mondo e impiegando 7 ore. La terza con motoscafo veloce, via mare, mlettendoci 4 ore, ma i costi sarebbero esorbitanti. In questo caso si tratterebbe veramente di un turismo d'élite e gli affari sarebbero scarsi. Più distante è il luogo di villeggiatura e meno turisti arrivano. Meno turisti arrivano e meno affari si fanno. E' una logica di mercato che stronca ogni velleità imprenditoriale. Con buona pace dei fratelli Lahindraza e Misiazy.
C'è pero' un'altra ghiotta opportunità, a parere di Andrea Barbieri, e si tratta della pizzeria con annessi tre bungalow, costruita da Luigi, di Reggio Emilia, che in Italia faceva il benzinaio e in Madagascar ha imparato a fare le pizze. La sua pizzeria "Libertà" si trova a Mangily, a 50 minuti di pick up-brousse da Tulear, ma ora la gestisce - male - un francese, poiché Luigi si è trasferito a Ranohira, facendo un salto decisamente notevole, cioè passando dalla spiaggia con le palme alle montagne brulle del Parco Nazionale dell'Isalo. Il perché lo sa solo lui. Forse ha voluto voltare una pagina della sua vita.
A Mangily, essendo rinomata da anni, con spiaggia balneabile e barriera corallina, ed essendo affollata da turisti tutto l'anno, gli assalti notturni sono aumentati, in questi ultimi anni, in modo direttamente proporzionale all'aumento della povertà. O con il peggioramento delle condizioni socio-politiche dovute al golpe del 2009, quando Marc Ravalomanana ha dovuto lasciare il seggio presidenziale ad Andry Rajoelina. Fra pochi giorni, il 20 dicembre, ci sarà il ballottaggio fra il candidato dell'uno e dell'altro e potrebbero esserci delle sorprese. Cioè potrebbe scapparci il morto. Io parto proprio quel giorno.
Luigi prese possesso del terreno dal proprietario, un colonnello dell'esercito malgascio, per 100.000 ariary al mese (34 euro). Vi costrui' casa e ristorantino, con due forni, uno interno e uno esterno. Più i tre bungalow in muratura. Viveva felice facendo pizze per gli immancabili turisti. Ora che il terreno è stato valorizzato e se, caso mai, il francese dovesse lasciarlo, il colonnello domanderebbe un milione di ariary al mese per l'affitto dell'intera struttura. Ovvero, 344 euro. Facile la vita dei colonnelli, in pensione o meno che siano! Un po' meno quella del vazaha che volesse subentrare al francese attuale gestore.

Li' si troverebbe comunque tutto pronto, ma se si volesse costruire ex novo, solo lo scavo di un pozzo costerebbe 200.000 ariary (68 euro), per un totale complessivo di motopompa di 350.000 (120 euro). Il pozzo dovrebbe scendere a 4 metri di profondità. Un serbatoio per l'acqua, che in francese si chiama chateaux d'eau, dovrebbe essere alto almeno 5 metri e, se si vogliono fare le cose per bene, contenere 20.000 litri d'acqua. Il costo sarebbe di 2.000 euro, comprese le tubazioni per far arrivare il prezioso liquido nei bungalow. Più piccolo il serbatoio, meno si spende. Il generatore eolico terrebbe le batterie sempre cariche, sia per l'acqua che per l'illuminazione.
Infine, a un'ora e mezza di motoscafo veloce da Tulear c'è Anakao, un'isoletta turisticizzata dove arrivano anche i croceristi dal Sudafrica. Anche li' purtroppo la criminalità è arrivata, ma non essendoci mai stato non so dirne di più. Resta comunque un piccolo paradiso tropicale, a mio avviso, e andrebbero approfondite le possibilità di investimento imprenditoriale.
Magari, al prossimo giro.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Ho cercato di adempiere al meglio agli impegni che avevo preso con te.

      Ma le altre località più abbordabili, Mangily e Anakao, sono rimaste fuori dal mio giro.

      Mangily è quella che conosco meglio ed è raggiungibile in 50 minuti di pick-up brousse, mentre Anakao è un'isoletta in cui non sono mai stato e si raggiunge in un'ora e mezza di motoscafo.

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