I duellanti

In poco più di un’ora, Rosario Marcianò spiega a Elia Menta la persecuzione a cui, insieme a suo fratello Antonio, è sottoposto da quando si è messo a parlare di scie chimiche. Questa variegata opera di stalking è realizzata da personaggi in carne e ossa, di cui si conoscono i nomi. Anche se non sono certo che siano pagati dal ministero dell’Interno, bisogna constatare che si stanno comportando come servi del Sistema. Nell’intervista ne vengono menzionati tre, ma ve ne sono tanti altri e sul web sono conosciuti con il termine di debunkers. Il principale è Federico De Massis (Task Force Butler), di Pescara, il secondo è Massimo Della Schiava (Fioba) e il terzo, che ho nelle amicizie Facebook e che commenta spesso sul mio blog, è Angelo Nigrelli (Wasp), sanremese come i fratelli Marcianò. 

L’ostilità nei confronti di Rosario Marcianò si manifesta mediante illegali intercettazioni telefoniche e ambientali, telefonate e mail denigratorie, minacce, anche a terzi, allo scopo di isolare l’interessato e processi a suo carico. Le denunce fatte dal Marcianò vengono insabbiate o se ne perde il fascicolo, quelle fatte dai suoi persecutori vanno avanti e quindi se ne deduce che i debunkers, ma in particolare Federico De Massis, hanno collaboratori occulti presso la magistratura, cosa che non sarebbe possibile se non avessero ricevuto ordini dall’alto, forse da qualche loggia massonica, a cui molti magistrati sono associati. Talvolta, è lo stesso De Masis a lasciarsi scappare l'esistenza di legami tra lui e certi Pubblici Ministeri. Del resto, nascondere microfoni nelle abitazioni non è cosa alla portata dei comuni mortali. Lo hanno fatto anche con me, ma si trattava di carabinieri e poliziotti specializzati, se non addirittura di agenti dei servizi segreti.

I debunkers cantano vittoria e pensano di riuscire a piegare l’animo di Marcianò, come sono riusciti a fare nel recente passato con altri studiosi del fenomeno scie chimiche, ma dal mio punto di vista di vecchio pregiudicato, la pesantezza dei reati contestati al Marcianò è talmente irrisoria che fa bene a non essere preoccupato. L’unica leva a cui i persecutori possono far ricorso è la minaccia di perdere i beni materiali, casa, macchina e stipendio, dato che grazie alla sua fama Rosario Marcianò darebbe troppo nell’occhio se venisse trovato morto in circostanze sospette. La stessa cosa forse si può dire di Paolo Franceschetti. Marcianò vive grazie alla pensione di sua madre, come il sottoscritto, e il pignoramento dei mobili o l'ipoteca sulla casa al momento sono solo una paventata e lontana possibilità.

E inoltre, ad accorgersi che i cieli sono irrorati con sostanze chimiche sono sempre più persone in Italia e questo rende ancora più paradossale la guerra che De Massis, Della Schiava e Nigrelli hanno ingaggiato con Marcianò. Il tutto diventa quasi una questione personale, come fu per quello spadaccino attaccabrighe interpretato da Harvey Keitel nel film “I duellanti”. Solo che quella era finzione, mentre questa è la realtà e non sappiamo quale delle due sia migliore. Si è perso per strada il motivo della persecuzione ma si va avanti per forza d’inerzia. Per partito preso. Non avendo trovato l’intevista su You Tube, non posso pubblicarla qui in chiaro, ma cliccando su QUESTO LINK la si può vedere, finché forse non sarà fatta sparire dagli stessi debunkers per la troppa vergogna che farebbero bene a provare.