giovedì 13 novembre 2014

Il benaltrismo dei negazionisti

 

Testo di Angelo Ruggieri

In un'epoca in cui la formazione e la cultura scientifica di massa sono in uno stato di evidente crisi, i deliri complottisti sono ulteriormente sobillati dalla classe politica, o meglio da una fetta della classe politica. Giorni fa l’europarlamentare del Movimento Cinquestelle, Marco Zullo, ha fatto visita agli attivisti del “Presidio Stop Scie Chimiche di Pordenone”, così come fece mesi addietro anche la collega Eleonora Frattolin, capogruppo del M5S della regione Friuli Venezia Giulia. Zullo si è impegnato a portare il tema delle scie chimiche all’attenzione della commissione agricoltura, di cui fa parte, nonché di approfondire la questione per presentare un’eventuale interrogazione parlamentare. "E’ un dato di fatto – ha dichiarato l'europarlamentare – che i livelli di inquinamento sono aumentati e, per tutelare i cittadini, va capita la correlazione che esiste tra questi dati ed eventuali sperimentazioni".


Senza dubbio un "gesto nobile"...ma, purtroppo, i problemi seri sono ben altri. I recenti e sempre più frequenti, drammatici, episodi alluvionali riportano continuamente a galla, ahinoi, l’annosa questione del dissesto idrogeologico, una delle piaghe "incurabili" del nostro Bel Paese. A tal proposito stridono con la realtà, in un'ottica interpretativa assolutamente soggettiva, le continue attenzioni dei nostri politici nei confronti di "aria fritta".
“Quando nascono comitati – affermava la Frattolin – significa che la gente è preoccupata: è compito della Regione dare risposte”. Asserzione assolutamente condivisibile da un punto di vista morale, meno da quello dell’adeguatezza, soprattutto in una regione ove il 68% dei comuni è a rischio idrogeologico, cioè a rischio di frane, alluvioni e disastri naturali (dati a cura di Legambiente e dal Dipartimento di Protezione Civile). Prevenzione e governo del territorio sarebbero azioni indispensabili per prevenire tragedie come quella di Genova, Carrara e Refrontolo, tanto per citarne alcune.

Signor Zullo, nonostante la Sua giusta attenzione verso dei cittadini “preoccupati” che “non hanno ancora ottenuto delle risposte serie e che manifestano un malessere“, nonostante ritenga corretto dare risposte e rassicurazioni in merito, le cosiddette “scie chimiche” possono tranquillamente attendere. Semplicemente perché non esistono. Non possono attendere, invece, tutti quei fattori che rappresentano elementi di criticità e che esistono davvero: la densità della popolazione, la progressiva urbanizzazione, l’abbandono dei terreni montani, l’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano, aumentando l’esposizione ai fenomeni e quindi il rischio stesso.

Nessun commento:

Posta un commento