mercoledì 5 novembre 2014

La parola agli spiumatori

 

Moncler, a seguito della trasmissione di Report di domenica 2 novembre, specifica che tutte le piume utilizzate in Azienda provengono da fornitori altamente qualificati che aderiscono ai principi dell’ente europeo EDFA (European Down and Feather Association), e che sono obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali, come riportato dal Codice Etico Moncler (sezione Governance al punto 6.4). Tali fornitori sono ad oggi situati in Italia, Francia e Nord America. Non sussiste quindi alcun legame con le immagini forti mandate in onda riferite a allevatori, fornitori o aziende che operano in maniera impropria o illegale, e che sono state associate in maniera del tutto strumentale a Moncler.



Per quanto riguarda la produzione, Moncler conferma, come già ha comunicato inascoltata a Report, che produce in Italia e in Europa: in Italia quantità limitate, e in Europa nei luoghi deputati a sostenere la produzione di ingenti volumi con elevato know-how tecnico che garantisca la migliore qualità riconosciuta a Moncler dai consumatori. Moncler non ha mai spostato la produzione come afferma il servizio, visto che da sempre produce anche in Est Europa. In Italia ha mantenuto collaborazioni efficienti con i migliori laboratori. Per quanto riguarda i ricarichi, il costo del prodotto viene moltiplicato, come d’uso nel settore lusso, di un coefficiente pari a circa il 2,5 dall’azienda al negoziante, a copertura dei costi indiretti di gestione e distribuzione. Nei vari Paesi la distribuzione applica poi, in base al proprio mercato di riferimento, il ricarico in uso in quel mercato. È evidente quindi che le cifre menzionate nel servizio, che prendono in considerazione solo una piccola parte del costo complessivo del prodotto, sono del tutto inattendibili e fuorvianti. L’azienda ha dato mandato ai propri legali di tutelarsi in tutte le sedi opportune.

4 commenti:

  1. Ho letto in questi giorni commenti indignati di persone che hanno visto questo servizio, e non credo che queste persone fossero degli estremisti vegani.
    Mi chiedo cosa succederebbe se alla tv mostrassero come si ottiene la carne, senza invece far vedere (in trasmissioni bucoliche quali Linea Verde e simili) le vacche felici al pascolo e un secondo dopo una tavolata piena di pezzi delle suddette vacche già sezionati: e la fase intermedia tra la vacca viva e i suoi pezzi sistemati sul tavolo perchè non la mostrano?
    Non c'è alcun problema a mostrare, dei vegetali, la fase analoga a quella dell'uccisione e macellazione dell'animale, ossia quella del raccolto. Invece è tabù far vedere gli animali al mattatoio.
    Solo a fare questa considerazione si capisce come la popolazione sia psicologicamente insana, se mangia carne ma poi non vuol vedere come si ottiene, dato che la cosa susciterebbe orrore e schifo, nonchè empatia nei confronti dell'animale.
    Poi però gli "anormali" sono i vegetariani e vegani che scelgono di non contribuire a tutto questo.
    Il mondo al contrario.

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    1. Forse c'è del vero in quanto affermato da alcuni utenti di Come don Chisciotte, laddove affermano che si è voluto colpire l'ennesima industria italiana, operazione che gli Illuminati conducono già da un po', allo scopo di far fallire l'Italia.

      Evidentemente, l'industria della carne, al momento, è troppo ramificata, diffusa, potente e accettata socialmente perché la tivù pubblica la diffami divulgando informazione su mattatoi e altre piacevolezze.

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  2. Chissà i clienti dei ristoranti come reagirebbero se mentre mangiano venissero proiettate su uno schermo visibile a tutti le fasi dell'uccisione e della macellazione degli animali che si mangiano... se accadesse lo stesso coi vegetali non ci sarebbe nessun problema.

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    1. Nell'agosto del 2013 c'ero anch'io a Firenze, in occasione della marcia contro il carnivorismo. Davanti al corteo c'era un furgone di quelli usati per la pubblicità, chiamati "vele", solo che aveva un maxi-schermo su cui si mostravano esattamente quelle scene. Ai lati delle strade cittadine, c'erano molti giapponesi con la bocca aperta e le macchine fotografiche in funzione.


      Il problema è che non si attua il collegamento mentale tra il cibo e l'animale vivo, per cui i passanti possono indignarsi per un breve momento e poi entrare al ristorante e abbuffarsi di carne.

      L'ideale sarebbe rovinargli l'appetito mentre stanno mangiando, ma non mi risulta che sia mai stato fatto.

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