martedì 16 dicembre 2014

I rettiliani amano la carne di daino



“Aspetta un attimo, ché non voglio finire sui giornali”, disse il cacciatore al complice che si apprestava a scendere dall’altana. Noi eravamo sotto, tre donne e io. La più arrabbiata sul momento sembrava essere Francesca, a destra della foto, venuta sola da Firenze, e che aveva subito ingaggiato una schermaglia verbale con i cacciatori, mentre Donatella e Marzia, al centro e a sinistra della foto rispettivamente, stavano più distanti. Io non ho aperto bocca, ma che tenessi una macchina fotografica in mano deve aver fatto loro credere che fossi un giornalista, spingendoli ad aspettare l’arrivo dei carabinieri, mentre se ne stavano a quattro metri d’altezza dal suolo, dietro la copertura del telone dell'appostamento. Che non volessero mostrare la faccia è indice della vergogna che probabilmente provano, svergognati come sono, a uccidere bellissimi animali a tradimento, sparandogli mentre vagano nei campi alla ricerca di cibo.


Solo il giorno prima, infatti, il Resto del Carlino di Ravenna aveva dedicato l’intera prima pagina alla questione dei daini della pineta di Classe e il giornalista Carmine Domini, come fanno di norma tutti i giornalisti, aveva infiorato un po’ la notizia, ricamandoci sopra e andando a pescare su Facebook le frasi più stupide e inquietanti che vi circolavano sulla questione. I boccaloni, tra cui i nostri due valentuomini sospesi, ci erano cascati. Avevano creduto alle parole di qualche stupidino che diceva: “Mettiamo le bombe”, oppure: “Perché non ammazziamo i cacciatori?”. Ora, sappiamo tutti che Facebook è lo sfogatoio perfetto per le frustrazioni che tutti noi coviamo per il senso d’impotenza dovuto a non riuscire a salvare gli animali, ma da anni sappiamo come gestire questa sensazione e scriverlo nero su bianco sul web, oltretutto, non serve a niente, se non a dare a pennivendoli come il signor Domini il pretesto di descrivere l’intero movimento animalista come composto da potenziali assassini, distogliendo così dall’attenzione della frastornata opinione pubblica il fatto che i veri assassini sono i cacciatori.

Si è voluto forse innescare un processo simile a quello inscenato con Caterina Simonsen, che si è mostrata come l’esempio vivente della bontà della vivisezione, nonché vittima degli animalisti che, per questo, le avevano augurato di morire. Anche in quel caso, si è trattato di una manovra di distrazione del focus, dei veri criminali che truffano i malati per il proprio tornaconto. Con l’uccisione dei daini di Ravenna, decisa dalla Provincia, e con la caccia in genere, se anche dietro l’articolo del giornalista ci fosse stata una regia volta ad attuare lo stesso giochetto, sarà difficile portarlo avanti e ottenere gli stessi risultati, giacché sull’uccisione gratuita di animali selvatici in questi ultimi trent’anni in Italia è maturata una coscienza collettiva molto forte, mentre sulla ricerca medica ancora non è successo.

Ad ogni modo, fintanto che i due cecchini in mimetica indugiavano appollaiati sull’altana, lo scambio di battute con Francesca è continuato fino all’arrivo delle forze dell'ordine. Uno di loro le ha chiesto, ma la domanda era rivolta a tutti noi: “Perché non andate a protestare davanti alla Provincia?”, lasciando intendere che loro non c’entravano niente e che erano solo meri esecutori di ordini pervenuti dall’alto. A me, se questo era il reale pensiero del cacciatore, viene in mente il processo di Norimberga. Sono solo un semplice esecutore di ordini, dissero in quel caso gli imputati. E ammazzo i daini in sovrappiù. Giustamente Francesca gli ha risposto che la responsabilità è tutta sua, perché da una persona dotata di coscienza ci si aspetta che si rifiuti di obbedire ad ordini che ritiene sbagliati, tenuto conto che non c’è il pericolo di finire davanti alla corte marziale e ad uccidere animali lui non solo è abituato, ma gode nel farlo. Trattandosi di malfattori, i cacciatori sono esperti nell’arte di cambiare ipocritamente le carte in tavola. O almeno ci provano, con scarsi risultati come in questo caso. I pubblicitari delle industrie farmaceutiche, viceversa, hanno migliore fortuna e sotto la minaccia delle malattie, spontanee o programmate che siano, la gente ci casca. Con la caccia siamo più smaliziati.

Il fatto è, cara Francesca, che non tutti gli esseri umani sono dotati di coscienza, cioè di anima, a dispetto delle menzogne della Chiesa che garantisce il paradiso a tutti, dopo la morte. Anche a quelli come i nostri due baroni rampanti che elargiscono la morte in modo sistematico, rendendo un inferno la vita degli animali e anche un pochino la nostra, che li consideriamo persone e non bersagli mobili.

Quando poi la FIAT Punto dei carabinieri è arrivata, io mi sono fatto in disparte, spostandomi da sotto l’altana dalla quale avrei potuto prendermi qualche sputo, e solo in quel momento i due armigeri sono scesi. Ho evitato di fotografarli perché se se ne fossero accorti, avrebbero potuto chiedere ai militi di farsi consegnare il rullino, trattandosi di una macchina fotografica analogica, e siccome dagli sbirri mi aspetto di tutto, non volevo correre il rischio di perdere le foto fatte finora. Con l’altra, la piccola digitale, ho ripreso invece i due cacciatori a confabulare con i carabinieri. I quali non hanno potuto far altro che constatare come costoro fossero in regola con la legge, se non altro con il decreto della Provincia di Ravenna che ha deciso l’abbattimento di 67 daini, considerati in sovrappiù rispetto al numero totale. Se questa decisione è stata presa è perché le province italiane sono da sempre in mano al mondo venatorio, trattandosi di luoghi dove si gestisce il territorio, strade, foreste e fauna comprese. Il Sistema mafioso che ci comanda sa quanto sia importante mettere gli uomini giusti nei posti giusti e i cacciatori, questa regola, la conoscono molto bene.

Poco prima, in un’altra zona dove eravamo arrivati col buio, la nostra presenza aveva tenuto lontani dal pericolo i daini e già questo basta per dire che qualcosa di utile la nostra azione ha fatto, ma anche obbligare gli arroganti killers a mostrare i documenti alle forze dell’ordine è una piccola soddisfazione che abbiamo potuto prenderci. A noi li chiedono regolarmente e quel giorno a me li hanno domandati due volte, due pattuglie diverse in due luoghi diversi. Solo che noi siamo abituati, mentre i cacciatori, che in questo caso si erano sentiti investiti del ruolo di professionisti ingaggiati dalla Provincia, può esser sembrata una mancanza di rispetto nei loro confronti. Del resto, la legge non guarda in faccia a nessuno e se un’autorità concede il permesso di sparare, un’altra autorità potrebbe revocarglielo o comunque controllare le generalità degli sparatori. E’ un po’ come quel pugile che a un amico disse mestamente di aver preso un sacco di pugni dall’avversario, ma subito dopo disse anche, orgogliosamente: “Dovevi vedere com’era ridotta la sua mano!”.

Noi e gli animali veniamo massacrati, i secondi in senso letterale, mentre ai cacciatori, che la loro stampa amica tende a descrivere come vittime, viene causato il disturbo di interrompere il loro sacro compito mostrando ai carabinieri la carta d’identità. Questo per lo meno è ciò che è successo lunedì 15 dicembre, mentre qualche giorno prima, come riferito dall’articolo del Resto del Carlino, ignoti avevano abbattuto un paio di altane, costituite di tubi innocenti appoggiati a terra e ancorati con cavi d’acciaio. Dunque, qualche seccatura in più l’hanno provata e forse ciò che più dovrebbe far preoccupare i responsabili di tale strage, i funzionari della Provincia, è la cattiva fama che Ravenna si sta facendo in questi giorni, grazie agli animalisti che non si fanno i fatti loro, ma anche grazie a Striscia la Notizia che, non potendo mandare Edoardo Stoppa impegnato altrove, ha fatto fare il servizio sui daini di Ravenna al mago Antonio Casanova. 

Quando la sera ho visto in tivù le immagini degli “scontri” tra cacciatori e animalisti di qualche giorno fa, ho provato la soddisfazione di sapere che un programma visto da milioni di italiani è dalla parte degli animali, cosa non scontata. Se la televisione di Stato, la RAI, come abbiamo visto pochi giorni addietro, sta dalla parte delle industrie farmaceutiche, come mai Mediaset, che è stata creata da un imprenditore capitalista, si permette di ostacolare le industrie armiere e di umiliare la provincia di Ravenna? Devo dedurne che Berlusconi lascia più libertà ai suoi registi e produttori, mentre la RAI è stata da tempo colonizzata dal potere economico più becero e criminale, che non si limita a uccidere daini, ma fa fuori lentamente milioni di pazienti umani.

Al termine della nostra azione di disturbo, anche se non abbiamo potuto visitare tutte e venti le altane dislocate tra i campi e la pineta, siamo andati tutti e otto al bar, a bere qualcosa di caldo. E’ stato lì che ho potuto conoscere Riccardo, che si vede al centro della foto con la berretta arancione, e parlare con lui, mentre con Bruno avevo scambiato qualche chiacchiera poco prima, rimanendo a guardia delle nostre macchine. Di Giuseppe non so nulla e costoro, insieme a Donatella, sono attivisti del posto, a differenza di Francesca venuta da Firenze e di me, Massimo e Marzia venuti dal Friuli. Riccardo è ebreo, di nazionalità italiana, fa il programmatore e pensa che quanto scritto da Ariel Toaff nel libro “Pasque di sangue” siano tutte menzogne. Bruno è pensionato e ha tre pagine su Facebook sulla meditazione, sulla difesa personale e sul Tantra. Scrivo questi particolari per connotare il movimento animalista, altrimenti la gente continuerà a credere che esso sia composto da potenziali assassini che augurano la morte a ragazze malate e a onesti cittadini che pagano le tasse. La verità è che, prendendo a paradigma Bruno e Riccardo, gli animalisti sono persone che usano la testa e il cuore, a differenza dei cacciatori e di tanti altri membri di questa società cadaveriana che usano la pancia e lo stomaco. Sono persone antispeciste che se anche si interessano di temi stravaganti come la filosofia tantrica o difendono l’operato genocida del governo israeliano, non fanno concretamente del male a nessuno, a differenza degli specisti che hanno, chi più chi meno, le mani grondanti di sangue animale.

Ripreso il viaggio di ritorno in mattinata, con Massimo come autista e sua moglie Marzia seduta al suo fianco, a Latisana siamo stati intercettati dai carabinieri, a mo’ di ciliegina sulla torta, che ci hanno chiesto nuovamente i documenti e che probabilmente erano stati allertati dai loro colleghi ravennati. Cioè, forse erano stati avvisati che sulla tale macchina, del tal colore c’era un pregiudicato, il sottoscritto, di ritorno da un’azione di disturbo contro i cacciatori. O forse è stato del tutto casuale e la stanchezza del viaggio ha portato me, Marzia e Massimo a immaginarci chissà quale oscuro complotto. I daini intanto, escluso il martedì e il venerdì, continueranno ad essere sotto il mirino dei paladini dell’ambiente, che porteranno a un macellaio locale i cadaveri da cucinare per loro stessi in gioioso convivio, nonostante Eleonora Schonwald, una tedesca possidente della zona, si sia offerta di recuperarli in blocco e di sistemarli nella sua vasta tenuta. La verità è che il pericolo di incidenti stradali causati dagli ungulati è solo un pretesto per accaparrarsi quintali di ottima carne. E loro, funzionari e cacciatori, da bravi rettiliani quali sono, non hanno saputo resistere. A noi, terresti D.O.C. ci prendono per fessi! 

4 commenti:

  1. Già che ci siamo, poiché mi dai lo spunto, parlerò di Telethon.
    La tv di stato fa schifo.
    Telethon fa schifo, e guarda caso sono arrivati i celerini.
    Non ti pare strano che ogni volta che c'è di mezzo la tutela degli animali , si faccia in modo che tutto vada a puttane, con notizie di gente che avrebbe addirittura spintonato i disabili?
    Non credo che gli animalisti veri facciano queste cose.
    Infiltrati?Come i Black block? Astuzie di Big Pharma?
    Si vuole screditare il mondo animalista genuino e pacifico. NON CI STO.

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    1. Se mi metti il link dove gli animalisti avrebbero spintonato disabili, ti sono grato.

      Se così è stato ufficialmente detto dai mass-media, i casi sono due: o è una menzogna o, come dici tu, si tratta di infiltrati che hanno come scopo di gettare discredito sugli animalisti.

      A Genova, nel luglio del 2001, hanno agito proprio così ed è un vecchio metodo dei servizi segreti.

      La posta in gioco è alta, riguarda la coscienza dell'uomo e siccome le forze oscure che comandano il mondo traggono profitti economici dagli animali, fanno di tutto per far fallire ogni acquisizione di consapevolezza da parte delle persone.

      Ci vogliono tutti schiavi ottusi, obbedienti e senz'anima. E' l'antica battaglia fra Luce e Tenebre. Non c'è da stupirsi.

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    2. No, Roberto, riprendo quanto ho scritto prima; in realtà si tratta di accuse farlocche fatte da gente contro gli animalisti, in realtà nessuno dei presenti ha spintonato o buttato petardi sui bambini disabili, sono cazzate dette a proposito da chi vuol gettare discredito sui manifestanti.
      Ci sono stati momenti di tensione in cui sono stati lanciati petardi e uova(potevano evitare le uova, magari pomodori marci era più consono ed etico).
      E' che in questi giorni girano voci di gente che ce l'ha a morte con chi difende gli animali e cerca di spalare fango.

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    3. Non ho difficoltà a crederti.

      Solo ieri ho avuto prova di come l'odio verso gli animalisti crei scompiglio tra le loro fila.

      Non scrivo un articolo in proposito solo perché i panni sporchi vanno lavati in famiglia, ma per non lasciarti con la curiosità ti dico solo che alcuni partecipanti all'azione di disturbo mi hanno addirittura chiesto di cancellare l'articolo, per paura di ritorsioni da parte dei cacciatori.


      A questo punto, non so se mi fanno più ribrezzo i massacratori di animali o gli animalisti cagasotto che si fanno prendere dal panico durante la lotta.


      Su una carta da gioco c'è scritto: "Non ti fidar di me se il cuor ti manca". Mi pare che si riferisca alla spada.

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