giovedì 22 gennaio 2015

Alla ricerca dell’asinello perduto



Poiché non sappiamo chi siano i buoni e chi siano i cattivi, non possiamo essere certi di niente, giacché i cattivi amano farsi passare per buoni e i buoni sono spesso diffamati e definiti cattivi dai veri cattivi. Indi per cui, se partiamo dal presupposto che la Chiesa cattolica sia un’organizzazione cattiva che si spaccia per buona, il milione di streghe e stregoni bruciati nel Seicento in Europa, più dai protestanti che dai cattolici se vogliamo essere precisi, rappresentano i buoni diffamati, mentre i loro carnefici, Torquemada in testa, sono cattivi travestiti da buoni. E inoltre, se nel passato cosiddetto pagano i buoni avevano la ghiandola pineale funzionante ed erano in grado di leggere nel pensiero, fare viaggi astrali e mettersi in comunicazione con la Fonte originaria della Vita, scopriamo che molte presunte streghe lo sapevano fare e averle messe a morte vuol dire che la Chiesa stava annientando tutti coloro che avevano ancora tale dote, come sembra l’avessero le genti dell’Età dell’oro. Anche al giorno d’oggi si afferma che è in atto un istupidimento delle masse attraverso la televisione e le irrorazioni clandestine di sostanze tossiche tramite aerei, oltre al famigerato fluoro nei dentifrici che calcifica la pineale, e tutte queste manovre volte ad impedire alla gente di diventare consapevole potrebbero essere la logica continuazione dello sterminio delle cosiddette streghe.





Mi sento autorizzato ad avanzare questa ipotesi dopo aver letto il seguente brano, tratto da “La stregoneria”, a cura di Abbiati, Agnoletto e Lazzati, Mondatori, 1984 (pag. 274): “A volte le streghe sono realmente presenti al sabba; a volte, spesso, pur non partecipandovi e standosene a casa immerse in sonno alquanto profondo, sembra loro di essere presenti. Per certo è il diavolo che inganna i loro sensi: molte immagini, grazie alle sue arti, sogliono insinuarsi nell’animo dei dormienti, le quali immagini, al momento del risveglio, lasciano entro di loro come una parvenza di verità, quasi si fosse trattato non di un sogno, ma piuttosto di un’azione certa e sicura compiuta dal corpo. Così infatti l’astuto diavolo per lo più si comporta nelle sue azioni”.

Sempre nello stesso testo, in cui Sergio Abbiati riporta un trattato del giureconsulto Francesco Maria Guazzo, morto nel 1640, trovo un’analogia con le Femen che si presentano in topless in pubblico nelle strade di varie città, ma anche all’interno delle chiese, facendo venire il sospetto che siano indemoniate proprio come accadeva con molte donne di quattro secoli fa. I fedeli che assistono alle loro blasfeme esibizioni inorridiscono pensando di aver a che fare con figlie del Demonio e stringendosi ancora di più alla Santa Madre Chiesa. Non possiamo però escludere che tali signorine scollacciate siano mandate in invereconda missione proprio dalla Chiesa cattolica, per lo meno dagli altissimi nonché esoterici suoi vertici, sempre che noi tutti si viva nell’era dell’Inganno. Se invece non viviamo nell’era dell’Inganno e la realtà che appare ai nostri sensi è esattamente ciò che è al di là di ogni dubbio, allora non esiste nessuna Matrix, la Chiesa cattolica sta dalla parte del Bene e sicuramente le Femen sono esecrabili pedine di Satana, come lo erano le loro colleghe del XVII secolo.

La differenza tra le streghe moderne che palesano le loro nudità sotto l’occhio dei fotografi e le streghe che venivano accusate di volare al sabba a cavallo di scope, bastoni e montoni è che quelle di oggi sembrano recitare di loro iniziativa una parte stabilita, magari seguendo un copione scritto da altri, mentre quelle di quattro secoli fa venivano tirate in mezzo ai casini loro malgrado, a causa delle fobie, dei sospetti e delle superstizioni del clero e del popolo che le accusava. E’ una differenza fondamentale, giacché le odierne Femen vanno in piazza San Pietro con il corpo fisico, mentre fattucchiere, levatrici ed erboriste europee, per la stessa ammissione dei loro inquisitori, potevano recarsi al sabba sia fisicamente che in spirito, mentre il loro corpo era a casa a dormire. Ecco una testimonianza tratta dallo stesso testo (pag. 276):
Narra Paolo Grillando che nel 1524 gli venne portata, nel corso di un’inquisizione, una tale di nome Lucrezia, che mentre veniva trasportata a casa dal sabba, per il suono della campana del mattutino all’alba, con cui s’invita il popolo alla preghiera, venne abbandonata, non appena lo si udì, dal diavolo che la portava, vicino ad un fiume, in un campo coperto di rovi. Per caso passava di lì un giovane a lei ben noto; la disgraziata lo chiamò. Il giovane, vedendola avvicinarsi tutta nuda con i soli genitali coperti da brache e tutta scapigliata, ne ebbe paura ma la donna se lo guadagnò con le lusinghe, per cui alla fine egli le si avvicinò e le chiese perché si trovasse in quel luogo e in quello stato. Lucrezia dapprima raccontò molte menzogne, ma il giovane incredulo le negò l’aiuto se non avesse udito il vero. Lucrezia gli disse che aveva perduto l’asinello e lo stava cercando. Il giovane sorrise e le fece notare che non si cerca un asino da soli, ma soprattutto seminudi e scarmigliati. Alla fine,dopo avergli fatto promettere il silenzio, gli narrò che cosa le era accaduto e per quale motivo; il giovane la portò di nascosto a casa sua e da lei ebbe moltissimi doni. Un giorno comunque, dimentico della parola data, narrò il fatto ora ad uno ora ad un altro e così, a poco a poco, la voce infamante si sparse. La donna fu presa e il giovane dovette testimoniare la verità”.

In questo caso, più che di viaggio astrale si dovrebbe parlare di sonnambulismo, ma siccome quell’esercito di domenicani e di altri inquisitori trattò lungamente e accuratamente la questione, in modo più o meno razionale e più o meno obiettivo, non possiamo escludere che alcune colleghe di Lucrezia fossero veramente in grado di lasciare il corpo fisico e di recarsi in qualche luogo di riunione, che nella tradizione viene chiamato sabba ma che avrebbe potuto trovarsi in un’altra dimensione. E quando si parla di incubi e di succubi, rispettivamente demoni in sembianze umane maschili e in sembianze umane femminili, si potrebbe pensare a qualche forma di rapimento alieno, poiché pare che i moderni alieni altro non siano che gli antichi demoni. Sempre che non si debba ridurre tutto a questioni di argomento psichiatrico.

Ciò non di meno, la persecuzione, le torture e le esecuzioni capitali sono un dato di fatto, scaturite da ignoranza e superstizione, che resteranno per sempre nella storia della Chiesa come una macchia indelebile. Noi ci siamo lasciati alle spalle tali abomini e la Chiesa ha anche chiesto scusa, ma quando diciamo che i musulmani hanno l’orologio della storia fermo al Medioevo, non siamo lontani dal vero, giacché se il Seicento, con quel gran numero di donne bruciate sul rogo, è stato l’apoteosi del femminicidio maschilista per l’Europa, la stessa cosa si potrebbe dire della legge coranica attualmente in vigore, che mette a morte le adultere e condanna alla prigione le donne al volante. Per non parlare degli omosessuali che vengono giustiziati oggi nei paesi arabi, come ieri in quelli cristiani, stando per esempio ai film di Pasolini.

E se vogliamo trovare un’altra analogia che faccia corrispondere il nostro Medioevo con l’Islam moderno, possiamo confrontare la fucilazione di 14 ragazzini avvenuta pochi giorni fa in Iraq, perché avevano guardato in tivù una partita di calcio, con quanto narrato dal Guazzo nel testo summenzionato (pag. 275): “Fra le streghe di Avignone fu catturato un fanciullo che prese a narrare ai giudici di essere stato portato dal padre al sabba e qui di aver visto compiere molte azioni nefande e orribili: atterrito, si munì del segno della croce e disse: ‘Gesù, che cosa è questo che avviene?’. Alle sue parole tutta la schiera disparve ed egli si trovò lì solo; il giorno seguente ritornò a casa che distava dal luogo del sabba tre miglia germaniche e denunciò il padre ai giudici. Quando avvennero questi fatti, nel 1582, il fanciullo era ancora prigioniero ad Avignone”.

Capito il piccolo spione?! Magari voleva vendicarsi capricciosamente di suo padre e i giudici, bramosi di vittime, gli diedero ragione, come fecero quelli di Salem dall’altra parte dell’oceano qualche anno dopo, con il non trascurabile particolare che il piccolo infame finì in prigione pure lui, a differenza delle bambine isteriche del New England che la passarono liscia. E così abbiamo 14 bambini passati per le armi dall’ISIS perché tifavano per una squadra di calcio sgradita a Maometto e un bambino francese imprigionato e forse anche torturato per complicità con il padre presunto stregone. In mezzo ci sono quattro secoli, che per i miliziani ribelli del Califfato sembrano essere passati per niente. Il ragazzino di Avignone si fidò delle autorità, ma dovette ricredersi e fu punito. Lucrezia sonnambula non si fidò ma fu punita anche lei. Perciò, comunque la si giri e la si volti, i diabolici inquisitori ci agguantano lo stesso. L’unico a cavarsela è l’asinello, che esistette solo nella fantasia di Lucrezia sonnambula. 



Nessun commento:

Posta un commento