domenica 18 gennaio 2015

Due pesi e due Mossad

 

Si chiamava Naji al Ali ed era un vignettista palestinese ucciso dal Mossad. Come reagì la stampa occidentale? Il vignettista e disegnatore palestinese Naji al Ali, celebre in Medio Oriente per la creazione del personaggio di Handala, fu assassinato a Londra il 22 luglio 1987 nei pressi del giornale kuwaitiano Al Qabas, dove lavorava. Era irriverente verso i potentati arabi, denunciava il Sionismo e la corruzione di alcuni dirigenti palestinesi. Un killer professionista gli sparò un proiettile alla testa e continuò il suo cammino indisturbato.


La stampa occidentale all’epoca non gridò all’attentato contro la libertà di espressione, come è avvenuto per il recente attacco a Charlie Hebdo. Un doppio standard? Dieci mesi dopo, Scotland Yard arrestò un certo Ismail Suwan, uno studente palestinese coinvolto nell’organizzazione dell’omicidio. Nel suo interrogatorio, dichiarò di essere stato reclutato dal Mossad e che i suoi superiori avevano commissionato la preparazione dell’omicidio. Dato il rifiuto di Israele di dare una spiegazione per quel crimine, l’allora primo ministro britannico Margaret Thatcher ordinò la chiusura dell’antenna del Mossad a Londra e l’espulsione di due diplomatici israeliani. Tuttavia, anche se il servizio di intelligence britannico MI5 conosceva l’identità dell’assassino, appartenente a Kidon, il servizio di azione del Mossad, non lo ha mai rivelato. Come previsto, la stampa occidentale non chiese che l’assassino e i suoi complici fossero arrestati e processati. 
Il Mossad ha poi proseguito le sue attività nel Regno Unito, ma non con uno status ufficiale. Nel 1998, Ephraim Halevy, divenuto capo del Mossad, ottenne il permesso dal primo Ministro Tony Blair di riaprire la sede del Mossad a Londra.

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