venerdì 13 marzo 2015

La scimmia di Dio



Il grande scrittore di fantascienza Philip Dick, rifacendosi a una corrente di pensiero medievale che indicava in Satana la Scimmia di Dio, immagina che sotto l'apparenza della realtà ci sia un'essenza di realtà ferma, inamovibile e intangibile che può essere rintracciata nella Bibbia e precisamente negli Atti degli Apostoli. In altri termini, noi solo apparentemente vivremmo nel 2015 perché in realtà il tempo è fermo al 50 dopo Cristo e noi semplicemente non ce ne accorgiamo. Gli eventi che stanno capitando non sono inediti, secondo questa visuale, ma sono già capitati innumerevoli volte e conservano la loro matrice negli eventi della Palestina del 50 dopo Cristo, con tanto di discepoli del Cristo e di infedeli seguaci di altre divinità. Non senza dimenticare l'esercito romano che all'epoca considerava la Palestina come un proprio protettorato.


Se pensiamo che le Crociate sono state l'evento precursore di quanto sta accadendo ora in quelle contrade, ci viene più facile trovare le analogie e pensare che Philip Dick avesse ragione. Ma anche senza le Crociate, che hanno visto contrapposti Occidente a Oriente, l'impero romano in tutto il suo splendore può essere rappresentato dagli Stati Uniti d'America, che in forma più o meno palese si identificano in esso, tanto da avere anch'essi il loro Campidoglio.


L'avanzata dell'ISIS, trascurando il fatto che esso sia una creatura degli Stati Uniti d'America, ovvero dei suoi servizi segreti, altro non è che la ribellione degli Zeloti che si opponevano alla conquista romana della Palestina e di cui Barabba è l'esponente più famoso. Se oggi noi siamo abituati a pensare che ebrei ed arabi siano due realtà differenti è perché ci sono stati – apparentemente – alcuni secoli di storia che li hanno portati a seguire strade diverse e quindi a differenziarsi ma, in realtà, nell'anno 50 dopo Cristo erano tutti arabi, cioè tutti palestinesi. La prima tappa della differenziazione, se vogliamo continuare con le analogie, è la pretesa da parte dei coloni anglosassoni partiti a bordo del Mayflower, di essere la tredicesima tribù d'Israele, rifacendosi alla storia biblica del Vecchio Testamento che per tali migranti era il testo base da imparare a memoria e da tenere sul comodino. Gli altri arabi, essendo rimasti in patria e non avendo mai abitato in Gran Bretagna, non hanno avuto bisogno di immaginare d'essere la tredicesima tribù, perché non ne sentivano il bisogno. La loro pelle continuava ad essere abbronzata, mentre quella degli anglosassoni si faceva sempre più chiara, causa scarsa insolazione.


Una volta portata all'estremo la capacità inventiva di tipo capitalistico, gli eredi dell'impero romano hanno cominciato ad espandersi guerreggiando, come natura vuole, occupando terre un po' in tutto il mondo, ma principalmente nel Medio Oriente, non tanto per la presenza del petrolio, ché questa è la scusa ufficiale, quanto perché in Palestina avevano un conto in sospeso, dopo che i ribelli di Masada avevano rifiutato di sottomettersi preferendo darsi la morte. Ed ecco che Satana, la Scimmia di Dio, dopo una ventina di secoli ripete la creazione originale e ritorna in Palestina con un esercito potentissimo, per farla pagare ai discendenti degli Zeloti e a chiunque altro non volesse sottomettersi alla supremazia americana. Il primo a ritornare in quelle travagliate terre fu il console Bush Senior nel 1991, anno che solo apparentemente porta una cifra diversa dal 50 dopo Cristo. E' stato però solo il figlio del primo console, il giovane Bush junior, a portare a termine il lavoro iniziato dal padre, facendo prigioniero un piccolo sultano del posto chiamato Saddam Hussein. Poi si è ritirato, con tutto il suo esercito, trasformando il territorio in una specie di squallido e polveroso protettorato.


Oggi che l'impero ameromano si è ristretto temporaneamente nei suoi confini tra il Tevere e il Mississippi, gli Zeloti dell'ISIS hanno ripreso coraggio e dopo aver commemorato i martiri di Masada, hanno deciso di vendicarsi degli infedeli dalla pelle bianca, ex conterranei andati raminghi per il mondo. Hanno deciso di espandere i propri possedimenti ad imitazione dei loro nemici, grazie al fatto di essere stati organizzati ed armati dai nemici stessi, per una sorta di collaborazione incrociata, perversa e soprattutto illogica, che fa affidamento sulla mentalità manicheista degli esseri umani. Anche il loro stesso Dio conquistatore, quell'Allah sedicente Misericordioso, è stato preso in prestito dagli infedeli, che lo crearono a tavolino servendosi di un certo Maometto, vissuto apparentemente nel sesto secolo dopo Cristo. La scimmia di Dio, Satana sfaccendato, suggerì al pastore Maometto di scrivere un testo di massime filosofiche e regole morali, a imitazione di quell'altro più antico, nato nei secoli precedenti ma sempre nelle stesse località desertiche.


Con questi presupposti e prendendo a pretesto le differenze di lingua e cultura, gli Zeloti fanno sapere ai conquistatori ameromani che sono pronti a riprendersi il territorio ora occupato da quell'avamposto americano chiamato Israele, ma di voler anche andare oltre e impossessarsi della colonia americana geograficamente conosciuta come penisola euroasiatica. Questa minaccia ha fatto cadere nel panico gli abitanti di tale penisola, già pesantemente infiltrati dagli arabi e afflitti da una pesante crisi economica che ne indebolisce le difese. Tenendo presente che la regia sta in Occidente, i moderni Zeloti tagliatori di teste vengono lasciati scorrazzare, facendogli credere che la calma apparente dell'impero ameromano sia una forma di debolezza, mentre in realtà l'imperatore sta solo aspettando che i tempi siano maturi per dare inizio alle ostilità. Conoscendo l'arte della guerra, i comandanti militari sanno quanto sia importante ammorbidire il terreno con la propaganda bellica preventiva, così da eliminare ogni possibile eventuale dissenso pacifista. 

Lo fanno inondando i mass-media occidentali di notizie negative provenienti da quelle insanguinate contrade, fatte di mezze verità e di mezze bugie e volte a rendere tutti gli arabi indistintamente meritevoli di sterminio. Ogni settore della nostra occidentale società è interessato: disgustate sono le femministe, disgustati sono gli omosessuali, disgustati sono gli animalisti, disgustati sono l'UNICEF con tutti gli educatori dell'infanzia, disgustati sono gli archeologi, disgustato è l'uomo comune che vede in patria favoriti i migranti arabi e africani (la pigmentazione è scarsamente considerata in questi casi), mentre noi indigeni e nativi veniamo trascurati e vilipesi nella nostra dignità di contribuenti. Quando il disgusto sarà generalizzato, quando nessuno dei sudditi dell'impero romano oserà avanzare obiezioni, l'imperatore Caio Giulio Obama, cesare di tutte le terre emerse, ordinerà l'attacco e migliaia di soldati comandati da centurioni e proconsoli scateneranno l'inferno, uccidendo gli Zeloti insieme a tutti i filistei.


Quando tutto sarà finito, se saremo ancora vivi, i nostri archeologi andranno mestamente a raccogliere i cocci, per salvare il salvabile; le nostre femministe bruceranno i Niqab e i Burqa, insegnando alle donne arabe ancora in vita a truccarsi, i nostri animalisti raccoglieranno i cammelli e le pecore sopravvissute portandole al sicuro nei santuari da essi gestiti; i nostri gay organizzeranno un peana della vittoria, chiamandolo Gay Pride, per commemorare la liberazione dei loro sparuti colleghi dalla tirannia dell'omofobo Corano; i nostri educatori si compiaceranno di vedere che nessun bambino viene più costretto a fare il soldato, né tanto meno a compiere finte esecuzioni di spie nemiche. E infine, il nostro uomo della strada, che avevamo lasciato in mille difficoltà economiche mentre malediva l'attuale inetta e ladra classe politica, potrà togliersi la soddisfazione di vedere che tutti i marocchini privilegiati che affollavano le nostre periferie, rendendole insicure, sono stati finalmente mandati “fora dae bae”, che tradotto dal veneto significa “fuori dalle balle”. Oriana Fallaci sorride compiaciuta da lassù. La scimmia di Dio, Satana lo sfaccendato, ricomincia ad architettare un altro inganno.

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