sabato 25 aprile 2015

Breve storia del Fascismo


Testo di Osvaldo Franzon

Prima di tutto, Roberto, sappi che chi scrive è un fascista con la F ben maiuscola, come si può notare dall'immagine del mio profilo (Il vecchietto della foto è Giorgio Almirante, cofondatore del MSI)...e non parliamo di un fascista dell'ultima ora! Ho cominciato con la politica a 14 anni. Prima di tutto sfatiamo il concetto di destra e sinistra così come lo intendiamo: a sinistra tutti coloro che aderiscono a ideologie comuniste o progressiste, a destra fascisti e conservatori. Questo concetto è stato inculcato dalla sinistra nel dopo guerra per screditare l'unica vera forza che poteva opporsi al comunismo. Da fascista mussoliniano, però vicino alla corrente d'annunziana e quasi totalmente opposta a quella di Telesio Interlandi, ti parlerò dell'unica e vera rivoluzione sociale economica e politica avvenuta dopo la rivoluzione francese: il fascismo! 


Per comprendere questa parte di storia prima di tutto dobbiamo liberarci di alcuni pregiudizi ed esaminare l'ideologia in sé trasportandoci nell'Italia degli anni 20 e non ragionare con la mente di una persona che vive nel 2015. Come ho detto sono un fascista e pertanto riconosco pregi e difetti di quella parte della storia che riguarda il ventennio...riconosco i grandi risultati ottenuti ma anche le responsabilità, le decisioni e gli errori commessi, alcuni in buona fede (che comunque non si possono giustificare semplicemente con questo) altri dovuti per evitare mali peggiori. 

Il fascismo ha le sue origini nel socialismo, Mussolini non solo dovette scappare in Svizzera per evitare la prigione, in quanto organizzatore di scioperi, bensì era il direttore dell'Avanti, giornale storico del socialismo italiano. Pensa che Lenin dice questo di Mussolini: "In Italia c’era un solo socialista capace di fare la rivoluzione: Benito Mussolini. Voi socialisti non siete rivoluzionari. In Italia ci sono soltanto tre uomini che possono fare la rivoluzione: Mussolini, D’Annunzio e Marinetti”. Questo, per farti capire come il fascismo sia legato alla sinistra, ma vado oltre. 

Mi rifiuto di qualificare di destra la cultura cui la mia rivoluzione ha dato origine. Cultura di destra, del tutto rispettabile, è quella che fa capo all'Action Francaise. Cultura di destra è quella di cui la gente di Codreanu (a destra) è fautrice. Cultura di destra è da considerarsi quella alla quale il mio amico inglese Mosley sta lavorando. Ma la cultura fascista, che recupera valori dell'intero Novecento italiano, non è di destra. I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari le nostre idee appartengono a quelle che in regime democratico si chiamerebbero "di sinistra"; le nostre istituzioni sono conseguenza diretta dei nostri programmi; il nostro ideale è lo Stato del Lavoro. Su ciò non può esserci dubbio: noi siamo i proletari in lotta, per la vita e per la morte, contro il capitalismo. Siamo i rivoluzionari alla ricerca di un ordine nuovo. Se questo è vero, rivolgersi alla borghesia agitando il pericolo rosso è un assurdo. Lo spauracchio vero, il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra. A noi non interessa quindi nulla di avere alleata, contro la minaccia del pericolo rosso, la borghesia capitalista: anche nella migliore delle ipotesi non sarebbe che un'alleata infida, che tenterebbe di farci servire i suoi scopi, come ha già fatto più di una volta con un certo successo. 

Sprecare parole per essa è perfettamente superfluo. Anzi, è dannoso, in quanto ci fa confondere, dagli autentici rivoluzionari di qualsiasi tinta, con gli uomini della reazione di cui usiamo talvolta il linguaggio. Come puoi vedere, quella che normalmente consideriamo destra realmente è la sinistra rivoluzionaria e riformista. Il fascismo non solo non era conservatore, bensì cercava una nuova via per lo sviluppo economico e l'organizzazione del lavoro: il corporativismo! Non ti elencherò tutte le leggi a favore dei lavoratori, lo lascio fare a te, ne rimarrai sorpreso. Bene, quando Mussolini diceva che questa era la "lotta del sangue contro l'oro", diceva una verità importante. Il fascismo toccò i grandi capitali, i grandi interessi. Il fascismo voleva l'autarchia e l'indipendenza economica, questo fu uno dei suoi problemi. Cercò di lottare contro il sistema finanziario (legge bancaria del 1936) e pure contro la Chiesa (molti pensano che i Patti Lateranensi siano stati una sorta di regalo, invece furono una regolamentazione della Chiesa). Il fascismo fu il fautore della libertà del popolo italiano contro i poteri forti, fu il nuovo Rinascimento, forse troppo moderno e all'avanguardista per quell'epoca. 

Il comunismo invece cos'è? La visione bambinesca e tribale della vita e della società? Un mondo dove tutti siamo uguali, dove le diversità, le peculiarità e le differenze vengono appiattite in nome della remunerazione? Una visione della società grigia e cupa dove non vengono riconosciute le capacità, bensì il semplice fatto di appartenere? Una visione dell'economia dove non esiste il "mio" e il "tuo", un mondo senza proprietà, un mondo senza la felicità di dire questo è mio, me lo sono guadagnato con il mio lavoro e le mie capacità? Una visione e organizzazione della società sullo stile: Uomo di Neanderthal? Questa è la sinistra riformista e rivoluzionaria? Ritornare alle origini della specie? A me sembra un concetto conservatore. Molti confondono liberalismo, anarchia, vizio e svogliatezza con rivoluzione e riformismo. Quindi è normale che sia la "destra" a difendere il popolo perché sempre è stato e sempre sarà. A "sinistra" ciò che trovi è solo ed esclusivamente l'opposto, chiamalo PD o PDL sempre saranno la stessa cosa, semplicemente mascherati da opposti per continuare a manovrare i fili del potere.

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