sabato 11 aprile 2015

Molti che conosco ne avrebbero bisogno



«Ogni anno il mio stato peggiora, bisogna capire che non ho molta scelta, se non provo questa possibilità il mio destino è comunque segnato»: cosi' Valeri Spiridonov, un trentenne programmatore informatico della città di Vladimir, ha spiegato ai media russi perché si è offerto come cavia per il primo trapianto di testa in un altro corpo, preannunciato due anni fa dal controverso chirurgo torinese Sergio Canavero. Il giovane soffre di una malattia degenerativa, l'atrofia muscolare spinale (o malattia di Werdnig-Hoffmann) che lo ha costretto sulla sedia a rotelle sin dall'età di un anno, impedendogli una vita normale dal punto di vista motorio. Dato il progressivo peggioramento delle sue condizioni muscolari, il giovane ha contattato il dottor Canavero via Skype per iniziare a prendere accordi sulla possibilità di un intervento che gran parte della comunità scientifica ritiene senza alcuna possibilità di successo o una follia da dottor Frankenstein, senza considerare le riserve etiche della società e della Chiesa.


Ma Spiridonov non la pensa così. "Sono molto interessato alla tecnologia e a qualsiasi cosa possa migliorare la vita della gente», ha spiegato alla tv in lingua inglese Russia Today. «Questa non è solo una eccellente opportunità per me, ma creerà anche una base scientifica per le future generazioni, a prescindere dall'esito dell'intervento», ha osservato. Le possibilità di successo sono, per sua stessa ammissione, «solo una su 17 mila, a condizione che ci sia il 100% di compatibilità di sangue e tessuti con il donatore». «La mia decisione è definitiva. Se ho paura? Certo che sì. Ma non è solo molto spaventoso, è anche molto interessante», confida. I veti morali della Chiesa non lo preoccupano: «sono un materialista, non credo in Dio. Se tuttavia esistesse, penso che augurerebbe solo il bene ad ogni persona, quindi perché non posso pensare di sentirmi felice in questo modo?», ha detto al tabloid Komsomolskaia Pravda. La madre Viktoria non solo approva ma è «persino contenta» di questa decisione del figlio.



Intervistato da "Russia Today", Canavero ha paragonato l'operazione all'esplorazione spaziale: «l'Urss ha mandato Iuri Gagarin nello spazio con discrete chance di morire. Gli Usa hanno mandato Neil Amstrong sulla luna con discrete possibilità di morire. E qui le chanche sono assai, assai migliori». A suo avviso per l'intervento saranno necessari un centinaio di chirurghi, trentasei ore di sala operatoria e oltre undici milioni di dollari. La procedura, denominata da Canavero Heaven (acronimo di head anastomosis venture), prevede il raffreddamento della testa del ricevente e del corpo del donatore, per aumentare il tempo di sopravvivenza delle cellule. Dopodiché, secondo Canavero, si seziona il tessuto intorno al collo (sia di donatore che di ricevente) e si collegano i principali vasi sanguigni mediante piccoli tubi (la cosiddetta anastomosi vascolare, una tecnica effettivamente consolidata da tempo).


La parte più difficile è lo spostamento della testa del ricevente sul nuovo corpo per il collegamento del midollo: per riuscirci, Canavero intende spruzzare la zona con glicole polietilenico, una speciale colla biologica che dovrebbe innescare l'adesione delle membrane cellulari di donatore e ricevente. Il paziente sarebbe quindi tenuto in coma farmacologico per un mese per evitare qualsiasi movimento e gli sarebbero somministrati immunosoppressori per impedire il rigetto. Si tratterebbe di un evento unico al mondo dopo i primi tentativi di trapianto di testa effettuati sulle scimmie circa 45 anni fa. Del resto quello che sembrava impossibile o pura fantascienza in passato poi è diventato realtà: dal primo trapianto di cuore nel 1967 a quello di interi arti, come la nuova mano 'ottenuta' nel 1998 da un uomo in Francia, sino al primo trapianto di faccia realizzato in Spagna cinque anni fa.

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