sabato 22 agosto 2015

I cugini di campagna e i cugini di città

 
Spesso, anzi quasi sempre, parliamo di cose che non conosciamo. Per esempio, a me capita di parlare molte volte di argomenti esoterici, quando di esoterismo io non so niente, ma questo succede perché il tema m'interessa. Nel caso in questione, tanto per confermare la regola, mi trovo a parlare di Sinti, di cui non so nulla se non che sono imparentati con i Rom. Avevo sentito dire, di questi ultimi, che arrivarono in Europa intorno all'anno mille, ma nel libro “Cartomanzia con i tarocchi”, edito dalla De Agostini nel 1981, ho letto che “gli zingari fecero la loro comparsa in Europa solo nel quindicesimo secolo”. I conti non mi tornano, ma al di là delle origini misteriose dei “Figli del vento”, i Sinti quando arrivarono in Europa erano già distinti dai Rom o si sono differenziati dopo. Se i Rom vengono dall'India, i Sinti da dove vengono? Sicuramente sono di razza indoeuropea come noi e quindi vengono anche loro dalla stessa zona del pianeta, ma se hanno fatto fortuna rispetto ai Rom lo si deve ad attività criminose, per caso?



Poiché sono anche conosciuti come Giostrai e con questo nome assaltano banche e bancomat, sembrerebbe che tale ipotesi sia fondata. Poiché sono proprietari di roulotte megagalattiche e di giostre altamente tecnologiche e costosissime, mentre i cugini Rom dormono in mezzi di fortuna parcheggiati in campi fatiscenti, si direbbe che la vita da delinquente renda. Entrambe le etnie delinquono, ma i Sinti lo sanno fare meglio o lo fanno da più tempo. Ci sono poi le famiglie Orfei, Togni e compagnia danzante che si sono buttati nel ramo circense, e verrebbe spontaneo dire che, almeno questi, si guadagnano da vivere onestamente, se non fosse che torturano animali e si beccano un sacco di soldi di finanziamenti pubblici. 

I Sinti che non lavorano con pagliacci, acrobati e altri animali si sono sedentarizzati e a giudicare dai Casamonica lo hanno fatto in grande stile, con ville milionarie, piscine e auto di lusso. Del resto, anche i loro cugini poveri non scherzano, in fatto di ricchezza. Vuol dire che, al di là delle differenze etniche, c'è un'osmosi tra un gruppo e l'altro. Tanto è vero che pochi giorni fa sono stati trovati tre leoni in gabbia in un campo nomadi e qualcuno glieli deve aver dati da tenere, magari temporaneamente. Chissà se Salvini avrebbe il coraggio di entrare lì con le ruspe?
       
Mi piacerebbe poi sapere se Rom e Sinti parlano la stessa lingua. Se la loro distinzione nasce dalla diversa provenienza geografica, che so, Ungheria gli uni, Romania gli altri o se, come con gli Hutu e i Tutsi del Ruanda, si differenziano in virtù delle loro ricchezze, del censo per così dire. Il cognome Casamonica è un po' diverso da Hudorovich. 

Le fattezze di quelli visti su La7 venerdì 21, nella trasmissione “In onda”, sono simili a quelle dei cugini Rom, ma parlano un italiano migliore. E infatti, prima di stabilirsi nella zona sud di Roma, abitavano in Abruzzo, dove, per quel che ne so, c'erano pure i Calderas, specializzati nell'aggiustare pentole e caldaie, da cui il nome. Ecco un'altra domanda: che fine hanno fatto i Calderas? Estinti causa consumismo capitalistico? Possibilissimo! E gli avi di Vittorio Casamonica erano per caso Calderas? Le massaie, da decenni ormai, preferiscono comprare una padella nuova anziché aggiustare quella vecchia, e l'obsolescenza non è colpa dei nomadi, ma se questi hanno smesso di saldare pentole usando il saldatore per aprire i bancomat, forse le banche e la comunità in generale, da questa loro metamorfosi, ci hanno rimesso.

I giornalisti in studio su La7 non si sono premurati di nascondere la loro ostilità, ma i due membri della famiglia Casamonica intervistati, obiettivamente, non hanno fatto una gran bella figura. L'uomo, con tono alterato, ha augurato la morte a Salvini, ospite in collegamento esterno, e la donna, alla domanda del perché la polizia ha sequestrato loro 5 milioni di euro, ha chiesto perché lo Stato non usa quei soldi per i terremotati d'Abruzzo, che è un modo per distogliere l'attenzione dalla questione e non rispondere alla domanda. 

Uno dei conduttori (foto), le ha fatto notare che i 5 milioni di euro non glieli ha sequestrati Salvini, ma forse la donna, dalle tipiche caratteristiche somatiche gitane, si era espressa male. Di fatto, se guardiamo la cosa nel suo quadro generale, questi due rappresentanti della famiglia Casamonica sono stati messi davanti alle telecamere per fargli fare la figura degli imbecilli. Della serie: sbatti il mostro in prima pagina. Funzionari e politici romani rubano a tutto spiano, ma ad essere processati in un processo virtuale sono due Sinti. La sensazione è quella dello sfascio delle Istituzioni. Roma ladrona è uno slogan più vivo che mai in questi giorni. Ladri siedono in parlamento, quasi sempre del Partito Democratico, ladri siedono nel consiglio comunale di Roma, ladri siedono nei posti di comando un po' dappertutto, siano essi italiani purosangue o membri di etnie storicamente malfamate. Negli anni Ottanta, Mansueto Levacovich sedette nel consiglio comunale di Udine, primo Rom a farlo in Italia, ma solo per un paio di settimane, perché poi diede le dimissioni, la normalità fu ripristinata e Renato Vivian che lo aveva candidato per i Verdi passò alla storia per aver cercato un'impossibile integrazione. Bontà sua.

I Casamonica non hanno avuto bisogno di farsi eleggere in qualche consiglio comunale, provinciale o regionale, o forse hanno preferito le scorciatoie per arrivare al potere e alla ricchezza. Non avevano, inoltre, la parlantina necessaria per intortare gli elettori, come di norma serve per chi vuole fare carriera politica. Da generazioni sfruttano la prostituzione e si arricchiscono con il mercato della droga, riuscendo a raggiungere un tenore di vita che i comuni mortali se lo sognano. Come gli esponenti dei cartelli della droga colombiani, si fanno costruire ville di lusso, suscitando lo sdegno di chi ha dovuto lavorare tutta la vita per poi ritrovarsi a mangiare alla Caritas, ma il clamore suscitato da questo funerale non capita a caso. Ha una sua logica, in questo periodo in cui lo stato d'animo degli italiani è indirizzato verso la rabbia e l'indignazione. Più caos sociale c'è e più aumentano le probabilità che scoppi una qualche rivolta popolare. “Ordo ab chao” è il motivo di fondo della Massoneria, che in quest'ultimo periodo si sta dando molto da fare. 

In altri tempi, poiché lo sfarzo in cui sono abituati a vivere e a morire Rom e Sinti è ad essi connaturato, la carrozza con i cavalli, la Rolls Roys e l'elicottero con i petali di rosa non avrebbero fatto scalpore. Se si va nel reparto maternità di un ospedale e si vedono mazzi di fiori appoggiati lungo tutte le pareti, tanto che gli effluvi rendono quasi l'aria irrespirabile, si capisce che vi ha partorito una zingara e questo avviene perché, oltre ad essere cattolicissimi, Rom e Sinti hanno un rapporto con la nascita e la morte molto più intenso di noi Gagy. Sono fatti così. E' la loro cultura. E quindi il funerale di Vittorio Casamonica è stato del tutto in sintonia con le loro regole. Peccato che capita dopo gli scandali di Mafia Capitale ma, come detto, non è casuale. Del resto, i troppi soldi danno alla testa e la gigantografia di Vittorio Casamonica vestito di bianco, con il busto che sovrasta San Pietro e il Colosseo (potere spirituale e temporale) non poteva sintetizzare ed esprimere meglio il concetto di chi comanda in Italia. E nel mondo. Un'immagine vale più di mille parole e se io fossi un cardinale mi preoccuperei. Il prossimo Papa sarà un Casamonica.
 

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