mercoledì 23 settembre 2015

Il vecchio vizio dello schiavismo



Ci sono ancora schiavi nelle piantagioni! Nel Sud-Est asiatico, in particolare in Indonesia e Sumatra, le scimmie sono incatenate e costrette a raccogliere noci di cocco. I macachi vengono stipati in piccole gabbie e portati al mercato, per essere esposti e venduti come “forza lavoro” da impiegare nella raccolta del cocco. Ogni scimmia costa l'equivalente di 7,50 - 44,50 franchi, a seconda dell'intelligenza. Una volta venduti, questi poveri animali terrorizzati vengono prelevati dalle loro gabbie, allontanati dai loro simili ed incatenati perché non scappino. D'ora in poi, saranno schiavi degli agricoltori di cocco che in questo modo risparmiano moltissimo sulla forza lavoro. Prima di tutto le scimmie vengono sottoposte ad addestramenti molto duri, che includono punizioni e violenze. Concluso l’addestramento cominciano le interminabili giornate di lavoro nelle piantagioni. Gli animali che non obbediscono, anche perché stanchi, vengono puniti, talvolta perfino frustati. Il consumatore finale che acquista le noci di cocco al supermercato, non immagina quali siano le atroci condizioni degli animali impiegati nella raccolta di questi frutti.

4 commenti:

  1. Bene, altro prodotto da boicottare! in realtà non ne ho mai fatto grande uso, per fortuna...

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    1. Purtroppo, nei paesi tropicali il cocco viene largamente consumato ma, anche se non si trattasse di quel prodotto, i contadini troverebbero altri modi per sfruttare le scimmie.

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    2. Quello che posso fare io, oltre non andare per turismo in paesi sottosviluppati (come altre volte ho scritto), e' evitare di ingrassare questi commerci. Ho gia' eliminato dalla mia vita il famigerato olio di palma. Ora tocca al cocco. Poco male...

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    3. Ammirevole!

      Significa che ti senti responsabile e che hai una coscienza desta.

      :-)

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