lunedì 26 ottobre 2015

Sono pronto a gettarmi nuovamente nella mischia


Ai miei 17 lettori devo una spiegazione. Tornato dal Madagascar l'anno scorso, il primo ottobre, ero così arrabbiato con Tina che avevo intenzione di eliminare del tutto questa pagina Facebook: "Una guida per il Madagascar" e di lasciare che la mia ex moglie andasse per la sua strada, come io sarei andato per la mia. E invece, a dimostrazione del fatto che spesso gli eventi della vita sono decisamente paradossali e che internet offre inaspettate opportunità, nelle settimane scorse si sono fatti avanti due italiani. Il primo in qualità di responsabile di una agenzia turistica e il secondo come un privato cittadino che intende andare a vivere nella Grande Isola. Probabilmente, costui fa parte della sempre più folta schiera di italiani che lasciano, disgustati, la madre patria. Entrambi hanno chiesto i servigi di Tina. L'agenzia cerca un aggancio in Madagascar per aprire centri nautici, il secondo un contatto che faccia da mediatore con gli indigeni per svolgere tutte le procedure necessarie ad aprire un paio di attività commerciali. Di quest'ultimo, per motivi di privacy, metto solo le iniziali: A.D.



Mentre l'agenzia, per motivi di politica aziendale, pagherebbe Tina solo a contratti conclusi, il signor A.D. le ha già anticipato del denaro affinché ella vada nella città da lui scelta come residenza, Antsirabe, per cercare una casa da affittare e i locali necessari per impiantare le attività commerciali. In questo momento, la mia ex moglie è già sul posto e ha preso i primi contatti con alcuni locatari. Visto l'annoso problema del vazaha-profit, è opportuno non far sapere agli interessati che la casa sarebbe occupata da un bianco, perché altrimenti i prezzi verrebbero maggiorati. Tina ha detto ai padroni delle case che finora ha visto di agire in nome e per conto di un suo zio e che si tratta, quindi, di un affare fra malgasci. Speriamo che non facciano malgache-profit, che pure esiste, e vedremo come andrà a finire, giacché le ultime cifre di cui si parlava erano di 1.400.000 ariary, pari a circa 450 euro mensili d'affitto, mentre il signor A.D. sarebbe disposto a pagare 1.200.000, tenuto conto che il contratto sarebbe di due anni. Ora, nelle prossime ore, si tratterà di vedere quanto Tina sarà abile a mercanteggiare sul prezzo. Qui la vediamo all'esterno dell'abitazione.


Per quanto riguarda l'altro italiano con cui sono in contatto da qualche settimana, titolare dell'agenzia turistica, ho pensato che la mia presenza in loco potrebbe fornire, a dispetto del vazaha-profit, un connotato di affidabilità, perché se una ragazza malgascia si presenta a un proprietario d'albergo ubicato su una delle qualsiasi spiagge dei 450 Km di barriera corallina, in uno dei qualsiasi alberghi dislocati lungo tale chilometraggio, il padrone potrebbe considerarla poco affidabile, visto che fra malgasci non si fidano, ma se insieme alla ragazza c'è un bianco, meglio se munito di depliants illustrativi, la faccenda assume un carattere di maggiore serietà e le probabilità di arrivare a buon fine aumentano. 

L'agenzia necessita di un piccolo magazzino dotato di acqua e luce, sorvegliato dagli immancabili guardiani, in cui depositare bombole d'ossigeno, boccagli, pinne, maschere, piccole imbarcazioni, tavole da surf e temo purtroppo anche fucili subacquei, da usarsi per le attività di sport marittimi che ivi dovrebbero aver luogo, con istruttori inviati direttamente dall'Italia. Il movente dei guadagni dovrebbe essere la molla per far sì che i proprietari di alberghi e/o ristoranti accettino la collaborazione con l'agenzia. Anche per me lo è, lo ammetto, sebbene non sia l'unico motivo che mi ha spinto a ritornare in Madagascar per l'undicesima volta. Forse, dopo un anno, scomparsi tutti i cattivi ricordi delle litigate con Tina, ora mi sento nuovamente pronto a gettarmi nella mischia, magari per quell'inconscio fenomeno conosciuto con il nome di “Mal d'Africa”. Come l'anno scorso, terrò informati i miei affezionati 17 lettori degli eventi che andranno a verificarsi prossimamente su questo schermo. Il lato educativo della faccenda è che – per aspera ad astra – le difficoltà, i contrattempi, i tentativi, gli errori e i successi, potranno essere istruttivi per quanti pensano di abbandonare, e sono sempre di più, questa nostra bistrattata nazione. Il Madagascar, benché più lontano della Tunisia, è un buon posto per vivere, se non si hanno problemi finanziari e se si possiede il giusto spirito di adattamento.

8 commenti:

  1. Un pezzente, quasi rifiuto della societàlunedì 26 ottobre 2015 alle ore 14:08:00 CET

    per uno che si lamenta sempre che non sa come vivere, andare ogni anno in madagascar e raccontarlo pure ai lettori mi sembra una presa per il culo...

    Spece se tra questi lettori c'è veramente chi non sa come vivere e tirare avanti un altro mese... altro che viaggi...

    Lei duria per caso è un bugiardo compulsivo?

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    1. Tu, pezzente, quasi rifiuto della società, hai già fatto commenti di questo genere, in passato.

      Non perderò una frazione del mio tempo (in realtà, da bugiardo compulsivo, l'ho appena persa) a rispondere alle tue fregnacce.

      :-)

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    2. Un pezzente, quasi rifiuto della societàlunedì 26 ottobre 2015 alle ore 18:14:00 CET

      Guardi la mia è tutta invidia, perchè quando leggo i suoi articoli, in cui più volte ci ha spiegato di essere disoccupato senza neanche più la carta di credito della madre, e dicendo ai suoi lettori che non sa se si troverà presto sotto un ponte, ma poi ogni anno parte per il madagascar ed è sempre in giro...

      La mia è curiosità, perchè spesso mi immedesimo in lei e la sua presunta povertà materiale, ma poi vorrei pure io sapere come fare quello che fa lei...

      Grazie

      Un pezzente che presto sarà veramente sotto un ponte...o forse appeso ad esso...

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    3. Perché non mi dici sotto quale ponte andrai a vivere? Così vengo a trovarti con qualche fiasco di vino e ce lo beviamo in allegria e amicizia. E ti spiego tutti i misteri che circondano la mia leggendaria esistenza.

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    4. Un pezzente, quasi rifiuto della societàmartedì 27 ottobre 2015 alle ore 09:12:00 CET

      Forse non ci siamo capiti, io sotto al ponte ci andrò a morire e non a vivere...
      Non occorre che mi spieghi i suoi "segreti" se non vuole farlo pubblicamente, ma almeno abbia rispetto per chi la legge e non pianga più miseria...

      Grazie

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    5. Bene, adesso sappiamo dove vanno a morire i Trolls.

      La ringrazio per il suggerimento, ma in quanto scrittore dilettante seguo più volentieri la mia ispirazione piuttosto che i consigli di chi fa un altro mestiere.

      Sutor non ultra crepidam.

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  2. Hai la mia benedizione.
    Le cose che fai sono ben fatte.
    Perchè hai saggezza e intelligenza. Doti rare.
    Che sono il lasciapassare per ogni cosa.
    Io ti seguirò ovunque.
    Buona fortuna.
    Ciao

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