martedì 17 novembre 2015

L'afrore sanguigno della democrazia


Testo di Paolo Sensini

Nei giorni in cui le massime autorità francesi non stavano nella pelle per la "caccia a Gheddafi" e costui veniva massacrato in diretta televisiva a beneficio degli spettatori, vi era chi si faceva grasse risate sulla fine ignominiosa del raìs. Hillary Clinton, appresa la notizia nel corso di una trasmissione esulta e non riesce a trattenere la sua contentezza; poi, davanti alla giornalista che la sta intervistando esclama, parafrasando nientemeno che Giulio Cesare: "we came, we saw, he died" (siamo venuti, abbiamo visto e lui è morto). E giù abbracci e pacche sulle spalle. L'unica cosa che importava a questi strateghi di cartapesta era l'afrore di democrazia che finalmente sarebbe stato esportato nella "nuova" Libia. Sappiamo poi com'è andata a finire e in quale inferno siano costretti a vivere i libici grazie all'intervento armato dei portatori di civiltà occidentali. Ora a Parigi si ride molto meno sulle proprie disgrazie, anzi dovunque prevale una passione cupa, ma forse "Charlie Hebdo" riuscirà a stupirci anche questa volta.

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