domenica 29 novembre 2015

Un'atmosfera natalizia che diventa sempre più fumosa



I genitori degli studenti di Romano d’Ezzelino, 15mila abitanti, sono di nuovo sul piede di guerra dopo che l’anno scorso nell’Istituto Comprensivo delle scuole primarie e secondarie, si è tenuto un concerto di Natale fatto con canti in arabo e africani che hanno relegato i canti della trazione natalizia e cristiana ad un ruolo marginale o, come l’ha definita la sindaco Rossella Rizzo, “lo spazio amaro di una nota di fondo pagina“. Alla fine della manifestazione, il vicesindaco presente all’evento, Remo Serraglio, si era addirittura rifiutato di salire sul palco, avendo già subodorato il malcontento di molti genitori che, puntuali, il giorno dopo sono andati in municipio a protestare. La prima cittadina di Romano d’Ezzelino, dopo aver chiesto alla dirigenza scolastica un chiarimento sulla natura dell’evento – più simile ad un legittimo concerto multientico e non a un concerto natalizio -, si è ritrovata contro un muro di gomma dal quale non sono arrivate risposte per un anno intero, fino a 15 giorni fa.

 
Infatti, durante il collegio docenti al quale ha partecipato due settimane fa, Rizzo ha ricevuto la precisazione che i genitori tanto hanno aspettato, sentendosi dire che “gli insegnanti, se sono insegnanti, significa che sono capaci e che nessuno può dirgli niente” e che “se i cittadini non hanno capito la proposta didattica, la colpa è di un’amministrazione ignorante“, ha rivelato al telefono. La vicenda adesso è ritornata sulla bocca degli abitanti del Comune vicentino, perché agli alunni non è ancora stato detto quali saranno i piani per quest’anno. Voci di paese, arrivate fino all’ufficio del sindaco, dicono che i bambini e i ragazzi non festeggeranno il Natale a scuola, quindi nessun concerto, né natalizio, né multientico, e nessuna festicciola per salutare i compagni di classe e gli insegnanti. Il sindaco, che amareggiata ha rivelato di avere la quasi certezza che “quest’anno non faranno nulla“, sperando di essere smentita da un ravvedimento dell’ultimo minuto, parla di “ripicca per lesa maestà“, un messaggio che sembrerebbe dire: “Se non vi è piaciuta la nostra idea di Natale, non avrete nessun altro Natale“.

4 commenti:

  1. È bene che i futuri schiavi si abituino a convivere con altri mondi. A mischiare pizze e kebab e ascelle alla puzza di formaggio ammuffito, a mangiare cavallette che tanto bene fanno alla salute.
    Faranno gallette con vermi ed escrementi perché ricche di minerali e proteine.
    Siamo trattati come polli in batteria. E vogliono pure che facciamo le uova di Pasqua. Altro che Natale!

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    1. Sto cominciando a sospettare che la moda di mangiare insetti che sta prendendo piede anche in Occidente sia voluta dai nostri padroni rettiliani, perché ci vogliono simili a loro.

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  2. i conti tornano,il nuovo ordine avanza imperturbabile,le identità nazionali devono essere distrutte,in un modo o in un altro.......un melting pot di popoli senza tradizioni e identità dove la competizione x la sopravvivenza impera.
    sembra quasi un'americanizzazione,infatti là vige solo il dio denaro,il mitra e la bandiera.
    ma che bella prospettiva!!!

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    1. Io, per quanto mi sarà possibile, farò di tutto perché ciò non succeda.

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