giovedì 14 gennaio 2016

Il sogno degli Arconti si sta realizzando


Fonte: La Stampa

Ha colpito quasi tremila bambini nell’arco di tutto il 2015, quando l’anno prima erano stati solo 147 e nel 2013 appena venti in più: l’epidemia di microcefalia infantile che sta investendo il Brasile non ha precedenti, non ha data di scadenza e, nonostante i quaranta casi di morte già confermati, non ha nemmeno cause certe. Gli esperti, tuttavia, sospettano che la colpa possa essere la puntura delle donne incinte da parte di una zanzara portatrice del virus zika e qui potrebbe stare la chiave per risolvere il problema. Cugina della Zanzara Tigre (Aedes albopictus) che abbiamo imparato a conoscere anche in Italia (e che non si esclude possa portare la stessa malattia), la «Aedes Aegypti» trasmette la febbre gialla, la chikungunya e la dengue, tutte febbri malariche simili alla zika. Questo virus, isolato per la prima volta in Uganda nel 1947, causa generalmente disturbi minori simili a una forte influenza. Raramente è letale, ma, a quanto pare, potrebbe provocare la microcefalia del feto quando a contrarlo è la madre incinta.


Così, migliaia di bambini altrimenti sani, sono invece nati con una malformazione del cranio e del cervello, che porta entrambi a svilupparsi con dimensioni inferiori alla media. Nonostante tutto, la maggior parte di questi bimbi con la testa piccola non presenta alcun ritardo mentale, sebbene una minoranza debba far fronte a gravi disturbi neurologici o addirittura alla morte. Gli scienziati, d’altra parte, non hanno ancora raggiunto una posizione unanime in merito alle origini della malattia: se la zika è presente anche in molte aree tropicali e subtropicali dell’America Latina e del Pacifico, perché il picco di microcefalia si registra solo in Brasile? Forse, perché il clima, la povertà e altri fattori creano nel nord del Paese, dov’è stato situato il focolaio, condizioni ideali per un’epidemia che altrove non ha raggiunto dimensioni analoghe.  «Se è possibile, dovreste cercare di evitare la gravidanza», ha detto pubblicamente alle connazionali che vivono nelle aree interessate Claudio Maierovitch, funzionario del ministero della Sanità di Brasilia, inviato ad affrontare la crisi. Gli esperti non escludono infatti che nei prossimi mesi i casi possano aumentare e la prospettiva semina preoccupazione anche in vista delle prossime Olimpiadi. 

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