mercoledì 23 marzo 2016

L'archeologa che creò i confini dell'Iraq


Testo di Paolo Barnard

Gertrude Bell, archeologa e amministratrice coloniale inglese, donna intraprendente e perfettamente a suo agio nella durezza del deserto mesopotamico negli anni 1918 e 1919. L’estetismo di Gertrude va cercato nel modo in cui ella si inventò, tracciandola di persona, la frontiera che separerà in un futuro non distante l’Iraq dall’Arabia Saudita, confezionando così due nazioni mai esistite prima. Jonathan Raban, il saggista angloamericano di cui ho accennato in precedenza, scrive in proposito: “Cavalcando fra le dune Gertrude Bell trascinava elegantemente un bastone che lasciava un solco nella sabbia, mentre alle sue spalle un nugolo di ragazzi autoctoni piantava pali di legno a intervalli regolari lungo quella traccia… Questi Stati fittizi furono forniti di Re a immagine e somiglianza della monarchia britannica… e necessitarono di dittatori armati fino ai denti e protetti da onnipotenti polizie segrete.

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