martedì 24 maggio 2016

Incompatibilità tra diritti delle donne e Islam



C’era una volta la presidentA inadatta. Quella che era sempre fuori luogo, quella che non riusciva a ritagliarsi il proprio ruolo perché incapace di gestire quello che le era stato assegnato. La presidentA avrebbe dovuto dirigere e seguire i lavori dell’aula di Montecitorio, avrebbe dovuto vivere tra capigruppo, ordini del giorno e votazioni fiume. Invece l’inadatta protagonista della nostra storia si trovò a dover affrontare qualcosa che era più grande di lei: la sua incompetenza. Ella non sapeva come nascondere questo terribile segreto al suo popolo e mise in atto il più vecchio degli stratagemmi “se non puoi convincerli, confondili”. Cercò di nascondere il dito indicando loro la Luna e decise di diventare madrina non richiesta di due grandi battaglie: la difesa delle donne e l’immigrazione.


La prima fu una battaglia che la coprì di ridicolo, la presidentA provava e riprovava ad erigersi a paladina delle donne indifese, ma scoprì a proprie spese che le donne sapevano difendersi benissimo da sole e la sua presenza altro non faceva che sminuire e a tratti ridicolizzare il ruolo della donna che tanto avrebbe dovuto difendere. Persa quindi la prima battaglia si dedicò alla seconda: accogliere più immigrati possibili nel suo Paese. La povera principessa inadatta non capì che la cosa migliore sarebbe stata aiutare la sua gente che a stenti riusciva a raggiungere la fine del mese. L’inadatta presidentA si era convinta a voler ripopolare il regno facendo entrare la gente degli altri popoli, quando sarebbe bastato dare qualche moneta d’oro in più alla italica gente come incentivo a procreare.

Purtroppo accadde che il popolo nativo fu negli anni cancellato dai migranti delle altre terre. La presidentA inadatta cantò vittoria perché il ripopolamento era avvenuto, ma quando dal palco della piazza portò il gaio annuncio si accorse che nessuno accorso nella piazza capì cosa ella stesse dicendo. Non v’era più nemmeno un italiano. I migranti avevano occupato tutto ciò che c’era da occupare, e la povera presidentA fu imbarcata in un gommone dalle stesse persone che difese prima di tutti.

Questa favella racconta la triste storia di Laura Boldrini, la presidentA della Camera dei Deputati più incompetente che la storia del nostro Paese abbia mai avuto. Quella che diede più importanza ad una vocale che alla sua gente.

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