lunedì 27 giugno 2016

Il fiume non si tocca!



Mentre in Francia stiamo assistendo ad una grande rivoluzione popolare contro gli apparati di potere sfruttatori, per far sì che il lavoro torni ad essere dignitoso e corretto e non più schiavista e ricattatorio, come lo è divenuto negli ultimi anni, dall’altra parte del mondo, in Brasile per l’esattezza, la popolazione indigena si sta ribellando all’egemonia distruttiva dei “giacca e cravatta“, meglio conosciuti come uomini d’affari, ovvero i diretti responsabili dei disastri ambientali che stanno distruggendo non solo il Brasile, ma il mondo intero.

 
Il discorso pronunciato dal Capo Tribù di Xingu, verrà certamente ricordato anche in futuro, un discorso breve e sintetico, ma che tocca il cuore di tutti quelli che hanno a cuore la Natura e i suoi abitanti. Va ricordato che in questi anni in Brasile e in generale in tutto il Sud America, sono stati uccisi e vengono tuttora uccisi numerosi ambientalisti che si schierano in difesa di Madre Terra. Uccisi vigliaccamente da coloro che sfruttando e distruggendo gli ambienti naturali fanno grossi affari.

Ecco il discorso del Capo Tribù di Xingu:
Voi non avete nessun diritto di distruggere il nostro fiume.
Le madri di Xingu non lo permetteranno.

Abbiamo deciso che la vostra parola non vale niente.
La conversazione è finita. Noi, i mebengôre kayapó, abbiamo deciso che non vogliamo un solo centesimo dei vostri soldi sporchi.

Non accettiamo una qualsiasi altra diga sul territorio Xingu.
Il nostro fiume non ha un prezzo, non è in vendita, il nostro pesce che mangiamo non ha un prezzo, e la felicità dei nostri nipoti non ha prezzo.

Non potremo mai smettere di combattere.
La Xingu è la nostra casa e voi non siete i benvenuti qui”.

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