lunedì 12 settembre 2016

Con la fame e il freddo i lupi scendono in paese




Dunque l’Italia confina con: Francia, che attualmente esercita un moderato controllo alle frontiere, che però tende a diventare sempre più forte, e con le elezioni che si avvicinano diventerà un muro. Svizzera, che non fa passare nessuno, e rimanda indietro quelli che sfuggono ai controlli.
Austria, che ha gli stessi problemi della Francia a livello politico e sta pensando alla costruzione di una serie di muri. E’ di oggi la notizia dello stop alle richieste di asilo e all’attivazione dei respingimenti (come in Svizzera). Slovenia, che ha già eretto i primi muri con la Croazia e che non si farà scrupolo di farlo con l’Italia. Sarebbe meglio tenere bene a mente quello che accade sul terreno più che discutere su come vorremmo che fosse la realtà. L’Italia effettivamente non può erigere muri e tuttavia è falso affermare che non esista una via per respingere (e riportare in Africa) i migranti. Si tratta di una scelta. Una precisa scelta politica che non ha nulla a che fare con una ideologia, la carità oppure il buonismo. E’ una precisa scelta per l’utilizzo di denaro pubblico nella così detta accoglienza. Un fiume di denaro pubblico che va a enti cattolici, cooperative bianche, cooperative rosse, amici dei politici. Lo schema solito e perfetto.



A pagare sono i cittadini: con l’ennesimo sperpero di denaro, con la propria incolumità e il peggioramento degli standard di vita sul territorio. Pare banale dirlo, ma questi immigrati africani, intrappolati in Italia, avranno fame, avranno freddo, vorranno il calore umano di una donna. Capisco che sollevare il problema oggi appare politicamente scorretto, tuttavia credo che, prima di ogni altra politica di aiuto ai paesi africani, l’Italia debba spendere risorse e denaro pubblico per una politica feroce e inflessibile dei respingimenti, utilizzando l’esercito e tutta la sua influenza per costringere i paesi di partenza a riprendersi tutti indietro. E non mi venite a dire che è impossibile. Stiamo parlando o di nazioni a cui manca tutto, oppure di nazioni che dipendono dall’Italia per il loro export di beni e idrocarburi. Io resto esterrefatto per come questo enorme problema di ordine pubblico, sanitario e di identità venga ignorato. E so già che verrà ignorato fino a quando una catena irreparabile di eventi avrà ammazzato, ferito, stuprato abbastanza italiani. Io me ne rimango qui. Siate consapevoli, siate preparati.



2 commenti:

  1. L'Italia non può erigere muri perché non li vuole erigere. Nel caso dell'Italia è evidente che non si possono erigere muri di cemento o di altro materiale. Ma si può erigere un muro di sbarramenti di navi a poche miglia dalle coste della Libia anche perché i barconi sono da considerare alla stregua di natanti di pirati secondo le leggi internazionali del mare, non battendo bandiera di alcuno Stato. In questo senso non vi è nemmeno distinzione tra profughi di guerra e migranti economici: sono entrambi invasori. E dagli invasori bisogna difendersi.

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    1. Qui siamo al paradosso che i gommoni bianchi su cui vengono sistemati i "profughi" per la foto ricordo, a poche miglia dalla costa libica, ultimamente glieli passa la marina militare italiana. Che ha ordini precisi.

      La Santanché, poverina, può sbraitare quanto vuole, ma le logge massoniche sono più forti.

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