martedì 11 ottobre 2016

Il solito vizio di manipolare le interviste




A Piazza Pulita hanno mandato in onda la mia intervista. Un'intervista che non avevo autorizzato, dopo che avevo saputo della Retata in "modalità Iene" al mio carissimo amico Matteo Penzo.
 Mi era stata promessa una trasmissione finalmente pulita (non è forse il nome/prerogativa del programma?), con tanti interlocutori diversi e competenti nelle varie discipline. Ciò che invece è stato lo hanno visto tutti gli spettatori del ridicolo dibattito: tre sostenitori della medicina ufficiale (fra cui un giornalista, l'alter ego di Veronesi e - udite udite - Marina Ripa di Meana) e la bravissima dottoressa Brandi (Metodo Di Bella), che non ha mai potuto parlare serenamente. 
Com'è stata introdotta la mia intervista? "La triste storia di Simona, una donna che preferisce lasciarsi morire piuttosto che fare la chemioterapia". Io la cambierei invece con: "La difficile storia di Simona, una donna che preferisce tentare percorsi di cura diversi, perché ha studiato e alla chemioterapia non crede".
 



Mancano molti passaggi significativi dell'intervista, ovviamente. Il fine era quello di farmi passare per una persona folle, che si cura con integratori ridicoli e preferisce suicidarsi pur di evitare la caduta dei capelli e la sopportazione di farmaci salvavita. E, chiaramente, la mia sopravvivenza è stata imputata a quelle due chemioterapie iniziali, che si sa benissimo che da un punto di vista scientifico contano come il due di picche. 
Quando Andrea Casadio mi ha intervistata e mi ha chiesto: "Tu pensi che la chemio sia un veleno?", io ho risposto: "Non sono io a dirlo. Lo sanno tutti". 


E poi: "Cosa consigli alle persone che ti chiedono come curarsi?", io ho risposto: "Di studiare e di scegliere la cura in cui credono. Qualsiasi essa sia".
 Se una donna aderisce ai protocolli ospedalieri e guarisce, io sono FELICE. Ma in queste trasmissioni manca sempre la voce di chi invece non ce l'ha fatta. Persone che hanno aderito a tutto il percorso ospedaliero offerto e sono morte in preda ad atroci sofferenze. A volte, addirittura durante le infusioni.
 Le testimoni della validità della chemio, guarda caso, erano le stesse che sono state intervistate nel programma Le Iene, che ha visto coinvolta Eleonora Brigliadori. La donna che invece è intervenuta perché guarita col Metodo Di Bella (seguita dalla dottoressa Brandi), è stata pressoché snobbata. 
Il vantaggio personale che vedo in questa intervista è che forse, finalmente, tutti coloro che mi accusano di essere "malata per finta e per lucro" cominceranno a lasciarmi in pace e convoglieranno le loro energie in qualcosa di meglio. Qualcosa di utile e costruttivo socialmente, magari.



Tengo comunque a precisare che io non offro sostegno psicologico ai malati di cancro. Io sono una Counselor Transazionale e soltanto una piccola parte delle persone che sono venute da me hanno portato questo tema. A loro offro la possibilità di ascoltarsi, per scegliere la cura in cui credono. Qualsiasi essa sia. E non impongo mai il mio punto di vista, perché ritengo che ognuno abbia diritto ad essere sostenuto nel suo. 
Io non credo ai conflitti, ai "contro" e alle separazioni. Credo nel sostegno, negli abbracci, nel nido che ti accoglie mentre tutto ti precipita addosso e non sai più da che parte voltarti. E ti senti sola. Sola perché soltanto chi ci passa può davvero capirti. 
Io vedo Dio in chiunque. Anche in coloro che mi hanno fatta soffrire e mi perseguitano, puntando il dito su una storia che è soltanto mia. Avrei certamente potuto affrontarla da solista, senza espormi e senza condividerla. Ma non è nel mio carattere. Io sono quella che cerca di trasformare la spazzatura in oro. Anche contro ogni evidenza.


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