martedì 3 gennaio 2017

Stesso bungalow, a nove anni di distanza



Nove anni fa eravamo in affitto nel bungalow vicino, che oggi è occupato. Nelle due foto messe a confronto, scattate a nove anni di distanza l’una dall’altra, si può vedere che il colore rosso si è sbiadito, il tetto è stato rifatto, non c’è più la protezione antivento costituita dalle canne di bambù e anche lo spiovente sull’entrata è stato rimosso. C’è anche il problema che il bungalow, per il quale il proprietario francese ci chiede 80 euro al mese d’affitto, non è abitabile subito, giacché è necessario scavare un pozzo, dotarlo di pompa che riempia il serbatoio sopra il lavello della cucina e rendersi autonomi dal pozzo principale, a cui attinge il padrone. Poi ci sarebbe da mettere il pannello fotovoltaico sul tetto, onde ottenere energia elettrica. Insomma, il posto è bello, a pochi passi dal mare di Ankilibe, c’è pace e tranquillità, ma ci sarebbero delle spese da sostenere. Anche stavolta, purtroppo, io e Tina dovremo soprassedere.





6 commenti:

  1. mi sembra che il problema della pompa x l'acqua e pannello fotovoltaico (aggiungo una o + buone batterie semistazionarie carrelli elevatori,piattafome aeree)è comune a molte abitazioni che tu desideri.
    xchè allora non ti procuri un kit e risolvi il problema,si costano ma li installi in poco tempo e altrettanto li togli e li metti in altra abitazione.
    il prezzo credo sia conseguente.
    michy

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    1. Grazie Michy. Tu devi aver fatto studi tecnici, eh?!
      Nel caso specifico non credo che l’attrezzatura mi verrebbe rubata, perché il terreno di Ankilibe è sotto la sorveglianza di un guardiano fidato, però è vero che i malgasci sono abilissimi ladri. E quindi, voglio essere molto cauto nel comprare tecnologia costosa.

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  2. In Madagascar non funziona così. Innanzitutto Roberto dovrebbe fare un contratto scritto con il proprietario, che non varrebbe comunque niente, se il proprietario ha qualche aggancio nella polizia. Applicano questa tattica, Roberto ha ragione, le cose sono sue ma "provvisoriamente"
    rimangono lì, aspettando di definire bene la pratica, e fanno passare tanto tempo quanto basta per stancarti. Magari, per caso, passano i ladri e portano via tutto, così è finito tutto. Oppure, se c'è nell'aria che stai andando via e passano i ladri mentre tu sei a Tulear a cercare un'altra casa. Oppure, servono i soldi a "qualcuno" e passano i ladri. Quando fai qualcosa devi sapere che tu non ne sei più padrone, se non puoi metterla in una valigia e portartela via.Mettono tutto in un limbo, tanto sanno che prima o poi lo straniero se ne va. E i malgasci per indole sono molto ma molto pazienti, e mai, adesso forse e un po' diverso, aggressivi. Anzi, se tu sei aggressivo rispondono con stupore. In più gli stranieri che vivono sopravvivendo in Madagascar, diventano come i malgasci, il vahaza è una preda, e te lo dicono, "tanto tu vieni dall'Europa e hai tanti soldi". Posso raccontare mille storie:Nei primi tempi che ho conosciuto Pascaline, siamo andati a fare una gita da
    Belo sur Mere all'isola dei coralli bianchi dei pescatori di oloturie in piroga, dopo un po' che siamo sull'isola si alza un po' di vento e tutti dobbiamo partire perchè il pescatore aveva portato il figlio piccolo per tenere la vela invece di un altra persona, per non pagarla, e siamo partiti proprio mentre entrava la bassa marea e la barriera si avvicinava alla riva. Io ero nero, ho detto a Pascaline di pagare, 150 000 franchi, una miseria e che non avremmo più avuto contatti con il pescatore. Il giorno dopo ho trovato Pascaline e il pescatore che parlavano normalmente, al che mi ha risposto " e ma è successo ieri". Un altra, sempre con Pascaline dei primi tempi, andavamo al mercato Bazary kely di Tamatave a comprare i gamberi al banchetto dei gamberi, e la donna ci dava sempre 600, 700 grammi di gamberi invece di un chilo con i pesi limati, io diventavo nero, e Pascaline mi diceva, se vuoi comprare i gamberi è così, tutti lo sapevano e tutti lo accettavano.Io poi sono andato sempre a comprare i gamberi surgelati, ma non è lo stesso sapore Per dirti la mentalità fatalista dei malgasci. Ancora: quando Taty mi ha accompagnato a Tana all'ospedale per 10 giorni, ha trovato al ritorno la casa svuotata, con il radio serva che funziona alla grande in Madagascar, ha saputo che era stato il fratello della sua padrona di casa, che era anche la sua vicina. Tu dici smonti
    tutto e porti via, prima ancora che tu pensi di portare via hanno già capito che tu vuoi portare via e fanno sparire tutto. Vedi i malgasci, come ho detto in un mio racconto, hanno una pazienza infinita, accettano tutto, la morte, il taxi brousse con l'impianto elettrico bruciato al freddo sull'altipiano, e lo riparano!! solo con le mani e la torcia
    prestata da me, non c'erano ancora i prodotti cinesi, perchè i malgasci sono anche eccezionali, accettano la malattia, ho visto i malati di malaria prima delle medicine di Bill Gates, prendevano il chinino, si sdraiavano al buio nelle loro capanne,e stavano li e aspettavano, aspettavano, aspettavano, e tu vedevi solo gli occhi lucidi per la febbre nel buio. Contro i malgasci non ce la fai, sono troppo più forti di noi.Ancora per dire la loro pazienza, una volta dovevamo partire per Fianarantoa con Pascaline, al mattino abbiamo preso i biglietti alla stazione dei taxi brousse di Tana e ce ne siamo andati, siamo ritornati per le tre del pomeriggio, perchè avevamo capito le tre invece che l'una, in francese è facile sbagliare, ebbene erano tutti li ad apettarci seduti sul taxi-brousse.francesco

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  3. Ripensiamo al grande Marselo' mia guida alla vita in Madagascar, l'altra è stata Berte mia prima ragazza che mi ha insegnato le prime parole in malgascio e come muovermi e come comprare in Madagascar. Berte con la dentiera, e io non me ne ero accorto, me ne sono accorto solo un giorno a Tana quando si è rotta e gliene ho fatta fare una decente. Adesso è sposata, lei non bellissima, ma intelligente con un francese belloccio e abita a Chamonix con il figlio Landry, meticce avuto con un reunionese adesso morto, Landry bambino terribile, biondo, bianco, che adesso avrà superato di un po' i 20 anni, e Savouar la figlia del fratello morto e che piangeva quando dicevano che non era figlia di Berte.E purtroppo so che non ha fatto una bella fine, sposata a 17 anni con un marinaio vezu di Tulear. Da radio serva in Madagascar che funziona alla grande. E bisognerebbe raccontare il matrimonio di Berte a Tamatave c'era anche Marcello.E Berte non mi ha dimenticato.
    Torniamo a Marselò, Marcello bello come Jaques Perrein,con la stessa voce e la strafottenza di Arbore, ogni volta che sento Arbore sento Marcello, era di Roma. Marcello si arrabbiava quando le ragazze lo chiamavano Marselò, "io mi chiamo Marcello" e non si stancava di ripeterlo tutti i giorni. Caro Marcello come mi manchi, dove sei, sono anni che non ti sento, l'ultima volta mi hai telefonato che stavi andando a Tamatave a vedere mia figlia, e io non sono potuto venire perchè avevo mia madre ammalata da seguire, e tu mi hai detto che non eri più quello di prima, se ci sei, ormai hai 74 anni, scrivimi. Ti avevo promesso che per la tua tomba avrei fatto fare una statua con te abbracciato ad una colonna. E si perchè Marcello, quando andavamo al saint Antoine, la più bella discoteca, tutta sul mare di Majunga, ogni tanto si abbracciava ad una colonna e stava lì abbracciato alla colonna. E' morto di tumore anche il padrone meticce-chinose, Karon, dei bangalows di Majunga dove andavamo sempre.E chissà se c'è ancora
    Peppinò che è ancora più vecchio.E hai anche tu cercato di dare qualche consiglio a Roberto, che da tale testa di cazzo qual è non ci ha mai ascoltato.Comunque Marcello, che aveva conosciuto il Madagascar selvaggio, aveva lavorato alla costruzione della pista dell'aeroporto di Morondava come architetto delle Condotte di Roma, diceva "in Madagascar si viene o in vacanza o in pensione" e veniva in Madagascar con un bagaglio di 5kg e tornava a casa con un bagaglio di 5kg. E poi racconterò la storia della peugeot 205, parvenza di auto che affittavamo, hai capito Roberto affittavamo, quando eravamo a Majunga.Come diceva Marcelò "In madagascar non si compra niente, tutto si affitta". francesco

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    1. Grazie Francesco, per la tua accorata e bellissima testimonianza.
      A mia discolpa posso dire che essendomi subito accompagnato con Tina fin dal 2006, non sono stato soggetto a sfruttamento da parte dei malgasci, proprio perché Tina mi considerava...riserva di caccia. Se ho speso dei soldi, l’ho fatto con lei, dandole il capitale a fondo perduto per il suo commercio di vestiti. E anche molte regalìe, nel corso degli anni. Inoltre, intelligente com’è, ha imparato alla perfezione l’italiano e questo si chiama “valore aggiunto”. Oltre al commercio di abbigliamento, possiamo accompagnare i turisti italiani, quelli che hanno capito che il Madagascar è un posto difficile e che ci vuole qualcuno che ti protegga e ti guidi. Non abbiamo lavorato molto, finora, ma abbiamo avuto anche le nostre soddisfazioni, con un gentile signore di Parma che ora è nostro amico e che sta scrivendo un libro fotografico come te. Sorvolo sugli altri clienti che si sono comportati con Tina in modo disonesto.
      Considera infine che il bungalow di Ankilibe è di proprietà di un francese e mi aspetto che un minimo di onestà culturale gli impedisca di attuare tutte quelle strategie truffaldine che tu hai ben descritto. In ogni caso, la decisione di rinunciare al suo bungalow è stata da me già presa.

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    2. come direbbe Marcello con l'onestà culturale ti ci puoi pulire il culo

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