martedì 14 marzo 2017

Erdogan la fa fuori dal vaso


Testo di Andrea Giberti


In questi giorni osservo con preoccupazione l’acuirsi della tensione tra il governo olandese ed il governo turco. Non voglio entrare nel merito dei motivi di contrasto, ovvero la proibizione ai membri del governo turco di tenere comizi politici nei Paesi Bassi. Di fronte alla decisa reazione olandese il premier turco ha definito l’Olanda una nazione “nazista”. E’ di questo che vorrei parlare. Non si può chiamare l’Olanda una nazione “nazista”, questa è l’offesa più grave che si può fare ad un olandese, perché durante la seconda guerra mondiale l’Olanda ha sofferto più di altre nazioni europee per l’occupazione nazista. Forse qualcuno ricorderà che nel marzo 2006 l’allora Onorevole Giovanardi definì “nazista” la legislazione olandese in tema di aborto. Anche allora l’opinione pubblica olandese manifestò grande dispiacere per queste esternazioni. In breve, vorrei rammentare che la Germania ha occupato l’Olanda ininterrottamente dal maggio 1940 al maggio 1945. In cinque anni sono morti 206.000 olandesi, il 2,36% della popolazione ed è stata la percentuale più alta di tutta Europa in relazione al numero di abitanti. La metà dei morti apparteneva alla comunità ebraica e tutti ben conoscono la storia di Anna Frank. 



Il Quarto Reich, nella sua occupazione, attuò una politica chiamata Gleichschaltung finalizzata ad annientare tutte le numerose formazioni politiche e sociali del Regno Olandese che erano l’ossatura della sua democrazia parlamentare, al fine di attuare una politica di omogeneizzazione culturale e politica che consentisse, in un secondo tempo, l’assorbimento della nazione olandese nella Grande Germania. La Resistenza olandese incontrò sempre moltissime difficoltà nella sua opera di contrasto alle forze di occupazione perché i Paesi Bassi, del tutto privi di rilievi montuosi, non consentivano la creazione di basi sicure. Ma quello che più ha segnato la coscienza collettiva olandese è stato l’Hongerwinter, l’inverno della fame, che nell’inverno 44 / 45 provocò la morte per fame di oltre 20.000 olandesi. Era accaduto che, per le vicende belliche che si svolgevano sul proprio territorio, la parte settentrionale della nazione rimase tagliata fuori da tutte le forme di approvvigionamento alimentare, per di più in presenza di temperature particolarmente rigide. Fu la forma più estesa di carestia che colpì una nazione avanzata e densamente popolata. Alla fine gli Alleati decisero di venire in soccorso alla popolazione inerme ed impiegarono i grossi bombardieri quadrimotori non per sganciare bombe ma latte metalliche che contenevano generi alimentari. Fu l’operazione Manna che forse rese i bombardieri alleati più fieri delle proprie missioni. E’ anche per questo che non si deve mai, ripeto, mai dire ad un olandese che abita in una nazione “nazista”.

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