venerdì 10 marzo 2017

Il Grande Topo



Soltanto pochi giorni fa Tina mi ha parlato del mercato di “Bevoalavo”, letteralmente Grande Topo, e  giorno dopo siamo andati a visitarlo. Ho scoperto così che è attiguo al più frequentato mercato di Sakamaha, chiamato anche Betania, dal nome del quartiere nel cui territorio ricade. Quello di Bevoalavo fu il primo a sorgere spontaneamente, molti anni fa, finché il Comune non allestì un’area attrezzata, con tanto di capannoni per il pesce e la carne. Il Bevoalavo non ha mai smesso di funzionare e il Comune, per non sbagliare, manda i suoi addetti a riscuotere la tassa sia nell’uno che nell’altro. La differenza sul piano estetico tra i due mercati mi è saltata subito agli occhi: quello di Bevoalavo è per i malgasci poveri e i vazaha non vi mettono mai piede. In quello adiacente di Sakamaha ogni tanto qualche vazaha si fa vedere, perché i prezzi sono più bassi rispetto a quelli che si trovano in centro città, al Bazary Be. La merce in vendita a Bevoalavo è appoggiata direttamente al suolo, mentre a Sakamaha, oltre ai negozietti di cemento predisposti dal Comune, di solito viene posata su tavolati di legno.


Un’altra vistosa differenza è che a Bevoalavo entrano le carrette trainate dagli zebù, mentre a Sakamaha al massimo si può entrare con la bicicletta a mano e fino alle sei di sera i guardiani lasciano entrare solo i ciclo-pousy che portano merci, mentre quelli che portano passeggeri devono fermarsi al cancello. Quando alle diciotto le guardie smontano, i conducenti di ciclo-poussy entrano in massa fin dentro il mercato, intasando il passaggio e ostacolando gli ultimi clienti, sperando che per la fretta di rientrare prima del buio la gente richieda i loro servigi. La merce venduta a Bevoalavo è unicamente di origine agricola. Noi abbiamo comprato canna da zucchero, da succhiare come dessert e frutti del fico d’India a cui avevano già tolto le spine. I baccelli del tamarindo, invece, per fare il cucco, li abbiamo presi a Sakamaha.


A Bevoalavo si trovano anche le pannocchie di mais, le patate dolci, la manioca, le angurie e le zucche, oltre alle cipolle e agli onnipresenti fagioli, dei quali esistono molte varietà. Tanto per fare un esempio riguardante la differenza di prezzi tra i mercati per i malgasci e il Bazary Be frequentato dai bianchi e dai malgasci ricchi, un avocado a Sakamaha costa 500 ariary (15 centesimi di euro), mentre al Bazary Be costa il doppio. Tutti i ristoratori bianchi comprano in centro, forse per comodità, nello stesso modo in cui vanno a fare la spesa al supermercato Score, dove i prezzi sono più alti rispetto alle drogherie dei Karana, che degli alimentari hanno quasi il monopolio. Il mercato di Bevoalavo, Grande Topo, mi ha fatto sentire come se mi trovassi nell’Africa vera, una sensazione che non avevo da quando sono andato in Kenya. Credo che ci tornerò, da solo o con Tina, vincendo la sgradevole sensazione di avere tutti gli occhi addosso. Il perché lo abbiano chiamato “Grande topo” è facilmente intuibile: il molesto roditore vi fa da padrone, se non altro quando si ritiene al sicuro dalle aggressioni degli uomini, che sono topi molesti più grandi di lui.

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