venerdì 2 giugno 2017

BigPharma usa anche i cani nella guerra psicologica in atto



Un amore a 4 zampe. Sono 16,8 milioni (il 34% della popolazione adulta) gli italiani che convivono con un pet, 7,7 milioni di famiglie “allargate” che accolgono sotto il loro tetto un cane, un gatto o tutti e due. Per il 17% sono come figli. Tanto che la metà dei cani e oltre l'80% dei gatti hanno accesso ai luoghi più intimi di casa, dal letto al divano. Quello descritto da una ricerca di Gfk Eurisko, commissionata da Msd Animal Health, sembra all'apparenza un quadro perfetto, il ritratto ideale della relazione uomo-animale. Eppure la stessa indagine - condotta su un campione di 1.000 over 18 - scopre anche delle ombre: non sempre questo profondo affetto fa rima con salute e protezione. Sebbene l'80% di chi possiede un pet ritenga importante che gli amici a 4 zampe siano curati e in buona salute, all'atto pratico solo il 46% dichiara di «farli vaccinare regolarmente», il 42% li porta dal veterinario soltanto se ammalati, e appena il 12% fa fare esami del sangue e visite di controllo anche se sono in salute.




In poche parole: ti amo, ma non ti curo. Per gli esperti è un problema legato alla scarsa percezione dell'importanza di un animale in salute in relazione anche al benessere e alla sicurezza dell'uomo e dell'ambiente in cui si vive. E così solo l'11% fa riferimento alla necessità di proteggere il proprio pet per evitare possibili contagi o trasmissioni di malattie, e solo il 17% correla questo aspetto con la salute di tutta la famiglia. Per sensibilizzare l'opinione pubblica in generale e «non solo gli addetti ai lavori», Msd Animal Health sta lanciando «un piano di comunicazione», annuncia Paolo Sani, amministratore delegato Msd Ah, che punta a un semplice messaggio riassunto anche in un video: uomini e animali una sola salute. Eppure, sempre dall'indagine emerge che un irrisorio 8% dei proprietari di cani e gatti pensa che sia elevata la possibilità che cani e gatti trasmettano malattie all'uomo, su un 48% di persone che sa dell'esistenza di questo rischio. Nella vita reale questo si traduce in errori quotidiani: non sono in molti a pulire le zampe al cane (44%) o al gatto (17%) dopo la passeggiata, ancora meno si preoccupano di controllare il pelo (26% cane, 15% gatto). I dati sulla prevenzione sono in linea: solo il 56% fa le vaccinazioni di base; il 43% la profilassi contro parassiti come zecche o pulci; il 29% contro la filaria, la leishmaniosi e così via, il 25% le vaccinazioni specifiche come l'antirabbica. E c'è anche un 17% che non fa nessuna vaccinazione o profilassi.

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