sabato 12 agosto 2017

Due milioni di morti non son bastati


Testo di Nia Guaita


Una storia che si ripete: Usa-Corea del Nord-Cina. Nel 1948, la Penisola coreana, venne divisa in due zone lungo la linea del 38º parallelo. L'area settentrionale, presieduta da un governo comunista filosovietico e quella meridionale da un governo filostatunitense. Entrambi gli stati avevano, come priorità, il disegno della riunificazione nazionale anche se la stessa non era possibile, dati i dissidi tra statunitensi e sovietici. Nell'ottobre 1949, i nordcoreani iniziarono ad organizzare l'offensiva che avrebbe dovuto annettere la parte meridionale della penisola. La data d'inizio del conflitto (25 giugno 1950) non fu casuale: cadeva nel primo anniversario della brutale repressione che, nella Corea del Sud, aveva visto lo smantellamento del Partito Comunista Coreano, che condusse ad una strage di 30.000 persone, comunisti, ma anche gente comune ("Insurrezione di Jeju", 25 giugno 1949). 


Ai primi di luglio 1950, iniziarono i bombardamenti della FEAF (Far East Air Force) statunitense, che non fu però in grado di fermare l’avanzata nordcoreana; l’1 e il 2 luglio, 3 battaglioni di fanteria Usa furono annientati ed il 20 luglio, la 24ª divisione di Fanteria, perse 6000 uomini. Nel frattempo, su mandato delle Nazioni Unite, si creò una forza internazionale organizzata dagli Stati Uniti e comprendente 18 paesi aderenti all'ONU, che riuscì a rallentare l'avanzata nordcoreana. Il 13-15 settembre, la controffensiva Usa che dopo aver ricevuto dalla CIA (Operazione Trudy Jackson), informazioni sulla consistenza delle difese nordcoreane e l'entità delle loro truppe, inviò 43 bombardieri sul porto di Incheon, vicino al 38º parallelo che in diverse ondate, scaricarono napalm ed eliminarono le forze nordcoreane. Nonostante i ripetuti ammonimenti cinesi a non invadere il territorio nordcoreano e - soprattutto - a non raggiungere il confine cinese, gli Usa non credettero ad un intervento bellico della Cina e occuparono la città portuale di Chogjin, mentre oltre 800.000 militari cinesi si ammassavano sulle rive del fiume Yalu. In seguito, interi reparti cinesi entrarono nel territorio della Corea del Nord e tra il 28 ed il 29 ottobre, si concretizzò il contrattacco con una valanga umana di oltre 300.000 cinesi che si abbatté sulle linee alleate, nonostante i bombardamenti, travolgendole letteralmente, A partire dal 3 novembre, con la copertura offerta dai bombardieri, le truppe alleate iniziarono il ritiro dalla Corea del Nord e il 5 dicembre i cinesi ripresero la capitale nordcoreana Pyongyang e si attestarono sul confine del 38º parallelo. Il 27 luglio 1953, si firmò l’armistizio (mai riconosciuto dalle due Coree) e la Corea rimase divisa in due stati: Corea del Nord, con capitale Pyongyang e Corea del Sud, con capitale Seul. Da allora, gli Usa mantengono 40.000 soldati e arsenali nucleari in Corea del Sud. In conclusione: 2 milioni di morti, per ristabilire, sostanzialmente, la situazione preesistente.

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