lunedì 18 settembre 2017

La sindrome di San Troll


Un Troll anonimo, che io ho paragonato al pagliaccio triste che, nei circhi, lavora insieme al pagliaccio ridanciano, poiché ricevo spesso visite di una sedicente squinternata Trollessa, ha messo in discussione l’esistenza di Nibiru e, di conseguenza, degli Anunnaki, che ne sarebbero gli abitanti. Fa bene, lo sconosciuto anonimo, a dubitare dell’esistenza del fantomatico pianeta, per il semplice motivo che nessuno lo ha mai visto, a meno che gli astronomi accademici lo abbiano visto ma non vogliano dircelo. Si potrebbe affermare, quindi, che lo scetticismo di tale anonimo sia una specie di sindrome di San Tommaso: se non vedo, non credo. Tuttavia, pur non volendo assumermi il compito di confutare le sue posizioni, perché egli è libero di pensarla come vuole, a tale anonimo vorrei dire alcune cose.


Se rifiutiamo l’esistenza di Nibiru perché spiegata da Sitchin, e tutto ciò che è stato detto e scritto da tale autore è inficiato semplicemente perché apparteneva alla Massoneria, allora dovremo rifiutare anche le tavolette sumere. Dovremo rifiutare anche il Vecchio Testamento, che va ad aggiungersi, completandolo, al quadro offerto dai sumeri. Dovremo rifiutare anche l’Enuma Elish, che parla della creazione in modo più dettagliato rispetto al libro della Genesi. Dovremo rifiutare anche l’epopea di Gilgamesh, che racconta di come, avendo due terzi di sangue alieno nelle vene, egli volesse ottenere l’immortalità, nell’unico modo possibile: trasferirsi su Nibiru. Dovremo rifiutare anche i libri Veda e gli altri antichi testi indiani, che parlano di guerre fra gli Dei esattamente come ne parlano le tavolette sumere e il Vecchio Testamento. Se la sente il mio anonimo scettico Troll di rinunciare a tutta questa letteratura, solo sulla base del fatto che Sitchin faceva parte di una loggia massonica? Cosa ha da offrire in cambio l’anonimo scettico? 

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