domenica 15 aprile 2018

Berlusconi, il nostro piccolo Stalin casareccio



Non condivido il paragone con Stalin: il leader georgiano dell'Unione Sovietica poteva avere tutti i difetti di questo mondo ma, nel momento della Tragedia Assoluta, momento nel quale esce davvero la statura dell'Uomo, Stalin ha saputo guidare il Popolo Russo nella Resistenza prima e alla Vittoria poi contro l'Invasore Nazista, e questo è un fatto, piaccia o non piaccia. Berlusconi dove ha condotto il popolo italiano in tutti questi anni? Al Bagaglino? L'ha condotto dovunque e da nessuna parte perché il Nano non ha mai avuto un'idea che fosse una, se non quella di salvaguardare le proprie aziende. Poi intendiamoci, in questo suo girovagare per i fatti propri è riuscito anche a intessere relazioni internazionali che sono state senz'altro fruttuose per l'Italia come quella con la Russia di Putin e la Libia di Gheddafi; ma dietro non c'era un progetto o un'idea che fosse una ed infatti, da Vero Italiano Traditore, ha tradito il Raìs Libico non appena ha potuto, ritenendola la strada più redditizia dal punto di vista personale e, ovviamente, non avendo alcuna conoscenza del concetto di "Onore" che, parafrasando Don Abbondio, ovviamente "chi non ha non se lo può certo dare".


Oggi quest'"uomo" (si fa per dire) veleggia a quota 81 anni e 197 giorni: il suo decadimento è ogni giorno più evidente e patetico ma, allo stesso tempo, esilarante. Se non ci fosse di mezzo il Destino del nostro Paese ci sarebbe quasi da accomodarsi sul divano e godersi lo spettacolo mangiando le patatine. Ma questo vecchio decrepito continua a essere un ostacolo al cambiamento di questo Paese: ultima dimostrazione è che, mentre Salvini è stato l'unico a condannare il Criminale Bombardamento della Siria della notte scorsa (Di Maio ancora non pervenuto), Forza Italia ha rilasciato una dichiarazione tanto cerchiobottista quanto irritante in cui, sostanzialmente, non prende posizione. "Maroni, Bossi e i bossiani eletti nella Lega sono lì che non aspettano che pugnalare Salvini alla schiena, transumando nel partito del teppista mummificato": alla fine il punto fondamentale è proprio questo. Dietro di sé Salvini ha soltanto mezzo partito: il turpe Maroni è il Cavallo di Troia fedele al vecchio decrepito che sta aspettando il momento giusto per tradire e fare il governissimo col Pd. E del resto la poltrona a Palazzo Chigi gli è stata promessa dal vecchio malvissuto in persona (da qui la decisione di non ricandidarsi in Regione Lombardia). Staremo a vedere ma la sensazione è quella che, alla fine, i due vincitori delle elezioni, Salvini e Di Maio staranno all'opposizione per cinque anni.
Buonanotte Italia!

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