sabato 14 aprile 2018

L’eterna lotta tra Caino e Abele





Sembra che i figli di Caino stiano prendendo il sopravvento sui figli di Abele costretti a subire violenze e soprusi di ogni genere. Chi dovrebbe amministrare la giustizia favorisce il crimine a scapito della parte lesa. Chi dovrebbe amministrare il Paese pensa agli stranieri e lascia i concittadini in situazioni di indigenza dovuta alle tasse per mantenere chi non ha alcun diritto. Chi ha faticato una vita viene spogliato dei suoi risparmi perché è considerato ricco e quindi col dovere di mantenere fannulloni e buoni a niente. Chi desiderava allevare la famiglia e vivere onestamente del suo lavoro viene espropriato della sicurezza del lavoro per se e per i suoi figli, ai suoi figli viene tolto il futuro per consegnarlo a clandestini di cui non si conosce la provenienza e che vantano solo diritti e nessun dovere. Chi dovrebbe amministrare la politica non ha nessun senso dello Stato e nessun senso di rispetto per i soldi estorti ai cittadini, anzi è prodigo di mance e di spese inutili, ma non vede il dolore e la sofferenza di chi ha perso tutto ed è costretto a vivere ai margini della società. Chi dovrebbe agire in modo oculato per non danneggiare la parte produttiva di ricchezza per il paese e per se stesso, è il primo persecutore della ricchezza intesa non come frutto di lavoro e fatiche, ma come soggetto da depredare in nome di una equità sociale che rende tutti più poveri a parte chi la distribuisce a piene mani non essendole costata alcun sacrificio o rinuncia. 


L'indole pacifica dei figli di Abele li porta a subire senza reagire, in questo modo i figli di Caino ritengono di poter fare anche peggio e s'industriano ogni giorno per inventare nuove angherie e violenze. In questo modo la società prende la china della deriva sociale e morale e diventa invivibile e senza alcuna regola civile. I figli di Abele devono coalizzarsi e riportare l'ordine e la legalità, anche se per farlo devono ricorrere ai metodi che Caino ha fatti suoi e imposti con la forza. Serve un ribaltamento che ponga valori e regole giuste per tutti, che riporti il buon senso, il merito e la giustizia alla base della società civile.

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