venerdì 4 maggio 2018

Per i mondialisti conta di più la quantità della qualità


Testo di Paolo Sensini


Per fare ingoiare ai sudditi-spettatori l'inevitabilità dell'ondata migratoria, i media di regime sono costretti a darsi una parvenza scientifica o pseudo tale. Proprio come ai bei tempi dell'Unione Sovietica, quando i dati statistici propagandati erano solo una variabile dipendente dagli interessi precipui della nomenklatura di Stato. Oggi da noi siamo allo stesso livello, anzi per certi versi forse addirittura peggio. Succede dunque che gli esperti catodici ci ammoniscano che "nel 2065 gli italiani saranno 6,5 milioni in meno". Che dramma, ma vi rendete conto! E quindi, giocoforza, che saremo costretti a fare arrivare nuovi africani per evitare questa immane "sciagura" demografica che incombe su di noi. 



Quello che non dicono, tuttavia, è che l'Italia conta 206 abitanti per chilometro quadrato mentre l’Africa, che somma 1,1 miliardi di abitanti, ha una densità di appena 36 abitanti per kmq. Solo la città di Milano, per fare un esempio eclatante, ha una densità di 7.439,3 abitanti per kmq (mentre la Lombardia 420, più del doppio della media italiana). Uno sproposito, se riflettiamo un attimo su ciò che una tale situazione comporta in termini di vivibilità urbana. Ne risulta quindi che l'intera penisola, e soprattutto la Valle Padana, ha un surplus di popolazione e dunque non è affatto allarmante un possibile calo dei suoi abitanti. Anzi, sarebbe un fatto auspicabile vista la mancanza di territorio e la sua orografia in prevalenza montagnosa. Siamo infatti passati da 38 milioni di abitanti nel 1921 ai quasi 60 di oggi, un aumento di notevole rilievo. Il calo demografico non è dunque affatto una prospettiva inquietante, come vogliono farci credere. Ci permetterebbe al contrario di recuperare territorio e liberarlo da inutili colate di cemento. Evitando, tra l'altro, problemi futuri di ben altra natura.

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