domenica 19 novembre 2017

C’è chi riesce a guardare il Diavolo negli occhi





Campo di concentramento di Shirokaya, Minsk, Bielorussia, 15 agosto 1941. Heinrich Himmler, Reichsführer delle SS, ispeziona i prigionieri. In realtà la sua non è una visita normale.  Il suo obiettivo infatti è valutare i metodi con cui le SS eliminano gli internati destinati alla morte. Per questo chiede ad Arthur Nebe, a quel tempo ufficiale a capo delle Einsatzgruppen B, di mostrargli come la sua unità uccide gli ebrei. Vengono così selezionati 100 prigionieri per essere giustiziati seduta stante.  Secondo la testimonianza di Wolff, ufficiale di collegamento con Hitler presente quel giorno, Himmler partecipò direttamente alle esecuzioni e addirittura rivolse la parola ad uno dei condannati, un giovane dai capelli biondi. Il Reichsführer delle SS gli chiese: "Sei ebreo?". La riposta fu affermativa, allora Himmler gli domandò se entrambi i suoi genitori lo fossero e se avesse per caso antenati che non fossero ebrei. Il giovane rispose che era figlio di ebrei e che tutti i suoi avi lo erano. Himmler a quel punto disse “se è così non posso aiutarti". Il ragazzo e gli altri 99 prigionieri furono uccisi con un colpo alla nuca. 

All’epoca dei fatti a Shirokaya c’erano circa 2000 internati tra soldati dell’Armata Rossa e lavoratori provenienti dal ghetto di Minsk. La maggior parte dei 90.000 ebrei e dei 300.000 soldati sovietici catturati dopo la caduta della città e l’occupazione della Bielorussia, furono uccisi o deportati prima della liberazione della zona, avvenuta nel 1944.  Molto probabilmente tra i morti c’è anche il soldato che dimostrando una tempra senza pari si era avvicinato alla rete e aveva sfidato Himmler e le altre SS, tenendo ben alto lo sguardo. Nel 2010, il Telegraph Obituary ha pubblicato questa fotografia sostenendo che il militare in questione fosse Horace Greasley, famoso per le sue innumerevoli evasioni dai campi di prigionia. Tuttavia si trattò di un errore. Il berretto, la zona e l’epoca della foto dimostrano in maniera pressoché certa che si trattava di un soldato sovietico. Risulta quindi impossibile identificare con certezza l’uomo che comunque rimarrà nella storia come colui che sfidò lo sguardo di Heinrich Himmler.

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